salta i contenuti principali a vai al menu
La classe politica dirigente
Archivio legislatura 2009 - 2014
Rimango attonito davanti allo squallido spettacolo che la nostra classe politica sta mettendo in scena in questi giorni. Nel 2008 l’attuale maggioranza vince le elezioni politiche con un risultato chiaro al grido “liberiamo l’Italia da Prodi, Visco e dal centrosinistra”, ripetendo forte e chiaro “arriviamo noi a far ripartire l’economia italiana”, sventolando la chimera “delle Grandi Riforme”.
E invece dopo appena due anni noi italiani siamo di nuovo qui a “leccarci le ferite” provocate da una classe dirigente letteralmente irresponsabile! L’Italia aveva un Governo sostenuto da una maggioranza con uno scarto di più di cento parlamentari e nonostante tutto il centrodestra non è riuscito a ridare quella speranza e quegli strumenti necessari agli artigiani, ai commercianti, agli industriali, alle piccole e grandi imprese del nostro Paese, per investire e rilanciare progetti economici di largo respiro per rimanere nel mercato superando l’attuale crisi economica e offrire opportunità di lavoro. Un Governo che, anziché fare battaglie incomprensibili su intercettazioni e finto federalismo, avrebbe dovuto impegnarsi giorno e notte a varare vere riforme del mercato del lavoro, del welfare e di politica economica. Mi auguro che il Partito Democratico tenga ben saldo il comando, insieme anche ad altri che intendono starci, proponendosi come alternativa di governo sulla base di un programma chiaro e trasparente, declinato in pochi punti, avendo come strada maestra il senso dello stato, delle sue istituzioni e di responsabilità che un partito candidato a governare il nostro Paese deve necessariamente avere. Il Partito Democratico non deve pensare a quali riedizioni di larghe intese e coalizioni riproporre, ma deve sentire forte il peso del grave momento che stiamo vivendo per tradurre le proprie potenzialità in azione di governo.
"... se mi chiedete fra qualche tempo che cosa accadrà, io dico: può esservi qualche cosa di nuovo. Se fosse possibile dire: saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a questo domani, credo che tutti accetteremmo di farlo, ma cari amici, non è possibile; oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso, si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà." (A. Moro)