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O.d.G. per un “lavoro più sicuro”.
Archivio legislatura 2009 - 2014
Premesso che:
la tragedia di Barletta, ultima, in ordine di tempo, di una lunga serie, rende urgente quanto segue:
1) riflessioni e azioni per contrastare i fenomeni di (in)sicurezza nel lavoro e del lavoro (le cosiddette “morti bianche”)
2) riflessioni sulla piaga del lavoro nero e sulla endemica precarietà e svalorizzazione del lavoro, delle donne e al sud, in particolar modo
Considerato che:
- in Italia è istituita presso il Parlamento la Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette «morti bianche». La Commissione nella sua attività è attivamente impegnata ad analizzare ed approfondire il fenomeno degli infortuni e delle malattie professionali, al fine di individuarne le cause e, soprattutto, i possibili rimedi e correttivi.
Preso atto che:
- come dimostrano anche i recenti fatti di cronaca locale, continuano a verificarsi eventi drammatici di gravi infortuni e morti avvenuti nei luoghi di lavoro del nostro territorio;
- il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro è da troppo tempo un problema endemico della vita sociale del paese, con aspetti di particolare emergenza relativi alle condizioni di lavoro;
- tra le regioni con il maggior incremento di vittime, ci sono Calabria +95%, Sardegna + 35% e Veneto + 31,5%. Calano del 50% le vittime in Umbria, del 35% nelle Marche e del 27% in Emilia Romagna
- in Emilia Romagna i dati 2010 rilevano che un terzo dei 15 mila cantieri controllati dagli operatori delle Asl (sui circa 90 mila notificati) sono risultati inadempienti alle normative in materia di sicurezza, il che ha comportato sanzioni per 7 milioni di euro.
o In E/R non sono però solo le Asl a svolgere i controlli, intervengono anche gli operatori delle Direzioni provinciali del ministero del lavoro (Dpl) che verificano la regolarità dei contratti lavorativi, le prefetture e la polizia municipale, che non ha poteri d’intervento ma di segnalazione. Appare quindi importante, per ragioni di efficacia e anche di spesa, coordinare sempre di più e meglio queste varie tipologie di verifica
- a Ferrara i dati diffusi da INAIL relativi al 2009, che al momento non sono ancora comparabili con il 2010, riportano 8 decessi, 334 casi di invalidità permanente e 4397 casi di invalidità temporanea. Dati che pur senza un’analisi della tendenza stanno a testimoniare quanto anche i lavoratori del nostro territorio paghino un prezzo sempre altissimo solo per esercitare il diritto di lavorare.
Preso peraltro atto che:
- gli Enti preposti al controllo espletano controlli che generano segnalazioni alle autorità competenti per legge, in ordine al perseguimento di violazioni alla normativa sulla sicurezza del lavoro. E inoltre che in data 6 ottobre 2011 il progetto formativo “Buone prassi per la gestione del rischio nei cantieri edili”, che fa capo a Inail, Regione e al consorzio Formedil, (per un costo complessivo di oltre 95 mila euro, 40 mila di provenienza regionale), ha avuto il parere favorevole della commissione Territorio, presieduta da Damiano Zoffoli e si stanno attuando le conseguenti attività formative.
Ritenuto che:
- nessuno può chiamarsi fuori dall’impegno per rendere più sicuro e dignitoso il lavoro in Italia e ciò richiama alla massima responsabilità la politica, le imprese, i lavoratori e le lavoratrici, il sindacato, gli operatori e le operatrici della previdenza e dei servizi ispettivi, il mondo dell’informazione e della comunicazione. Nessuno e nessuna può rassegnarsi all’idea che lo sviluppo e l’aumento della produzione richiedano il sacrificio di un lavoratore o di una lavoratrice, ogni sette ore.
Considerato che:
- perdere la vita o rimanere invalidi in modo permanente esercitando un proprio diritto è una cosa inaccettabile. L’attuale crisi economica, i cui effetti inevitabilmente pesano anche sulle risorse e sulle sensibilità in tema di sicurezza, produce l'effetto paradossale di penalizzare ulteriormente diritti e garanzie dei settori più deboli del mondo del lavoro, quali donne, immigrati e precari; le chiamano “morti bianche” come a sottolineare che a provocarle non sia l’intervento diretto di qualcuno, ma l’assenza di norme e strumenti di prevenzione nei luoghi di lavoro. Con il risultato di svalutare il fenomeno mentre lo si nomina e in un contesto generale che da la percezione di una illegalità sdoganata. Le morti “bianche” evocano morti minori. Di persone minori. Senza identità.
