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Intervento in Consiglio Comunale del 26/11/2013 su "Costruiamo futuro Onlus"

Archivio legislatura 2009 - 2014
Ferrara, lì 26 novembre 2013
Seduta del Consiglio Comunale di Ferrara

Grazie Presidente,
Carissimi Colleghi l’adesione del Comune di Ferrara alla Fondazione di partecipazione “COSTRUIAMO FUTURO ONLUS” è l’occasione per aprire anche nel nostro Consiglio Comunale una riflessione su quali siano oggi i nodi critici rispetto all’attuazione del programma costituzionale sulla tutela dei soggetti deboli, con particolare riferimento al tema del “dopo di noi”. Ad oggi, contrariamente a quanto sembrerebbe desumersi dai principi fondamentali che reggono il nostro ordinamento giuridico, mancano ancora strumenti specifici che siano in grado di garantire la dignità delle persone in condizione di disabilità quando venga meno il sostegno della famiglia. Paiono insufficienti gli istituti che possano assicurare a tali persone non solo le prestazioni essenziali di cui sono destinatari e nei confronti delle quali essi vantano pretese sanzionabili giudizialmente, ma anche la loro qualità della vita, che si esplica attraverso la scelta del come e dove vivere, in un ambiente familiare, nella conservazione delle proprie abitudini di vita.
Su queste premesse, pare comunque importante sottolineare che negli ultimi vent’anni sono stati compiuti indubbi passi in avanti verso una concezione unitaria del bisogno espresso da soggetti fragili, ed è innegabile che, in questa evoluzione normativa ma prima ancora sociale e culturale, un ruolo di primo piano sia stato assunto dalle organizzazioni di volontariato. Esse infatti, da strumento attraverso cui far emergere la domanda latente di servizi, hanno assunto un ruolo di vere protagoniste del sistema di welfare, capaci di dimostrare che a questa domanda si può far fronte attraverso servizi innovativi e dinamici, nonché attraverso un’assunzione di responsabilità da parte delle comunità locali in ordine alla creazione di beni e servizi di utilità sociale.
Programmare interventi a favore delle persone in condizione di disabilità implica necessariamente un confronto con il “dopo di noi”, e cioè con il momento nel quale la rete familiare di supporto e assistenza non più in grado di prendersi cura della persona disabile. A tal fine uno dei principali obiettivi per le future politiche pubbliche sarà quello di individuare strumenti e opportunità atti a favorire l’autonomia della persona, quale precondizione essenziale per assicurare una certa qualità della vita, da sperimentare a partire dal cosiddetto “durante noi”, ovvero nel momento in cui la famiglia è presente e in grado di prendersi cura del familiare. La predisposizione di ogni strumento utile a favorire l’autonomia della persona costituisce infatti una ragionevole pretesa di quest’ultima, al fine di vedersi garantita la propria dignità, nell’ottica di una emancipazione del trattamento della disabilità da quello della “malattia”. Al contempo, ciò costituisce un modo per tutelare le stesse famiglie, troppo a lungo lasciate sole nel supporto ai propri congiunti.
La disabilità rappresenta uno dei settori nei quali è maggiormente apprezzabile la ricchezza dell’apporto del terzo settore, il cui ruolo dovrebbe trovare spazio di esplicazione non soltanto nella fase di erogazione dei servizi, ma anche nell’attività di programmazione degli interenti e di gestione del sistema. La partecipazione del terzo settore alla definizione delle politiche garantisce infatti una maggiore rispondenza dell’azione pubblica ai concreti bisogni della società civile; la sua vicinanza alle richieste della popolazione e la sua esperienza delle condizioni di bisogno ne fanno un interlocutore essenziale per garantire efficacia alle politiche stesse.
Ecco quindi l’esperienza delle fondazioni di partecipazione le quali sono la forma sussidiaria per eccellenza rispetto alle formazioni sociali, le quali contribuiscono a tutelare i diritti delle persone in condizione di disabilità. Le Fondazioni di partecipazione sono un nuovo modello di welfare incentrato sulla cosiddetta sussidiarietà circolare, ovvero nel quale interagiscono in modo sistematico e permanente la sfera politico-istituzionale, la sfera commerciale e la sfera della società civile, per riuscire ad ottenere quanto nessuno dei tre soggetti appena indicati riuscirebbe da solo a realizzare.
Varie sono state le politiche finalizzate a consentire l’apprendimento delle funzioni della vita quotidiana, accrescendo le possibilità di sviluppo psico-sociale della persona attraverso la creazione di legami interpersonali anche oltre la famiglia e la sperimentazione di periodi di soggiorno lontano dalla famiglia di origine. Molti interventi sono stati quindi diretti al cosiddetto “durante noi” per porre le basi di quel percorso di autonomia che sarà prezioso nel “dopo di noi”.
La sfida che l’amministrazione comunale insieme alle organizzazioni di volontariato ha davanti a sè, pur con tutte le criticità legate alla scarsità e discontinuità di finanziamenti, sarà quella di essere in grado di interpretare i bisogni espressi sul territorio, mobilitando risorse e facendo rete sia con altri soggetti privati sia con le istituzioni. Sarà fondamentale il coinvolgimento della società nei progetti di vita delle persone con disabilità per superare le rigidità di un sistema assistenziale esclusivamente a carico dell’amministrazione pubblica e per creare reti sociali in grado di fornire supporto alle famiglie ed agevolare l’accesso ai servizi pubblici e privati. Nell’ottica della fondazione di partecipazione la famiglia può contare su una rete di contatti per condividere le proprie esperienze, trovare soluzioni ad esigenze sempre mutevoli e superare i momenti di difficoltà; inoltre questa sinergia tra i molteplici soggetti consente all’amministrazione di razionalizzare i costi, rendere il sistema più accessibile, ridimensionare e riqualificare i carichi di lavoro per gli assistenti sociali, snellire l’apparato burocratico ed aumentare la qualità della presa in carico dei servizi sociosanitari.
E’ evidente come l’adesione alla fondazione COSTRUIAMO FUTURO ONLUS possa diventare lo strumento necessario per raccogliere e vincolare un determinato patrimonio per il perseguimento di fini di solidarietà sociale e di tutela dei diritti delle persone disabili, in un contesto in cui l’intera collettività è chiamata a partecipare insieme alle istituzioni alla realizzazione di percorsi di inclusione.
Inoltre, in linea con quanto recitato nello Statuto, questo è solo un primo passo per poi sviluppare e promuovere la cultura della partecipazione tra le associazioni che lavorano nel settore della disabilità e che al momento non hanno aderito
Il Pontefice in occasione dei 110 anni dell’Unitalsi ha detto:
“Il contesto culturale e sociale di oggi è piuttosto incline a nascondere la fragilità fisica, a ritenerla soltanto come un problema, che richiede rassegnazione e pietismo o alle volte scarto delle persone.”

Ecco io credo che l’Amministrazione Comunale con l’adesione alla Fondazione di partecipazione “COSTRUIAMO FUTURO ONLUS” intenda dare una risposta alle ansie e alle preoccupazioni delle famiglie e lavorare per dare a pieno titolo quella cittadinanza attiva che spetta ad ogni persona diversamente abile, una volta che non sarà più presente la propria famiglia d’origine.
Ultima modifica: 15-01-2014
REDAZIONE: Gruppo Partito Democratico
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