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A proposito dei rimborsi spesa al consigliere Tavolazzi
Archivio legislatura 2009 - 2014
Egregio consigliere Tavolazzi, vediamo di ricapitolare i fatti relativi ai suoi rimborsi spese. Lei, per quello che mi è dato sapere al momento, è l’unico fra i consiglieri che risulta aver cambiato le regole che tutti conosciamo e rispettiamo in proposito. Il Sindaco ha girato alla Procura una segnalazione sulle sue richieste , visto che in almeno tre casi lei risulta aver percepito rimborsi sicuramente non dovuti; in un altro caso è stato l’unico a percepire un rimborso (probabilmente non dovuto) per una visita mattutina a Cona (mentre anche per il consiglio svoltosi in municipio al pomeriggio ha percepito il dovuto rimborso come tutti); in un altro caso lei ha richiesto il rimborso per una seduta alla quale non ha nemmeno partecipato, non percependone il corrispettivo solo perché gli uffici se ne sono accorti in tempo; lei ha dichiarato per circa un anno di essere “residente” a Francolino ma contemporaneamente dichiarava all’anagrafe (all’ufficio permessi per la ZTL e non si sa ancora a chi altri) di risiedere invece in centro storico a Ferrara. Dalle sue affermazioni a lei tutto questo deve sembrare normale. A me invece, come penso a molti altri, assolutamente no.
Che la legge sui rimborsi parli di residenza e non di domicilio abituale è un fatto, così come anche che gli uffici abbiano più volte comunicato a tutti i consiglieri che i rimborsi spettano solo ha chi ha la residenza fuori del capoluogo del comune (tanto che un collega del mio gruppo non ha potuto percepire rimborsi per mesi, fino a quando non ha spostato la residenza dal centro di Ferrara al suo domicilio effettivo in una frazione). Dunque lei ha giocato con regole diverse da quelle di tutti gli altri, oltretutto non a carte scoperte, visto che non ha mai comunicato all’ufficio pagatore la sua nuova residenza anagrafica in centro (questo non le suona strano?), cosa che come tutti sapevano avrebbe immediatamente comportato (a torto o a ragione, si vedrà) la sicura e immediata interruzione dei rimborsi.
Ora lei sostiene di non aver mai abitato altro che a Francolino e di aver inteso dichiarare proprio questo nelle sue autocertificazioni di essere “residente in via dei Calzolai”, mentre non spiega cosa intendeva quando all’anagrafe dichiarava invece di essere residente in via Calcagnini. Sugli episodi di rimborsi non dovuti non ha potuto negare, ma li definisce “errori materiali” (dunque senza dolo) per i quali sembra considerare la possibilità di scusarsi.
Guardi, lo dico con estrema sincerità, io le auguro non ci sia altro e spero sinceramente che la sua interpretazione di “residenza” sia davvero tale da evitarle ogni altra grana ma se dovesse saltare fuori qualcosa di più di un discutibile permesso per ben due auto in ZTL il suo imbarazzo inevitabilmente aumenterà molto.
Una cosa è già certa: è una segnalazione di colleghi ad aver determinato l’attuale possibilità che lei restituisca soldi percepiti irregolarmente, permettendo al Comune di recuperare cifre forse esigue (o forse un po’ meno, anche questo si vedrà) ma pur sempre dei contribuenti. In ogni caso i consiglieri che hanno denunciato l'anomalia hanno fatto solo il proprio dovere impedendo (come lei dice spesso) che si “mettesse le mani nelle tasche dei pensionati e dei contribuenti”, ed è perciò inverosimile che proprio lei non lo riconosca e abbia la ridicola pretesa di volere addirittura le loro dimissioni. Molti, se ne faccia una ragione, credono che la possibilità di inserire "per sbaglio" una mostra d’arte tra i motivi di rimborso delle spese di viaggio di un consigliere sia pari a quella di aver pensato, sempre "per sbaglio", di essere andati a cena con una nipote di Mubarak. Senza contare altri episodi in cui lei sicuramente non ha detto la verità (due esempi: quando diceva di non aver mai fatto parte di alcuna commissione su Cona; e quando ha cercato di far pagare al Comune una fattura di materiale elettorale negando fosse tale).
In conclusione temo che lei dovrà impegnarsi molto di più, e con disponibilità molto maggiore, ad essere più trasparente e meno arrogante per poter sperare di recuperare, ammesso sia ancora possibile, anche solo un minimo di credibilità.