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Intervento in Consiglio Comunale del 18/02/2013 sul futuro dei servizi educativi
Archivio legislatura 2009 - 2014
Consiglio Comunale del 18/02/2013
INTERVENTO SUL DOCUMENTO DELLA GIUNTA INTITOLATO
“IL FUTURO DEI SERVIZI EDUCATIVI RIVOLTI ALLA PRIMA INFANZIA, ALLA LUCE DELLE POLITICHE NAZIONALI CHE IN QUESTI ANNI HANNO RESO DIFFICILE PER LE AMMINISTRAZIONI LOCALI IL MANTENIMENTO DEL PATRIMONIO COSTRUITO”
Grazie Presidente,
ritengo in primo luogo di dover ringraziare il Sindaco e l’Istituzione dei Servizi Educativi per aver posto all’ordine del giorno del consiglio comunale di oggi un documento così importante per il futuro delle politiche rivolte all’Infanzia.
Certamente non possiamo tralasciare l’alta qualità dei servizi educativi della nostra città, fatto che ci viene riconosciuto ormai dalle maggiori riviste specifiche del settore e dall’alto gradimento riscontrato tra gli utenti.
Il documento che ci viene sottoposto intitolato “1044 perché” evidenzia anzitutto l’importanza che questi servizi hanno acquisito nel tempo: infatti le scuole d’infanzia sono nati inizialmente per rispondere più ai bisogni sociali della famiglia che a scelte pedagogiche o a tradizioni di educazione collettiva dei piccoli. Rispetto al bambino piccolo infatti, tradizionalmente si è sempre parlato di allevamento, di cura e di assistenza più che di educazione, di crescita e di sviluppo della personalità. Oggi, finalmente, si dà giusto peso alle conoscenze sullo sviluppo affettivo, sociale, comunicativo e cognitivo del bambino. Tali aspetti sono certamente centrali sia per qualificare l’intervento educativo, sia per porre il bambino al centro delle finalità del nido. Gli spazi, gli arredi, i materiali e le proposte di gioco sono quindi strutturati nei modi più favorevoli allo sviluppo della relazione, della comunicazione e degli apprendimenti. L’ambiente è definito sia da spazi e oggetti funzionali, rassicuranti e stimolanti, che da modalità di intervento mirate a facilitare la prima separazione dalla famiglia come ambito primario di esperienza del bambino. Nelle scuole d’infanzia si fondano le prime alleanze tra le Istituzioni e la famiglia in funzione dei bisogni del bambino. È nelle scuole d’infanzia infatti dove la famiglia inizia a lasciare agli educatori e alle educatrici i propri figli.
Non si può evidentemente non parlare della figura dell’educatore e delle educatrici: esse infatti rappresentano un momento fondamentale per il processo formativo del bambino durante la prima infanzia, porta il piccolo ad una maggiore sicurezza in se stesso e lo aiuta ad aprirsi alla relazione con gli altri; una relazione basata sul rispetto dell’altro , sulla scoperta del diverso, rappresenta un presupposto indispensabile affinché possa svilupparsi quell’atteggiamento di fiducia, di integrità che porta al consolidamento della cultura della legalità. La professione dell’educatore si può configurare come un ruolo culturale ed educativo dinamico e complesso, che si propone come interlocutore privilegiato della famiglia e di altre agenzie educative del territorio in cui opera e con esse cresce contribuendo a costruire una cultura dell’infanzia in grado di contestualizzarsi e storicizzarsi.
La continuità tra asilo nido e scuola materna inoltre presenta una problematica rilevante nell’ottica degli aspetti istituzionali, la natura particolare dei problemi riguarda l’eterogeneità della loro diffusione nel territorio nazionale e della loro gestione, la molteplicità dei modelli educativi, la formazione degli educatori: tutto ciò è reso più complesso dalle ambiguità, contraddizioni e instabilità delle scelte politiche che li riguardano. E’ ragionevole infatti, parlare di continuità fra due istituzioni che, escluse dall’obbligo scolastico, dipendono per la loro diffusione (oggi potremmo dire per la loro sopravvivenza), specie per quanto riguarda gli asili nido e le scuole materne comunali, dai finanziamenti annuali che Regioni e Comuni possono stanziare a loro favore?
La sensibilità della nostra amministrazione su questo tema è dimostrata dai fatti, anche quando ha dovuto prendere scelte e decisioni difficili come quella della gestione indiretta di due interi plessi scolastici: il Comune ha inserito tutte le garanzie possibili nel bando per tutelare sia i bambini che il personale. Il Comune ha affrontato la questione in maniera seria e partecipata facendosi GARANTE di un sistema misto che oggi dipende da un unico coordinamento pedagogico.
Ecco perché facciamo nostro il documento della giunta, chiedendo a chiunque vinca alle prossime elezioni politiche:
1. Una legge nazione sui servizi educativi 0-6, fornendo in tal modo strumenti legislativi ed economici;
2. Una legge che favorisca la definizione normativa di un sistema misto integrato;
3. La possibilità che le Amministrazioni locali possano assumere il personale necessario al mantenimento dei servizi educativi;
4. L’esclusione dal patto di stabilità dalla spesa corrente;
5. Un piano straordinario nazionale di investimento sull’edilizia scolastica.
“ciò che è meraviglioso in un bambino è la sua promessa, non la sua esecuzione: la promessa di mettere in atto, a certe condizioni, le proprie potenzialità”
questa frase, tratta da un testo di Frabboni, ci dice effettivamente ciò che avviene tutti i giorni all’interno delle scuole d’infanzia, confermando il ruolo ormai innegabile che hanno acquisito nelle fondamenta educative e formative di una persona: è per questo che dobbiamo tutti insieme salvaguardarle per non disperderne il patrimonio costruito negli anni fino ad oggi.