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O.d.g. su "Interventi a difesa delle risorse idriche ferraresi"

Archivio legislatura 2009 - 2014
Ferrara, 14 giugno 2010

Al Sig. Presidente del Consiglio Comunale

O.d.g. su "Interventi a difesa delle risorse idriche ferraresi"

Premesso che:
- l’approvvigionamento idropotabile di Ferrara avviene quasi esclusivamente derivando le acque del Po, dato che nel nostro territorio non ci sono fonti alternative, tranne pochi pozzi golenali con acqua di qualità scadente, anche se migliore rispetto a quella di superficie; prelievi da zone pede-montane venete o dell’Appennino emiliano-romagnolo non sono mai stati possibili per scarsità di buone acque, indisponibilità delle amministrazioni di altre province e, solo secondariamente, per gli ingenti investimenti necessari.

Ricordato che:
- questa situazione ha reso necessario un costante adeguamento dei nostri impianti di potabilizzazione alla qualità progressivamente sempre peggiore dell’acqua del Po. L'adeguamento è stato attuato con successo fin dai primi anni ‘80, consentendo così di garantire l’assoluta potabilità dell’acqua erogata anche in presenza di contaminazioni acute (vedi atrazina e organo-alogenati) che in altre realtà nazionali hanno costretto alla chiusura di acquedotti o alla adozione di provvedimenti legislativi (in molti casi tutt’ora vigenti) di deroga ai parametri dell’acqua potabile distribuita. Le nostre centrali e in particolare quella di Pontelagoscuro, nella realtà nazionale ed europea, sono ancora tra quelle tecnologicamente più avanzate, sia per dotazione impiantistica che per modalità di esercizio; Ferrara docet in più occasioni è stato affermato e non a caso ogni due anni a partire dalla metà degli anni ‘90 si tiene proprio a Ferrara il più importante convegno nazionale sulle acque.

Considerato che:
- la recente emergenza Lambro ha riproposto la vulnerabilità del nostro sistema di rifornimento idropotabile. Inoltre nelle acque del Po si stanno riscontrando una serie di sostanze genericamente denominate Contaminanti Emergenti, il cui abbattimento negli stadi di potabilizzazione si fa sempre più difficile. Data la nostra situazione geografica, a valle di una zona fortemente antropizzata e industrializzata, oltre che ad alta produzione agricola e zootecnica, noi siamo costretti a potabilizzare le acque di scarico non depurate di buona parte dell’intero bacino idrografico del fiume Po; questo significa alti costi di potabilizzazione ed un costo medio della bolletta dell’acqua più alto rispetto alla maggior parte delle altre realtà. Ma significa anche un impegno costante di interventi adeguati a mantenere l'assoluta sicurezza per l'uso potabile della nostra acqua;
- a Pontelagoscuro è già in avanzata fase di implementazione la realizzazione di un sistema di monitoraggio costante, di tipo biologico, su una serie di Contaminanti Emergenti allo scopo di valutarne gli effetti sull’intero ecosistema Po e sugli organismi viventi, salute umana compresa; poichè non è razionale occuparsi episodicamente di questa o quella di una miriade di sostanze per le quali gli studi preliminari indicano una potenziale nocività (anche per l'uomo), è necessario affrontare il problema globalmente;
- la potenziale nocività è ormai dimostrata, anche se in misura ancora da quantificare, per diverse sostanze inquinanti appartenenti a gruppi chimici eterogenei, di origine sia naturale che sintetica, impiegate per usi quanto mai diversificati (detergenza industriale, diserbo in agricoltura, plastificazione di materie, filtri UV dei prodotti cosmetici, fungicidi, biocidi e tanti altri). Per tutti questi inquinanti è stata coniata la nuova categoria degli “interferenti endocrini” (endocrine disrupters) e alcuni di essi hanno caratteristiche tali (volumi di produzione, tossicità, persistenza, bioaccumulabilità etc.) da essere stati inclusi nella lista degli inquinanti prioritari della Direttiva Acque (2000/60/EC e DM 56/2009);
- i volumi di acqua che vengono prelevati direttamente dalla superficie del Po, sono pari a circa 33.500.000 mc/anno, suddivisi tra Pontelagoscuro 24.000.000 mc/a e Serravalle 9.500.000 mc/a; i volumi di acqua che vengono prelevati da pozzi sottesi e alimentati indirettamente dal Po, sono pari a circa 17.000.000 mc/anno, suddivisi tra Stellata 2.500.000 mc/a, Pontelagoscuro 6.000.000 mc/a e Ro 8.500.000 mc/a; sul quantitativo complessivo di circa 50.500.000 mc/anno prelevata, il 66% è acqua superficiale e il 34% è acqua sotterranea;
- è opportuno studiare come incrementare sensibilmente il prelievo di acqua sotterranea, spingendosi al massimo volume derivabile; tutti gli studi precedenti hanno dimostrato che non esiste altra possibilità che quella di derivare acque sotterranee dalla golena del fiume Po o in aree limitrofe; infatti le acque di falda presenti nel territorio ferrarese oltre ad essere insufficienti per le quantità richieste evincono una pessima qualità;
- attualmente è in corso uno studio tra AATO 6-HERA-Università di Ferrara (Dip. Ingegneria e Scienze della Terra), relativo al potenziamento della portata di prelievo a Pontelagoscuro tramite tecnologie alternative di emungimento di acqua sotterranea di subalveo del fiume Po:
- è opportuno far passare il concetto che non è corretto che i soli ferraresi paghino interamente il costo di tali investimenti a causa della pessima qualità dell’acqua (e gli alti costi di potabilizzazione) dovuta agli inquinamenti dell’intero bacino del Po.

