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Considerazioni sull'impianto turbogas
Archivio legislatura 2009 - 2014
Sembra proprio che lo scorso mese di giugno, in commissione Ambiente, i rappresentanti di Ppf siano rimasti annichiliti dai dati sulle emissioni delle diossine dell’inceneritore di via Diana, ridotte del 90% dalle linee L2+L3 rispetto alle emissioni della linea L1 + conchetta e di gran lunga inferiori alla sola linea L1. Gli ci son voluti due mesi per riordinare le idee senza poter prefigurare scenari simili all'inceneritore di Brescia. Adesso che parte la centrale termoelettrica da 800 MW, riprendono le solite vecchie tiritere, noiose e superate dai fatti, il solito sparare a vista, ma con cartucce bagnate.
La realtà è che le scelte fatte negli accordi di programma sono risultate vincenti per mantenere l’occupazione e salvare lo stabilimento.
In questi due anni di crisi generalizzata, solo nel petrolchimico si sono insediate nuove imprese (basti citare Polimia, di proprietà di due nuove società: Sormani di Vigevano e Softer di Forlì), mentre è stato possibile difendere l'occupazione rimettendo a lavorare i tecnici in cassa integrazione di Nylco, per merito del nostro Sindaco Tagliani (mentre Tavolazzi non muoveva un dito).
Grazie all'intervento di Sandro Bratti e Tiziano Tagliani il sito è stato riammesso a pieno titolo (legge 99 del 23 luglio 2009) nella Rete Interna di Utenza (RIU), poiché nella fase iniziale era stato escluso dal ministero dello Sviluppo Economico: una distrazione del Ministro Scajola, più impegnato in operazioni immobiliari romane che nello sviluppo industriale del Paese.
Il progetto della Rete interna d’utenza è in fase esecutiva e presto vedremo i benefici, come è già avviata la bonifica dei terreni dopo l’enorme studio di caratterizzazione del sito.
L'unica iniziativa rivelatasi un vero fallimento tecnico, oltre che economico, è stata proprio quella delle caldaiette, che solo Tavolazzi può cercare di spacciare come positiva. Bruciare gas ad alto contenuto energetico in caldaiette che hanno un rendimento del 30%, piuttosto che nella centrale temoelettrica con un rendimento del 55% non può certo essere considerato un vanto. Inoltre, per fare questo, è stato necessario bruciare anche 40 milioni di euro, che avrebbero potuto essere utilizzati in modo ben più proficuo per il sito e per lo sviluppo dello stabilimento.
I cittadini Ferraresi si devono guardare da chi rischia irresponsabilmente di distruggere i proficui equilibri che si sono creati tra l’Amministrazione comunale e le società multinazionali presenti sul territorio. Ecco perchè noi vigileremo affinché pochi incoscienti non riescano a danneggiare un'intera comunità.