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Sul documento relativo al Petrolchimico approvato in Consiglio comunale
Archivio legislatura 2009 - 2014
In un'ennesima nota rilasciata alla stampa, il consigliere Tavolazzi mi accusa di omissione e di non dire la verità perché non ho precisato che il documento sul petrolchimico approvato all'unanimità dal consiglio comunale il 17 ottobre conteneva anche alcuni emendamenti proposti da PpF e poi recepiti da tutti i consiglieri tranne uno.
In questa sua inopinata esigenza di totale onestà, però, stranamente il consigliere Tavolazzi ricorda (ed illustra in dettaglio) solo le "integrazioni" proposte da lui stesso. Colpiscono invece le sue omissioni (appunto) degli emendamenti presentati dalla consigliera Bregola e dal consigliere Levato, anch'essi poi recepiti nel documento finale.
Nella nota accusatrice del consigliere Tavolazzi colpisce poi la totale omissione (appunto) delle ragioni per cui il consigliere Portaluppi ha dissociato il proprio voto: gli emendamenti di PpF gli apparivano privi di novità sostanziali rispetto a quanto già proposto dal PD (come esplicitamente riconosciuto anche da altri consiglieri di opposizione durante gli interventi in aula), dunque sembrava di cogliere in essi una strumentale manovra avente il solo scopo di "mettere il cappello" su un'iniziativa politica fino ad allora ignorata, emendando all'ultimo minuto un documento presentato dal PD per poter andare sui giornali il giorno dopo a millantare un inesistente impegno a salvaguardia del petrolchimico ferrarese che, al contrario, PpF non perde occasione di condannare e additare come un nemico.
A confermare in pieno la previsione di Portaluppi è arrivato puntualmente il comunicato stampa del consigliere Tavolazzi, con la prevista sottolineatura del fondamentale apporto di PpF alla risoluzione sul petrolchimico in assenza del benché minimo riconoscimento dell'apporto di altri.
Al fatto che dietro le roboanti petizioni di principio di PpF spesso si nascondano bassi interessi di bottega, ci siamo ormai tutti abituati. Fa sorridere solo la velleitaria pretesa di rimproverare ad altri –e senza motivo– i peccati di omissione e stravolgimento della verità per i quali Tavolazzi è solito distinguersi.