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"Che genere di linguaggio!"

Archivio legislatura 2009 - 2014
L’incontro che si è svolto venerdì 9 aprile organizzato dalla Commissione Donne Elette del Comune di Ferrara, incentrato sul tema del linguaggio di genere, ha suscitato un significativo interesse nel numeroso pubblico presente, accendendo speranze su un prossimo futuro di partecipazione ad analoghe iniziative sul tema .
L’obiettivo dichiarato, in questo primo incontro dalle caratteristiche anche divulgative, è stato di verificare il grado di interesse verso una riflessione generale sul linguaggio, patrimonio di tutti gli italiani e tutte le italiane, e nello stesso tempo valutare se il livello di consapevolezza nell’utilizzo del nostro linguaggio chiaramente sessista, venisse percepito come uno degli aspetti di una più vasta discriminazione.
Il presupposto iniziale è scaturito da una considerazione oggettiva: “le donne possono essere molto danneggiate come categoria e come individui da un uso pregiudiziale della lingua”.
La dimostrazione che ci sia necessità di un uso della lingua italiana simmetrico e paritario tra i generi è sotto gli occhi di chi sa valutare tale problematica; raggiungere tale parità non significa livellamento delle differenze, ma pari dignità per tutti e tutte.
E’ innegabile infatti quanto l’androcentrismo della nostra lingua (e la conseguente egemonia che il genere maschile determina nella mentalità di molte donne e molti uomini) svalorizzi e cancelli la dimensione di vita e di pensiero delle donne; altrettanto innegabile è la mistificata universalità degli apparati disciplinari: la tassonomia universalistica di categorie analitiche e teoriche, è pretestuosa nel suo voler essere rappresentativa di entrambi i generi, perché è assodato che essa sia costruita sui modelli della soggettività maschile.
Queste in particolare, le tesi degli interventi dell’editrice Luciana Tufani e dell’avvocata Stefania Guglielmi: nel citare e richiamare i lavori pionieristici di Alma Sabatini, hanno voluto focalizzare alcuni importanti ambiti fondamentali per poi proseguire in analisi incentrate su elaborazioni linguistiche, semantiche, storiche e sociologiche.
Tali analisi hanno enucleato alcuni filoni di ricerca: il richiamarsi ad esempio, alla modalità di raddoppiare le desinenze dei sostantivi, o i termini interi, o alla modalità di invertire sistematicamente l’ordine di presentazione dei termini strutturati in coppie oppositive, sostituendo il femminile al maschile come primo termine della coppia, considerato che nella lingua italiana il primo termine delle coppie oppositive è sempre connotato al positivo, e il secondo al negativo (buono/cattivo, bello/brutto, natura/cultura, uomo/donna), o infine alla modalità relativa alla problematica dei termini invariabili, participi presenti sostantivati, o epiceni, che nella lingua d’uso sono distinti dall’articolo, mentre in un linguaggio di indicizzazione non è possibile se non ricorrendo al modificatore donna.
Il linguaggio è dinamico, il linguaggio è permeabile, permeato e modellabile sui cambiamenti sociali e politici, sensibile alle influenze del genere egemone e influente e influenzato da nuovi strumenti mediatici. Le continue trasformazioni e i rapidi sviluppi dei mass media, infatti, impongono anche sul terreno della rappresentazione della conoscenza di genere, nuovi e impegnativi problemi. Il web 2.0 ad esempio determina una discriminante in ambito di negoziazione dei significati, sulla quale è importante un intervento in ottica di genere: è su queste basi che si concentra la radice dei problemi della creazione di ontologie: il web semantico.
Questa e molte altre analisi ci aspettano. Questo incontro ha voluto lanciare un segnale: il linguaggio di genere è una realtà che solo la consapevolezza può attualizzare.
Gli ambiti nei quali intervenire sono vasti e trasversali perché prescindono e coinvolgono trasformazioni culturali e di genere in una dinamica di evoluzione tecnologica tradizionalmente maschile. La speranza è rivolta a tutte noi, perché si continui nelle iniziative, negli studi e nella ricerca, rafforzando i nuovi spunti con la valorizzazione delle ricerche del passato, per potenziare maggiormente la soggettività femminile in un contesto che è nello stesso tempo, così “consumato” e così “inedito”.


Ultima modifica: 30-01-2013
REDAZIONE: Gruppo Partito Democratico
EMAIL: gruppo-partitodemocratico@comune.fe.it
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