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Sui valori di Pfoa nell'acqua potabile
Archivio legislatura 2009 - 2014
Nel tentativo di addebitare al PD un'inesistente emergenza sanitaria il Consigliere Tavolazzi denuncia che "per il Pfoa, il limite di soglia è più basso del valore riscontrato nell’acqua potabile dall’Asl. E questo dovrebbe suggerisce un monitoraggio continuo e frequente". Peccato che non sia affatto vero.
Il valore riscontrato nella nostra acqua (14,5 ng/litro) è certo superiore ai 10 ng/litro di soglia stabilita dai medici igienisti statunitensi "al di sotto della quale si ritiene che la maggior parte dei lavoratori possa rimanere esposta ripetutamente, giorno dopo giorno, senza effetti negativi per la salute". Ma la soglia americana è riferita a litri d'aria respirata da un lavoratore, non ai litri d'acqua bevuta ogni giorno.
Un banalissimo calcolo aritmetico dell'aria respirata in 8 ore di lavoro porta a determinarne in non meno di 2400 litri (calcolo molto conservativo) la quantità giornaliera. Dunque la soglia dei medici igienisti corrisponde all'introduzione nell'organismo per via aerea di almeno 24000 ng di Pfoa al giorno, che sono sempre un'enormità (tre ordini di grandezza in più!) rispetto ai 43,5 ng che riusciamo ad introdurre nel nostro organismo impegnandoci a bere 3 litri d'acqua di rubinetto al giorno. Sarebbe da sbellicarsi dalle risate se non ci fosse di mezzo la preoccupazione e l'ingiustificato allarme procurato ai cittadini. Qualcuno per favore richiami il Consigliere Tavolazzi al dovuto senso di responsabilità che pare avere del tutto smarrito.