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O.d.G. contro il commercio di armi da parte dell'Italia - P.G.n.121811
dei Gruppi consiliari PD, SI, FeC e Misto
Ferrara, 10 ottobre 2017 - P.G.n.121811
Al Signor Sindaco del Comune di Ferrara
Al Presidente del Consiglio Comunale
OGGETTO:
OdG contro il commercio di armi da parte dell’Italia.
PREMESSO CHE
- Nel 2016 l’Italia ha autorizzato esportazioni di sistemi militari per 14,6 milioni di euro, record storico da quando i dati sono monitorati e cioè dall’entrata in vigore della legge 185/1990 sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, confermando che il nostro paese è tra i maggiori produttori e distributori di armi nel mondo. Nel quinquennio 2010-2014 il valore dell’esportazione di armi si attestava mediamente intorno ai 4 miliardi di euro, mentre negli ultimi due anni si è verificato un salto a livelli superiori con 8 miliari nel 2015 e 14,6 nel 2016;
- I paesi destinatari sono stati 82. Complessivamente i paesi non UE e non NATO hanno raccolto il 63% del valore autorizzato, soprattutto grazie al primato del Kuwait con 7,3 miliardi per la fornitura di n.28 aerei Eurofighter Typhoon. Tra le aree geografiche l’Africa Settentrionale e il Medio Oriente raccolgono il 58,8% delle esportazioni autorizzate: oltre al Kuwait spicca l’Arabia Saudita con 427 milioni per bombe, razzi, esplosivi e apparecchi per la direzione del tiro;
- Anche i dati mondiali del commercio delle armi vedono una crescita complessiva del mercato, con un ritorno a valori che caratterizzavano il periodo della guerra fredda;
RICORDATO CHE:
- la legge 185/1990 prevede che l’esportazione e i trasferimenti di armamenti «devono essere conformi alla politica estera e di difesa dell’Italia», e vieta espressamente l’esportazione di sistemi militari «verso Paesi la cui politica contrasti con i principi dell’articolo 11 della Costituzione» e Paesi «responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani»;
- Il ruolo del Governo dovrebbe essere, sempre secondo la legge 185/1990, quello di controllore per il rilascio delle autorizzazioni, mentre l’ultimo Report del Governo sembra puntare più alla competitività degli operatori e alla semplificazione delle procedure «pur nel rispetto della normativa»;
- Nel giugno scorso le associazioni Amnesty International, Movimento dei Focolari, Oxfam, Fondazione Finanza Etica, Rete Italiana per il Disarmo e Rete per la Pace hanno presentato una proposta di mozione parlamentare per la sospensione delle forniture militari all’Arabia Saudita e ai suoi alleati nella guerra in Yemen, tra cui i nostri clienti Kuwait, Qatar ed Emirati Arabi. Riguardo il conflitto in Yemen, avviato senza mandato internazionale, il gruppo di esperti ONU nella relazione del 27/01/2017 al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite riporta «violazioni del diritto umanitario internazionale da tutte le parti in conflitto. Il gruppo di esperti ha condotto indagini dettagliate su questi fatti ed ha motivi sufficienti per affermare che la coalizione guidata dall’Arabia Saudita non ha rispettato il diritto umanitario internazionale in almeno 10 attacchi aerei diretti su abitazioni, mercati, fabbriche e su un ospedale». Bombe di fabbricazione italiana sono state rinvenute a seguito dei bombardamenti sauditi in Yemen;
CONSIDERATO CHE:
- Africa Settentrionale e Medio Oriente sono le aeree di maggior tensione del mondo e sono zone governate in gran parte da regimi autoritari e da monarchie assolute irrispettose dei diritti umani. Fornire armi e sistemi militari a questi regimi, oltre a contribuire ad alimentare le tensioni, rappresenta perciò un tacito consenso alle loro politiche repressive e appare difficilmente conciliabile con i dettami della legge 185/1990;
- Gli osservatori internazionali denunciano da tempo il commercio illegale di armi di vari paesi delle aree africane e medio-orientali, tra cui paesi destinatari dell’esportazione italiana di armamenti, con il rischio che le armi vendute dall'Italia finiscano in mano a gruppi terroristici;
- Il proliferare di armamenti nel mondo non può che alimentare la violenza delle organizzazioni terroristiche, i conflitti arbitrari tra gli Stati, lo stato di perenne guerriglia che affligge molte aree del mondo, le migrazioni delle vittime di tutte queste violenze;
- Per tutto quanto esposto le esportazioni di armamenti rappresentano a tutti gli effetti una scelta di politica estera con importanti ripercussioni sulla sicurezza internazionale e nazionale;
TUTTO CIÒ PREMESSO, IL CONSIGLIO COMUNALE DI FERRARA
- Esprime forte preoccupazione per l’aumento delle esportazioni di armi prodotte in Italia, soprattutto per quel che riguarda Paesi che non rientrano tra le alleanze internazionali dell’Italia e in particolare quelli in cui non si ha nessuna garanzia del riconoscimento dei diritti umani.
- Chiede a Governo e Parlamento di applicare con maggior rigore la legge 185/1990, mettendo in atto tutti i meccanismi utili alla verifica del rispetto dei Trattati internazionali, dei principi costituzionali e della normativa nazionale sulla commercializzazione degli ordigni fabbricati nel territorio italiano, e di ribaltare la prospettiva dell’azione governativa assumendo un indirizzo prudenziale e di maggior riduzione possibile della diffusione di armi italiane.
- Chiede al Governo di concerto con il modo imprenditoriale e sindacale, di studiare adeguati piani di riconversione industriale per avviarsi verso una auspicabile riduzione della produzione di armi garantendo i lavoratori attualmente impiegati in questo settore.
- Impegna il sindaco e la giunta a diffondere a governo e parlamentari, in particolare quelli eletti nel nostro territorio, il contenuto del presente ordine del giorno.
I consiglieri comunali:
Maresca Dario (PD)
Bianca Maria Vitelletti (PD)
Tommaso Cristofori (PD)
Luigi Vitellio (PD)
Deanna Marescotti (Misto)
Leonardo Fiorentini (SI)
Alberto Bova (FeC)
(Approvato nella seduta del Consiglio Comunale del 20 novembre 2017)