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sei in: index > ARCHIVIO: Legislatura 2009 - 2014 > Gruppo Partito democratico > Tosi Ruggero > Attività del consigliere > Le affermazioni del ministro Tremonti sulla sicurezza sul lavoro - 30/08/2010
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Le affermazioni del ministro Tremonti sulla sicurezza sul lavoro

Archivio legislatura 2009 - 2014
Anche in Italia c’è una “guerra”, una guerra in cui ci sono circa tre caduti al giorno e centinaia di feriti, una guerra in cui le armi sono imbracciate da un modello sociale, che purtroppo si sta evolvendo in progressione geometrica, basato sempre più sul profitto, sulla mancanza di legalità, sulla rincorsa ai facili guadagni, sul lavoro precario, sull’allargamento della forbice tra “straricchi” e poveri. Poveri sempre più poveri e senza alcuna possibilità di poter denunciare le vessazioni subite in quanto sottoposti, ogni giorno di più, al continuo ricatto di poter perdere anche quel misero salario che consente loro di campare.

Questo modello sociale, che è diventato un fiume in piena, che fagocita tutto quanto trova sul suo cammino e che si avvale in modo scientifico di strumenti e di strategie che chi detiene il potere utilizza senza alcuna remora facendolo diventare inconsciamente il negativo patrimonio di tutti, detta anche i tempi, i modi e le regole non scritte che si utilizzano nei luoghi di lavoro.

L’unico vero strumento che oggi abbiamo per combattere questo fenomeno è l’applicazione delle leggi che tutelano la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Il ministro dell’economia Tremonti ha detto che queste leggi sono un lusso che non possiamo permetterci.

L’enorme gravità di un’affermazione come questa è su due livelli: il primo è che il Ministro così dimostra mancanza di solidarietà verso tutti quei poveri lavoratori che quotidianamente pagano con la vita il tentativo di salvaguardare un misero salario lavorando senza le adeguate misure di sicurezza, il secondo, forse ancor più grave, è che in questo modo sdogana tutti quegli imprenditori senza scrupoli che fanno concorrenza sleale verso coloro che invece si impegnano in questo campo. Gli imprenditori seri ed onesti, che pagano molto spesso la mancanza di competitività con la chiusura delle loro aziende, oltre ad essere vessati non possono che sentirsi presi in giro da chi invece dovrebbe tutelarli e ringraziarli.

La politica dovrebbe fare in modo che i soliti furbi non siano più visti come modelli da seguire ma diventino nemici da combattere: ancora una volta, anche se non c’è più bisogno di dimostrarlo, Tremonti e tutto il suo governo si sono schierati dalla parte dei furbi.

Ultima modifica: 30-01-2013
REDAZIONE: Gruppo Partito Democratico
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