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Intervento in Consiglio Comunale del 31/05/2010 sul Progetto denominato "Valle del fiume Po"

Archivio legislatura 2009 - 2014
Grazie Presidente,

Ringrazio il Consigliere Sasso per l’Ordine del giorno presentato in merito al Progetto denominato “Valle del fiume Po”. Ci permette, infatti, di fare alcuni ragionamenti per sottolineare diversi valori legati al “Grande Fiume”.
Prima però volevo fornire alcuni dati utili alla discussione:
1. il bacino del Po è il più grande bacino idrografico di Italia: 70.000 mq, con un’area di pianura di 46.000 Kmq;
2. vi insistono più di 16.000.000 di abitanti, di cui 3.171 addetti all’industria e 2.791 addetti al terziario;
3. gli allevamenti di bestiame sono costituiti circa da 4.000.000 di bovini, 5.000.000 di suini (Piemonte, Lombardia e Emilia Romagna 55 per cento del patrimonio nazionale zootecnico);
4. vi si trova il 37% dell’industria nazionale, il 47% dei posti di lavoro;
5. un’area di 34.000 Kmq di superficie coltivata, di cui il 50% irrigato (circa il 35% della produzione nazionale);

Questi dati testimoniano che un Paese che si richiama alla grande civiltà europea, valorizzerebbe le potenzialità di quest’area così ricca e preziosa dal punto di vista naturale, economico ed umano. Come ha ricordato il consigliere Sasso, ci provò qualche anno fa il Governo Prodi stanziando 180 Mln a valere sulle risorse FAS del Progetto strategico speciale (PSS) denominato “Valle del Fiume Po” dando attuazione al protocollo d’intesa dell’Autorità di bacino del fiume Po sottoscritto in data 29 maggio 2005 con le Province rivierasche della consulta delle Province del Po per la tutela e la valorizzazione del territorio e la promozione della sicurezza delle popolazioni della valle del Po.
Dopodiché all’inizio di quest’anno il Ministro ha riferito della decisione sulla riprogrammazione delle risorse nazionali disponibili del Fondo per le aree sottoutilizzate, ivi comprese quelle del PSS “Valle del fiume Po”, e quindi la totale assenza di risorse da assegnare a tale progetto.
E’ evidente che tale decisione governativa oltre ad annullare la fattibilità del progetto relativo al Po, inficia il progetto già deliberato della Provincia di Ferrara da realizzarsi con i fondi in oggetto.
La decisione del Governo è assolutamente
1. ingiustificata, dopo anni passati a discutere sulla rilevanza del fiume e l’impatto sul territorio padano che attraversa, finalmente si era riusciti ad ottenere un progetto legato alla valorizzazione del territorio, nonché alla sicurezza delle popolazioni della Vale del Po.
2. incomprensibile soprattutto perché avallata da forze politiche che hanno, impropriamente, basato la loro esistenza stessa, sulla difesa del territorio padano.
Alle volte sembra che parlare di queste cose sia come parlare del nulla: ma allora potremmo affermare che parlare di PREVENZIONE e SICUREZZA in un Paese come l’Italia dovrebbe essere un impegno di tutti. Sappiamo che questi sono concetti troppo spesso disattesi, ma noi abbiamo il dovere di intervenire e prevenire per evitare proprio ciò che per esempio è successo il 22/02/2010 nel fiume Lambro.
Ci sono molti attori, pubblici e privati, che operano sul Po: solo con una visione unitaria e di governance condivisa possiamo raggiungere livelli di investimento tali da poter garantire l’incolumità dei nostri cittadini.
La nostra priorità dev’essere in una visione unitaria di tutto il bacino del fiume, nella cura del territorio, nella forestazione e nella manutenzione delle aree golenali, una condizione che può valorizzare il fiume, migliorare anche le condizioni di navigabilità e la stessa produzione di energia idroelettrica. Esempi concreti di buona gestione e di ottimo governo della “risorsa fiume” ci arrivano dalla Germania e dalla Francia, dove Rodano, Senna, Danubio, tanto per citarne alcuni, sono diventati oggetto di veri e propri progetti di sviluppo. Anche l’Emilia Romagna e il nostro Comune devono puntare a questo, farsi motore propulsivo per un rilancio concreto del Po come ricchezza naturale, economica e umana, portando la governance del Grande Fiume su livelli e standard europei.


Ultima modifica: 30-01-2013
REDAZIONE: Gruppo Partito Democratico
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