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Osservazioni a: 'Linee programmatiche di mandato' presentate nella seduta dell'8 luglio

Archivio legislatura 2009 - 2014
Le “Linee Programmatiche di mandato” relativamente alle politiche socio – sanitarie ci sembrano non solo deludenti, ma neanche conseguenti a quanto da Lei, Signor Sindaco, declamato nella premessa “Oggi il mio compito è quello di sottolineare il come e magari le priorità, il percorso, più che gli obiettivi finali”.
Ci viene infatti riproposto un modello di Welfare basato ancora su una logica assistenziale.
Eccone alcuni esempi.
E’ Previsto per le Associazioni del Volontariato Sociale, solo un ruolo propositivo all'interno dei luoghi di una programmazione comune con contenuti già determinati.
Per favorire lo sviluppo dello sport nella sua funzione educativo, di promozione sociale e di accoglienza, ci si dice che bisogna fare prioritariamente scelte di investimento verso le Associazioni di Promozione sportive, le Associazioni e le Società non professionistiche.
Non pensa che questo modello organizzativo, con incentivi a pioggia, debba essere rivisto sottoponendo, per esempio, la capacità di avviamento allo sport a parametri di valutazione, come il ritiro da parte dell'utente, l'entità delle quote mensili a carico delle famiglie, l’organizzazione di eventi sportivi di qualità.
Ci dice che il problema della “retta nelle RSA e Case protette deve indurci ad esplorare con la Regione Emilia Romagna nuove strade per evitare che l'accertamento sacrosanto dei diritti possa aprire voragini di bilancio”
Ma le famiglie non possono aspettare queste nuove strade e chiedono invece di conoscere se le rette delle strutture di Ferrara (per la maggior parte convenzionate) siano più alte o più basse rispetto ad altre città, se possano essere abbassate o sostenute da incentivi fiscali locali; chiedono di sapere quanti siano gli anziani che dovrebbero vedere riconosciuto “questo diritto” e a quanto ammonterebbe realmente la spesa.
Infine non si potrebbe pensare se e come destinare parte o tutto il “fondo regionale della non autosufficienza” alla disabilità che richiede ricovero nelle case protette e di collettività?
Sull'ambiente ci viene detto che
“la situazione ambientale è compromessa in qualsiasi città della Pianura Padana, con un presente e soprattutto un passato industriale, un carico di traffico in crescita vertiginosa negli ultimi 20/30 anni, la carente ventilazione e la produzione di rifiuti, record specifico nelle nostre zone”;
“i cittadini del “quadrante est” devono sapere se ci sono rischi per la salute ed in caso affermativo quali”;
“le problematiche ambientali sono presenti in varie zone del territorio comunale, in alcuni casi fortemente presidiate e monitorate, come nel petrolchimico, in altri casi ancora da valutare”;
“ il diritto alla salute inteso come tutela dai rischi da inquinamento da traffico”.
Ma in tutta la sua relazione
1. non si dice mai che tra le città della Pianura Padana, Ferrara è al primo posto per incidenza di tumori (anche se il confronto fa riferimento ai dati del Registro Tumori limitati al 32% della popolazione italiana)
2. non compare mai il termine “Prevenzione”
3. non viene prevista una mappatura delle zone della città che potrebbero essere depositi di inquinanti tossici e cancerogeni
4. non si riconosce che le precedenti amministrazioni avrebbero dovuto prevedere la crescita vertiginosa del traffico e fare sulla viabilità scelte conseguenti
5. non si dice che i cittadini del “quadrante est” avrebbero dovuto sapere “prima” quali fossero i rischi per la salute.

