Sommario sezioni

salta il link home e vai al motore di ricerca salta il motore di ricerca e vai al menu delle sezioni principali
sei in: index > ARCHIVIO: Legislatura 2014 - 2019 > ARCHIVIO: Gli atti dei gruppi consiliari 2014 - 2019 > Gruppo Partito Democratico > Interventi e Comunicati del Gruppo PD > Mozione a sostegno delle politiche in favore della natalità e genitorialità - P.G.n.122181
salta i contenuti principali a vai al menu

Mozione a sostegno delle politiche in favore della natalità e genitorialità - P.G.n.122181

I consiglieri comunali PD: Talmelli, Maresca, Vitelletti, Cristofori e Corazzari
Ferrara, 27/10/2016 -  P.G. n.122181
                                                                                                                               
 Al Presidente del Consiglio Comunale
 
OGGETTO:  Mozione a sostegno delle politiche in favore della natalità e della genitorialità.
 
Premesso che: 
  • secondo gli ultimi dati Istat sulla natalità della popolazione residente in Italia, aggiornati al 19 febbraio 2016, nel 2015 le nascite sono state 488 mila (8 per mille dei residenti), quindicimila in meno rispetto al 2014 (nuovo minimo storico dall'Unità di Italia), 74 mila in meno sul 2008; a Ferrara uno studio dell’ufficio statistico del Comune pubblicato il 31 agosto 2016 evidenzia un trend negativo della natalità dal 2008, con un calo nel 2015 di quasi il 10% rispetto al 2014;
  • per il Comune di Ferrara l’indice di natalità della popolazione italiana è pari al 5,2 per mille mentre quello della popolazione straniera residente al 14,4 per mille, entrambi comunque in diminuzione. Nel 2015 il 30,5% dei nati ha almeno un genitore straniero. Il numero medio di figli per donna è sceso a livello Italiano a 1,35 (rispetto a 1,46 del 2010), lontano dal 2,1 che rappresenta il tasso di sostituzione. A Ferrara il numero di figlio per donna è di 1,21, sotto la media nazionale;
  • la popolazione residente in Italia è sostanzialmente arrivata alla crescita zero: i flussi migratori compensano a malapena il calo demografico, il movimento naturale della popolazione ha fatto registrare nel 2015 un saldo negativo di 165 mila unità, che segna un picco negativo mai raggiunto nel nostro Paese dal biennio 1917-1918 (primo conflitto mondiale); a Ferrara il saldo naturale nel 2014 era pari a meno 936 unità, situazione strutturale dai primi anni '80 del secolo scorso;
  • continua l'invecchiamento della popolazione italiana: l'età media è 44,6 anni, in costante aumento; la popolazione anziana (65 anni e oltre) è pari al 22 per cento, quasi un punto percentuale in più rispetto al 2011. In particolare, i cosiddetti «grandi vecchi» (80 anni e più) crescono ogni anno di un punto decimale, arrivando nel 2014 al 6,5 per cento della popolazione;
  • l'invecchiamento della popolazione e il regime di persistente bassa natalità fanno sì che l'Italia abbia conquistato, a più riprese, il primato di Paese con il più alto indice di vecchiaia del mondo (rapporto percentuale tra il numero degli ultrasessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni) pari a 157,7 anziani ogni 100 giovani nel 2015; a Ferrara questo indice al 2014 è addirittura pari a 244 over 65 ogni 100 under 14, al quarto posto tra i capoluoghi di provincia in Italia;
  • il confronto con 27 città italiane di dimensioni e caratteristiche simili a Ferrara inclusi tutti i capoluoghi dell’Emilia-Romagna, riportato nello studio dell’ufficio statistico, evidenzia come gli indici di natalità di Ferrara siano i più bassi;
 Considerato che:
  • tutti questi dati rappresentano il «debito demografico» contratto da un Paese e in particolare dal nostro territorio nei confronti delle generazioni future, soprattutto in termini di previdenza, spesa sanitaria e assistenza. Trent'anni di tale evoluzione demografica hanno determinato un Paese profondamente trasformato nella sua struttura e nelle sue dinamiche sociali e demografiche. Alle sfide che la globalizzazione e le crisi finanziarie impongono ai sistemi Paese, l'Italia si presenta dunque con una struttura per età fortemente squilibrata;
  • una delle cause della bassa natalità italiana è costituita dagli ostacoli economici e culturali che si frappongono alla serena e libera scelta delle coppie di diventare genitori, in particolare per i risvolti negativi nella vita delle donne legati alla maternità, a partire dalla discriminazione nell'accesso al lavoro e nella prestazione di lavoro che aumenta in maniera direttamente proporzionale al numero di figli: il 22,4 per cento delle madri dopo la gravidanza perde il lavoro, numero che sale in presenza di un secondo figlio, di un livello di istruzione basso e in presenza di lavori non stabili (Istat 2014). Discriminazione aggravata da un sistema di welfare debole che spesso lascia alle donne il lavoro di cura di bambini e anziani senza che poi questo venga riconosciuto almeno dal punto di vista previdenziale come avviene in altri Paesi attraverso l'accredito di contribuzione figurativa; 
  • le politiche familiari non sono separate dalle politiche per la crescita e per il lavoro, ma ne fanno parte. Assumono pertanto un significato rilevante le iniziative intraprese dell’attuale Governo di sostegno alle famiglie in difficoltà economica, alla conciliazione dei tempi tra lavoro e famiglia, alla condivisione delle responsabilità genitoriali, al contrasto della povertà estrema, in particolare di quella infantile (secondo l'Istat nel 2014 il 5,7 per cento delle famiglie è in povertà assoluta e il 10,3% in povertà relativa). Tuttavia queste non sono ancora sufficienti ed è auspicabile un reinquadramento generale in chiave familiare delle politiche di welfare e fiscali;