IL CONSIGLIO COMUNALE S’IMPEGNA E IMPEGNA SINDACO E GIUNTA

ad adoperarsi affinché vengano attuati i seguenti interventi:

1. monitoraggio delle acque del fiume Po con tecniche e modalità alternative e complementari
comprendenti (anche in collaborazione con l'IRSA del CNR):
· realizzazione di un sistema di preallarme biologico ad ampio spettro, che utilizza organismi viventi ( molluschi e pesci ) a cui associare sonde multiparametriche e campionatori in automatico delle acque, in grado di fornire una risposta rapida ed affidabile per il monitoraggio in continuo delle acque da potabilizzare;
· utilizzo degli stessi organismi per determinare la concentrazione di nuovi inquinanti organici e inorganici, genericamente denominati Contaminanti Emergenti, in particolare gli interferenti endocrini, al fine di avere informazioni degli effetti nel tempo sull’ecosistema acquatico;

2. studi per potenziamento prelievo da fonti sotterranee, tramite pozzi in golena Po o aree limitrofe

3. adeguamenti impiantistici nelle Centrali di potabilizzazione finalizzati a potenziare
· linee di acque sotterrane, allorquando sarà potenziato il prelievo di queste ultime
· un trattamento più spinto sulle acque superficiali per garantire l’abbattimento dei nuovi contaminanti emergenti, che potrebbero non essere del tutto intercettati dai sistemi attuali; in particolare, gli impianti per il trattamento di acque superficiali dovrebbero essere integrati con stadi di micro/nano/ultra filtrazione;

4. verifica, come possibili fonti di finanziamento, di
· un utilizzo dei canoni di concessione di derivazione attualmente versati alla RER, pari a 50.000 €/anno tra HERA e CADF;
· un utilizzo dei proventi oggi introitati dalle Province sulle concessioni di acque minerali, con una revisione da parte della Regione di tali canoni attualmente calcolati sulle superfici delle sorgenti e non sulle portate; tale revisione potrebbe andare a beneficio delle Province e una parte destinata per gli investimenti nel settore acquedottistico;
· un'assegnazione di contributi ministeriali e/o fondi europei in relazione alla peculiarità dell’ubicazione del nostro territorio e dell'unicità del nostro approvvigionamento idrico.

I Consiglieri comunali PD:
Alberghini Erika, Portaluppi Francesco e Tafuro Antonio
Ultima modifica: 31-01-2013
REDAZIONE: Gruppo Partito Democratico
EMAIL: gruppo-partitodemocratico@comune.fe.it
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