Alla sanità e solo a quella Ospedaliera dedica 15 righe, dichiarando “E' archiviata finalmente la polemica Cona sì, Cona no!
“Cona dovrà diventare non solo un “luogo” nuovo, ma anche un modo diverso di mettere il malato al centro” “Il S.Anna si apre ad una occasione unica di trasformazione per una integrazione funzionale fra spazi pubblici e privati”
Veda Signor Sindaco, premesso che la decisione e la perseveranza a fare il nuovo ospedale a Cona appartengono ad una sola parte politica e nessuno ha mai chiesto ai cittadini e agli operatori sanitari (con le modalità previste dalla legge) quale fosse il loro parere, ci sembra “originale” definire “archiviata la polemica”. E’ per forza di cose che bisogna considerare Cona il nuovo ospedale della città. Inoltre ci lascia perplessi che non avremmo potuto mettere “il malato al centro in un modo diverso” in un Ospedale ubicato altrove o forse che al S.Anna o in qualunque altro Ospedale del mondo il malato non viene o possa venire messo al centro in modo diverso?
Ancora, ci saremmo aspettati di conoscere il percorso che lei vorrà seguire per l'utilizzo dell'ex S.Anna. Se dovesse essere quello previsto nel documento prodotto dalla Commissione Lugli, senza lasciare spazio a proposte di modifiche, sappia che avremo molto su cui confrontarci.
Inoltre i cittadini, e noi con loro, vorremmo conoscere cosa farà per rendere Cona non un Ospedale periferico, ma un Ospedale facilmente accessibile a tutti e in particolare alle Frazioni con una viabilità adeguata; quali sono i servizi che verranno trasferiti e quali quelli che resteranno al S.Anna; quale è il suo pensiero sulla possibilità che il Pronto Soccorso (e non un ambulatorio per i Codici Bianchi) resti al S.Anna? sappia che su questo saremo intransigenti; infinr la destinazione degli spazi privati suscita interrogativi senza risposta.
Il nostro contributo non vuole limitarsi a dire cosa della sua relazione non abbiamo condiviso, ma vogliamo anticiparLe, quello di cui parleremo nelle Commissioni dove sicuramente la Giunta interverrà direttamente (come da Lei chiesto) dato che, vede Signor Sindaco, è vero che ha ridotto il numero degli Assessori, ma non ci sembra che la scelta abbia qualche attinenza con le esperienze pregresse e professionali degli stessi.
Dunque i temi da porre all’attenzione sono i seguenti:
● Un Welfare non più assistenziale ma delle responsabilità condivise.
● La salute intesa come promozione del benessere e sviluppo delle capacità personali.
● Una organizzazione sanitaria, verso la prevenzione primaria e secondaria, la promozione di corretti stili di vita (alimentazione, attività fisica, abuso di alcool, fumo e droghe)
● Il superamento della distinzione tra pubblico e privato
● Una integrazione tra Ospedale e Territorio e una sinergia tra ambienti professionali con competenze diverse, ma complementari nel percorso di cura e presa in carico della persona
● Una Sanità oltre l’Ospedale; sviluppo delle Cure Primarie; per favorire l’Assistenza domiciliare; la Residenzialità extra Ospedaliera per non autosufficienti disabili; gli Ospedali di Comunità; gli Hospices
● Una gestione unitaria dei servizi socio-sanitario-assistenziale in ambiti territoriali omogenei
● Una integrazione tra Medici di Medicina Generale e altre figure professionali che operano sul territorio
● Una nuova organizzazione della Medicina Generale che preveda forme di Associazione e Collaborazione atte a consentire di dar vita a un sicuro e stabile riferimento per il paziente lungo l’arco della giornata e della settimana
● La gestione delle cronicità
● La diffusione delle Moderne Tecnologie informatiche
● L’uso del Fascicolo Personale Elettronico
● Lo sviluppo dell’edilizia Sanitaria extraospedaliera

La Medicina Generale può diventare il “collettore” di tutte le energie e risorse presenti sul territorio, le reti del volontariato, i presidi come le farmacie, il servizio postale.
Questi reti possono costituire un prezioso tessuto connettivo tra cittadino e strutture sociali e sanitarie in grado di avvicinare i servizi primari alla persona soprattutto se anziana e fragile.

Ultima modifica: 30-01-2013
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