  • in particolare, le politiche per la conciliazione e la condivisione delle responsabilità familiari rappresentano un importante fattore di innovazione dei modelli sociali, economici e culturali e si ripropongono di fornire strumenti che, rendendo compatibili sfera lavorativa e sfera familiare, consentano di vivere al meglio i molteplici ruoli che ciascuno gioca all'interno di società complesse; esse interessano gli uomini, le donne e le organizzazioni, toccano la sfera privata, ma anche quella pubblica, politica e sociale e hanno un impatto evidente sul riequilibrio dei carichi di cura all'interno della coppia, sull'organizzazione del lavoro e dei tempi delle città, nonché sul coordinamento dei servizi di interesse pubblico;
  • il basso tasso di occupazione femminile è una delle cause della fragilità economica delle famiglie e su questo fronte i dati dimostrano che c’è ancora molto da fare; infatti il divario occupazionale tra uomini e donne, dopo una riduzione nel periodo della crisi, ha ripreso a salire a causa di un tasso di occupazione femminile sostanzialmente costante e uno maschile leggermente in crescita, andamenti che confermano un tasso di occupazione femminile attorno al 47 per cento, come nel 2000;
  • il Comune di Ferrara rivolge da tempo un'attenzione significativa ai bambini, in particolare garantendo uno dei tassi di copertura per nidi e scuole d'infanzia più alti d'Italia grazie ad un sistema integrato pubblico-privato che vede un'elevata presenza dei servizi comunali e un riconosciuto alto livello del servizio. Inoltre attraverso il Centro per le Famiglie sviluppa varie ed importanti azioni a sostegno della genitorialità: consulenze per genitori, mediazione familiare, affiancamento familiare, corsi e gruppi per genitori ecc.;
  • negli ultimi anni si è purtroppo verificata una riduzione delle risorse messe a disposizione dalla Regione per le politiche familiari che ha provocato la chiusura di alcune azioni realizzate a Ferrara tramite prevalente finanziamento regionale come il Piano di Conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, la family card e i voucher per la frequenza di nidi privati;
  • lo sviluppo demografico è un fattore decisivo di sviluppo economico e sociale, che invita a porre in atto politiche di lungo termine e non solo dettate da necessità ed emergenza; questo vale in particolare per la città di Ferrara, vista la situazione demografica richiamata, e pertanto è da incentivare ogni sforzo che l'amministrazione comunale può mettere in campo, pur nell'ambito di competenze limitate, per realizzare politiche volte al sostegno della natalità e della genitorialità, in un'ottica strutturale e di lungo respiro;
  • la vicinanza dell’amministrazione nei confronti dei genitori non si esaurisce nei servizi scolastici per i primi anni di vita, ma dovrebbe comprendere attenzioni particolari per le fragilità dovute alle specifiche condizioni di vita come le famiglie con disabili e i nuclei monogenitoriali, che sono 6249 nel Comune di cui 2.187 con almeno un figlio minorenne, e estendersi anche alla delicata fase dell’adolescenza dove è importante che la cura dei ragazzi e delle ragazze sia assunta dall’intera comunità, in supporto e sinergia con i genitori;
 Richiamato che:
  • nella precedente legislatura questo Consiglio aveva, con risoluzione del 17/12/2013 al bilancio preventivo 2014, richiesto l’attivazione nel corso dell’attuale legislatura di una Consulta per la Genitorialità con il coinvolgimento di tutte le associazioni e i portatori di interesse che hanno a cuore queste tematiche;
il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta
  1. ad incrementare la quota di bilancio comunale destinata alle politiche di sostegno alla natalità e alla genitorialità, valutando l'utilizzo in questo senso di parte dell'avanzo disponibile sul bilancio del Comune o dell'Istituzione dei servizi educativi, scolastici e delle famiglie e prevedendo apposite risorse in sede di bilancio preventivo 2017-2019, da utilizzare secondo quanto segue;
  2. a suscitare una riflessione a livello cittadino sui temi richiamati in oggetto e a coinvolgere cittadini e associazioni tramite l’attivazione della Consulta per la genitorialità, stabilendo le modalità con cui la stessa possa formulare proposte di politiche e buone prassi in un quadro di obiettivi definiti e di una dotazione di risorse;
  3. a sviluppare ulteriormente iniziative per sostenere la natalità e la genitorialità, in particolare riguardo il tema chiave della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, sia con iniziative proprie che coinvolgendo le associazioni di categoria e le imprese private per promuovere forme concertate di conciliazione;
  4. a sollecitare l'assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna per la definizione di politiche di indirizzo su questi temi, con rinnovata attenzione alla luce dei dati preoccupanti richiamati in premessa e con particolare considerazione verso quei comuni dove il debito demografico è più marcato;
  5. a relazionare nella competente commissione consiliare entro sei mesi dall'approvazione del presente documento le valutazioni effettuate e le azioni attivate.
 
 
I consiglieri comunali PD :
 
Alessandro Talmelli
Dario Maresca
Bianca Maria Vitelletti
Tommaso Cristofori
Cristina Corazzari

(Approvato nella seduta del Consiglio Comunale del 13 febbraio 2017)
 
Ultima modifica: 08-05-2017
REDAZIONE: Gruppo Partito Democratico
EMAIL: gruppo-partitodemocratico@comune.fe.it