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Intervento/Seduta straordinaria del Consiglio Comunale sulla crisi economica - 9/11/2009

Archivio legislatura 2009 - 2014
Grazie Sig. Presidente,
Io credo che un consiglio comunale sulla crisi economica come su altri temi così rilevanti, deve indurci a riflettere seriamente prima sui principi e i valori che vogliamo vengano messi al centro della discussione, ponendoli successivamente come obiettivi da perseguire nella nostra azione politica.
Innanzitutto lo scenario economico che stiamo vivendo fa emergere il forte valore sociale che ha l’impresa in quanto motore di sviluppo, fattore di competitività e crescita dell’intera comunità locale, con la quale essa interagisce, esprimendone la cultura e il grado di civiltà.
In particolare io voglio soffermarmi sulle piccole e medie imprese che rappresentano la maggior parte del tessuto produttivo del nostro Comune, e del loro rapporto con le altre grandi realtà industriali presenti, infatti secondo Unioncamere da circa 20 anni il 95% delle nostre imprese ha meno di 10 addetti e il 70% sono a conduzione familiare.
Queste piccole aziende che operano per lo più nell’artigianato, nel commercio, nell’agricoltura sono letteralmente DIMENTICATE dalla politica nazionale: anziché continuare a parlare di Riforme Istituzionali o di gossip privati, il mondo politico tutto, ma in particolare il Governo che oggi ha la responsabilità di indirizzare e guidare il nostro Paese, dovrebbe cogliere questa grave crisi economica, per fare veramente le RIFORME di cui abbiamo bisogno da tempo:
· QUELLA DEL WELFARE per garantire a tutti i dipendenti delle piccole e medie imprese, dell’artigianato e ai lavoratori autonomi una tutela dignitosa che nel momento della perdita del posto di lavoro li sostenga temporaneamente con ammortizzatori sociali adeguati che oggi non hanno e li accompagni verso un graduale reinserimento: chi oggi lavora nel settore dell’artigianato e perde il posto di lavoro passa a 0 euro nell’arco di 24 h!;
· QUELLA FISCALE sia nel senso federale che nel senso di una riduzione graduale delle aliquote per riuscire a far emergere chi oggi non paga intensificando le azioni di controllo (anziché inventarsi lo scempio dello scudo fiscale).

Ma tornando campo locale l’economia ferrarese secondo fonti Unioncamere chiuderà l’anno 2009 con un –5% assolutamente in media con i dati sia regionali che nazionali, e seppure è innegabile che paghiamo qualche scelta discutibile del passato, a Ferrara non sono mancate da parte delle Istituzioni e della Camera di Commercio, iniziative importanti, concertate con le Organizzazioni imprenditoriali, come l’istituzione del Fondo Provinciale per favorire l’accesso al credito delle imprese artigiane e delle piccole e medie imprese.