- pur rilevandosi negli ultimi anni un trend decrescente, in Italia ogni anno continua a registrarsi un alto numero di infortuni e di morti sul lavoro (nel 2009, pari rispettivamente a 790.000 e 1.050 casi), cosa inaccettabile in un Paese civile;
- il decreto legislativo n. 81 del 2008, con le successive modifiche ed integrazioni, ha definito un corpus normativo organico e articolato per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, anche se non è ancora completamente attuato, a causa soprattutto dei ritardi nell’emanazione degli atti di normativa secondaria che disciplinano gli aspetti di dettaglio;
- la Regione Emilia Romagna è intervenuta con due recenti leggi: quella sulla tutela del lavoro e della sicurezza nei cantieri (n.2 /2009) e quella sulla promozione della legalità e della semplificazione in edilizia (n.11/2010).
- l'inchiesta della Commissione esposta al Senato in gennaio 2011 ha rilevato una serie di criticità nel sistema della prevenzione e della repressione del fenomeno infortunistico e delle malattie professionali che possono senz’altro suggerire la necessità di interventi migliorativi o correttivi;
- non è ancora stato emanato il decreto attuativo del Fondo per le vittime dell'amianto di cui all'articolo 1, comma 246, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008), che avrebbe dovuto essere emanato ben 18 mesi fa;
il Consiglio Comunale di Ferrara esprime:
- Solidarietà e vicinanza alle persone e alle famiglie coinvolte da infortuni sul lavoro o da morte bianca, manifestata ed espressa con la seguente riflessione: nei giorni in cui si celebrano i funerali delle vittime del crollo della palazzina di via Roma a Barletta, è da respingere l’alibi della crisi per giustificare la presenza diffusa del lavoro nero. La crisi economica non può mai essere una giustificazione per tollerare il lavoro nero; se si dovesse accettare che la crisi riduca le garanzie sociali fondamentali, si perderebbe contestualmente anche quel tessuto di regole e civiltà che sono alla base del nostro vivere come Stato e come Nazione. Come ha denunciato il capo dello Stato, Napolitano, il lavoro nero non è il prodotto della crisi, ma molto spesso ne è la causa, è lo specchio di un'economia arretrata, fragile, di un'Italia che fatica e produce come può".
- Preoccupazione per la consistenza dei dati rilevati, nonostante le cifre presentate siano in diminuzione rispetto agli anni precedenti (nella nostra e in poche altre Regioni)
- Convinzione che tali dolorosi eventi debbano essere prevenuti e combattuti attraverso l’incremento delle risorse statali necessarie a implementare gli organici per il controllo e la sorveglianza.
- Preoccupazione in merito alla crisi economica nazionale e locale i cui effetti possono pesare sulla diminuzione degli stanziamenti delle aziende in materia di sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro mettendo a rischio gli stessi lavoratori e lavoratrici.
- L’importanza di perfezionare la cornice delle regole esistenti, che vadano in direzione di valorizzare e premiare la capacità di agire secondo le regole, consci che il capitale umano è la prima ricchezza e chiave del successo delle imprese in particolare l’attuazione della formazione prevista
- La necessità di agire in un’ottica comunitaria, e prevedere la realizzazione di un sistema informativo di monitoraggio e segnalazione anche attraverso l’integrazione delle banche dati esistenti, con funzioni finalizzate a supportare l’attività di promozione, prevenzione e controllo della sicurezza e regolarità del lavoro.
Impegna il Sindaco e la Giunta
1) A manifestare cordoglio per la tragedia di Barletta e a sottolineare le responsabilità collettive di chi copre le illegalità e le fa diventare normalità, esecrando e condannando chi vuole giustificare quegli imprenditori che, non riuscendo o non volendo stare in regola sul mercato, impongono alle proprie maestranze condizioni di lavoro non consentite dalle norme. Analogo biasimo per chi costringe a sottostare al ricatto che “o si lavora così o niente”.
2) A continuare a mettere in atto azioni positive per sensibilizzare, le imprese i lavoratori e le lavoratrici, la cittadinanza, coinvolgendo anche le scuole, l’associazione ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi sul Lavoro), la A.S.L. (Azienda Sanitaria Locale) reparto prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro e il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco
3) A promuovere un periodico aggiornamento sulla sicurezza delle proprie strutture e sulla legalità in materia di sicurezza sul lavoro di tutte le aziende partecipate.
