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Preoccupazione per le imprese locali che operano nel Petrolchimico
Archivio legislatura 2009 - 2014
Alcuni giorni fa sui media locali è apparsa la denuncia della FIOM sugli appalti nel polo chimico. Qualche mese fa ho presentato un O.d.G. sulle problematiche del petrolchimico ferrarese (verrà discusso nel primo consiglio utile di ottobre p.v.) , in cui ho richiamato l’attenzione sull'organizzazione aziendale delle imprese locali.
La denuncia della FIOM va tenuta in grande considerazione da parte degli organi di controllo preposti. Essa dovrebbe anche essere di stimolo per aprire un tavolo di confronto volto a capire per quali motivi le nostre imprese perdono i contratti triennali per la manutenzione degli impianti ferraresi e non vincono le gare negli altri siti (come Ravenna, Mantova, Marghera, ecc), nonostante si trovinio a competere con imprese di pari qualificazione e costi di gestione comparabili. Per eseguire le manutenzioni degli impianti, le multinazionali del petrolchimico non chiamano la prima ditta passante per caso da via Marconi, ma valutano attentamente con chi stipulare contratti pluriennali del valore di qualche milione di euro. Pertanto la domanda è: c’è qualcuno che specula sulle condizioni lavorative degli operai per avere più margini di guadagno, o dobbiamo pensare che i contratti - pur multimilionari- non coprano i costi? Proviamo tutti a riflettere un po' su questo, compresi gli amici della FIOM.
Non credo proprio di essere l'unico ad aver notato come le imprese locali mostrino difficoltà a riorganizzarsi in modo tale da poter soddisfare le richieste più complesse del mercato internazionale, richieste accentuate dalla spinta evolutiva impressa dalla crisi economica globale. Non c’è protezionismo locale che possa più garantire la sopravvivenza di aziende incapaci d’incrementare le proprie competenze e allargare l’offerta di servizi e prodotti, solo così potendo accettare la sfida della competizione sul mercato e sollevare le imprese clienti da attività che le distolgono dal loro core business di riferimento.
Un esempio di occasione persa è stata negli anni passati la terziarizzazione della manutenzione e degli investimenti delle grosse società multinazionali presenti a Ferrara.
Dopo che l’insediamento della società ABBE non ha avuto successo, l’esigenza delle aziende di terziarizzare era ed è ancora intatta e può essere colta solo da un sistema produttivo locale che sappia accettare questa sfida. Ma questo non è avvenuto e non avverrà, perchè nessuno degli imprenditori locali si è fatto avanti proponendo di rilevare le attività di ABBE; questo non è avvenuto e non avverrà perché nessuno propone di organizzare e gestire le manutenzioni degli impianti in modo tale da consentire alle aziende multinazionali di fermare la produzione il primo del mese e ripartire il 31 dello stesso mese con la garanzia che l’impianto funzionerà per un anno intero senza problemi, in una sorta di “chiavi in mano “ delle fermate degli impianti .
Perché nella costruzione della centrale Turbogas, dove nessuno si è proposto come main contractor per la costruzione , mentre tutti si sono adagiati su più facili sub-appalti che non sconvolgevano le loro risicate organizzazioni aziendali.
In altre parole se la sfida che gli imprenditori locali sanno giocare è solo quella sul tavolo della continua riduzione del costo della manodopera, è evidente che si sta giocando al ribasso senza tener conto però che su questo piano -quello della manodopera a basso costo- siamo sempre destinati a essere perdenti.