Premesso tutto ciò e tenendo ben presente i limiti nelle scelte di politica economica causati dall’ormai famoso PATTO DI STABILITA’ e dall’altrettanto famoso stock del debito, proviamo a cercare alcune strade possibili da percorrere:
TAGLI AI COSTI DELLA POLITICA E NON SOLO
Su questo tema già dal momento del suo insediamento questa giunta ha iniziato ad operare in questo senso tagliando il numero degli assessori, attuando mobilità interne che evitino il ricorso a consulenze esterne, rinunciando ad alcuni eventi culturali per riuscire a stare al fianco delle famiglie e delle imprese: tutto questo si è tradotto in un risparmio effettivo di circa 500.000 euro annui!
INVESTIMENTI
In questa fase di difficoltà economica sarebbe indispensabile sostenere la capacità di investimento delle amministrazioni pubbliche per contribuire alla vitalità del sistema economico provinciale, ma sappiamo tutti che il Governo non permette ai Comuni Italiani di investire in maniera tale da rappresentare una vera e propria risposta alla crisi. Ma quel poco di risorse che comunque il Comune potrà spendere, dovrà farlo sfruttando al meglio la modifica al Testo unico sugli appalti che permette di applicare la “ex trattativa privata” non più fino ai € 100.000, ma fino ai € 500.000, coinvolgendo in questo modo le imprese del nostro territorio.
RAPPORTI PMI-GRANDE INDUSTRIA
L’Amministrazione potrebbe favorire i rapporti tra le piccole imprese locali con le grandi presenze industriali del nostro territorio, chiedendo, attraverso le associazioni di categoria e i sindacati, che sia garantita la presenza di almeno un’azienda ferrarese per ogni tipologia di servizio nel settore delle manutenzioni.
LOTTA ALL’ABUSIVISMO E AL LAVORO NERO E AGLI INFORTUNI
Il lavoro nero e l’abusivismo sono una realtà, purtroppo crescente, alimentata da una cultura di violazione diffusa delle regole. Nel richiamare l’attenzione dei diversi organi preposti sulla esigenza di intensificare i controlli nei confronti dell’abusivismo e del lavoro nero, ritengo vada attuata da parte degli Enti Locali e della Camera di Commercio, una vasta campagna di valorizzazione dell’attività delle imprese “in regola”, della loro affidabilità nei confronti dei cittadini e, al tempo stesso, del contributo che esse danno alla ricchezza del territorio. Il Comune potrebbe anche far proprio il “Libro nero” ovvero lo strumento contenuto nel D. Lgs. 81/08 in cui vengono annotate le imprese che non sono a norma sulla sicurezza e salute sui luoghi di lavoro.
SEMPLIFICAZIONE
E’ necessario procedere con maggior convinzione e speditezza sulla semplificazione del rapporto tra imprese e macchina amministrativa, snellendo gli adempimenti e la modulistica compiendo uno sforzo straordinario per mettere in campo azioni concrete che aiutino le imprese, perché, secondo le stime elaborate dalla CCIAA, sulla base dei dati Unioncamere, pesa in media, su ogni impresa, con un onere pari ad oltre € 12.000 all’anno. Il Comune potrebbe a questo proposito anche migliorare il proprio sito web rendendolo maggiormente leggibile da parte delle imprese: in questo senso alcuni Enti Pubblici hanno fatto passi da gigante ottenendo buoni risultati.
INTERNET ADSL
Alcune aree del nostro territorio compreso parte di zone artigianali e della PMI sono prive di copertura della banda larga causando un serio gap concorrenziale alle piccole imprese e anche ai cittadini residenti. In passato diversi sforzi sono stati fatti, ma purtroppo senza risultati: dobbiamo impegnarci ancora di più se vogliamo competere in un mondo in cui oramai si relaziona per lunga parte sulla rete.

MARKETING TERRITORIALE
Nell’economia globale, bisogna abituarsi ad una valorizzazione del territorio in cui avviene la produzione, non tanto per il valore in sé quanto piuttosto per la filiera che “somma” attività e fasi connesse tra loro. Infatti noi dovremmo riuscire ad esprimere la famosa “tracciabilità” intesa non tanto come rintracciabilità fisica del percorso di origine di un prodotto, quanto come interpretabilità dei significati che i produttori del bene o servizio hanno assegnato alla loro attività e che alcuni consumatori sono in grado di riconoscere ed apprezzare. Il marketing territoriale a cui faccio riferimento deve dunque spesso identificare qualità, significati e accessi che il territorio non produce, pur potendo potenzialmente farlo, e creare le condizioni adatte per produrle. La difficoltà non sta tanto nel trovare qualità riconoscibili e vendibili, quanto nel fare evolvere il sistema territoriale scegliendo all’interno delle culture e delle tradizioni che lo hanno prodotto in passato. Il Comune potrebbe a questo proposito farsi promotore insieme all’Ente Fiera di una vetrina in cui esporre il meglio del tessuto produttivo ferrarese.

Ecco questi mi sembrano possano essere piccoli spunti per uscire dalla crisi, tenendo presente sempre, in senso più ampio e globale, le concrete esigenze umane e familiari: mi riferisco, ad esempio, all'effettiva creazione di posti di lavoro che consentano ai lavoratori e alle lavoratrici di provvedere in maniera degna ai bisogni della propria famiglia e di essere protagonisti nelle comunità di cui sono parte. Una società in cui questo diritto sia sistematicamente negato, in cui le misure di politica economica non consentano ai lavoratori di raggiungere livelli soddisfacenti di occupazione, non può conseguire nè la sua legittimazione etica nè la pace sociale: bisogna pensare a un sistema capace di discernimento etico, un sistema capace di premiare l’attività finanziaria in modo proporzionato agli effetti reali che essa produce e capace di restare focalizzato sul periodo medio-lungo senza essere abbagliato dai risultati monetari di breve termine. Merito e rischio devono ottenere un premio adeguato. La soluzione non è l’abbandono, ma la maturazione in senso etico e sociale del sistema economico attuale.

Ultima modifica: 30-01-2013
REDAZIONE: Gruppo Partito Democratico
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