4) A monitorare l’evoluzione della proposta, attualmente passata con il parere favorevole della Commissione Territorio della Regione E/R, presieduta da Damiano Zoffoli, del progetto formativo “Buone prassi per la gestione del rischio nei cantieri edili”, che fa capo a Inail, Regione e al consorzio Formedil. Tale progetto, e soprattutto i suoi riscontri, dovrebbe poi trovare un’ampia diffusione nelle scuole edili e più in generale tra i titolari e le maestranze di attività edili.
a. Specificità del progetto: Il progetto, coordinato da un Comitato tecnico scientifico, ha l’obiettivo di far diventare elementi attivi della sicurezza sia i lavoratori (informandoli sulla probabilità dei vari rischi concreti e promuovendone comportamenti corretti) che gli imprenditori e tecnici (indirizzandoli verso la rimodulazione organizzativa più efficace in rapporto alle norme per un lavoro sicuro).L’iniziativa si attuerà in 9 cantieri presenti sul territorio regionale e, in ognuno di questi, si svilupperà su 4/5 giornate lavorative. I risultati entreranno a fare parte delle linee d’indirizzo della formazione del settore, e anche di quelle per le buone pratiche nei cantieri. Gestisce l’iniziativa il Consorzio Formedil Emilia-Romagna: un ente bilaterale costituito, oltre che da tutte le scuole edili provinciali, anche dalle associazioni di categoria e dalle organizzazioni sindacali di livello regionale appartenenti al settore delle costruzioni.
5) A promuovere la costituzione di uno specifico Coordinamento comunale delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, composto da tutti i soggetti competenti in materia e dalle Parti Sociali.
6) A riferire periodicamente al Consiglio Comunale sulle attività del suddetto coordinamento.
7) A valorizzare, anche attraverso un'adeguata pubblicizzazione, la funzione già attualmente svolta dalla Polizia Municipale, in particolare in relazione agli ordinari controlli che la Polizia Municipale espleta in campo edilizio, ambientale e commerciale.
8) A rendere più incisivi i controlli e la repressione delle infrazioni alla normativa in materia di salute e sicurezza del lavoro (con particolare riguardo ai fenomeni del lavoro sommerso ed irregolare, nonché dello sfruttamento del lavoro minorile), attraverso un’applicazione equilibrata ma rigorosa delle sanzioni ed il coordinamento di tutti gli organi ispettivi, in stretta collaborazione con le forze dell’ordine, nell’intento di razionalizzare gli interventi ed assicurare procedure e strumenti di verifica uniformi.
9) A prevedere nei bandi di opere pubbliche forme di incentivazione volte a premiare le imprese «virtuose» che investono nella sicurezza sul lavoro e si siano dotate di Sistema di Gestione OHSAS 18001:2007, privilegiando quale criterio chi garantirà i più elevati standard di sicurezza anche mediante tecnologie innovative, solidità industriale e finanziaria d'impresa in riferimento al singolo appalto. Per fare ciò si dovrà attribuire adeguato punteggio a riguardo della sicurezza sul lavoro.
10) A favorire l'adeguamento e la messa in sicurezza degli edifici pubblici, con particolare riguardo a quelli scolastici, al fine di tutelare la salute e l'incolumità dei dipendenti pubblici e degli studenti, garantendo risorse adeguate.
11) Ad utilizzare gli opportuni strumenti di comunicazione per diffondere e sollecitare riflessioni in tema di “lavoro”: come è cambiato e come è cambiato il rapporto tra questo e le donne. La tragedia di Barletta ci restituisce una realtà che annienta; una realtà che accomuna donne italiane, del sud e tante immigrate. Come immaginare un orizzonte altro, se la politica è miope e vive alla giornata? Le donne italiane non possono rimanere indifferenti a quanto è accaduto, a queste vite umiliate e violentate dall’indifferenza di chi nulla fece per prevenire il crollo della palazzina. La tragedia di Barletta è purtroppo simbolica di quanto sta accadendo alle lavoratrici in questo momento di grande crisi. L'assenza di strumenti cogenti per far rispettare le regole sta comportando tragedie insostenibili per i lavoratori e le famiglie, per la società e per lo stesso mercato del lavoro". Alla diffusione di tali concetti, alla sensibilizzazione e riflessione su questi argomenti è invitato ad intervenire ed agire il Comune, rivolgendosi a tutti gli ambiti sociali, scolastici, culturali ed economici in cui ha pertinenza.