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I costi del Ministero della Salute
Archivio legislatura 2009 - 2014
Consiglio Comunale del 30 Novembre 2009
“Ordine del Giorno sui costi della politica”
Cittadini, Signor Sindaco, Presidente del Consiglio, Assessori, Consiglieri, relativamente all' “Ordine del Giorno sui costi della politica” che fa riferimento al Decreto di Legge 2766 “Istituzione del Ministero della Salute e incremento del numero complessivo dei Sottosegretari di Stato” approvato dal Senato della Repubblica il 30.09.09 e dalla Camera dei Deputati il 11.11.09, queste le nostre considerazioni.
Premesso che
· La storia del Ministero della Sanità inizia nel 1958, quando da una costola del Viminale nasce il dicastero della Sanità.
· Nel 1999 il Governo D'Alema con la c.d. Riforma Bassanini (D. Lgs. 30 luglio 1999, n. 300, relativo alla riforma dell'organizzazione di governo), che sarebbe dovuta entrare in vigore con la nuova legislatura nel 2001, prevedeva l'istituzione del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, con l'accorpamento del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, del Ministero della Sanità e del Dipartimento della Solidarietà Sociale, allora dipendente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
· Il Governo Berlusconi, risultato vincitore delle elezioni del 2001, col D.L. 12 giugno 2001, n. 217 conv. nella legge 3 agosto 2001, n. 317, dispose lo scorporo della componente afferente alla salute dall'istituendo ministero, prevedendo il Ministero della Salute, con conseguente modifica della denominazione del vecchio Ministero della Sanità, mentre le competenze residue vennero affidate al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
· Nel 2006 il Governo Prodi, vincitore delle elezioni, mantenne il Ministero della Salute e divise il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in due dicasteri: Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e Ministero della Solidarietà Sociale. Ma la proliferazione di dicasteri portò ben presto il Gabinetto Prodi a prevedere un accorpamento in 12 dicasteri secondo quanto previsto dalla versione originaria della Riforma Bassanini che sarebbe entrato in vigore solo dalla nuova legislatura.
· E proprio nel 2008, con la caduta del Governo Prodi e la vittoria del PDL, il Governo Berlusconi restituì il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, nella sua versione originale.
· Il percorso che ha portato alla approvazione del Decreto Legge istitutivo del Ministero della Salute aveva visto all'inizio anche una mozione dell'opposizione, con primo firmatario il senatore Ignazio Marino, in cui si chiedeva di rivalutare la necessita' di avere un Ministero e un Ministro della salute.
Non vogliamo in questo Consiglio, perchè non è questa la sede, rifare la discussione e ribadire le motivazioni che hanno reso opportuno e necessario istituire il Ministero della Salute, vogliamo però ragionare su alcuni dei punti, che sono stati condivisi dai parlamentari dell’opposizione durante il dibattito in parlamento e che hanno determinato la loro astensione:
· Nella maggioranza dei Paesi industrializzati ci sono un Ministro e un Ministero autonomi.
· In Italia, dove abbiamo un sistema sanitario nazionale, la sanita' e' uno dei settori piu' importanti: vale da noi il 9 per cento del PIL (tenendo conto anche dell'indotto, gli occupati superano un milione e mezzo), presenta strutture su tutto il territorio nazionale, interessa la totalita' dei cittadini. Inoltre la salute non è soltanto un diritto riconosciuto dalla nostra Costituzione, ma e' un diritto umano e che quindi in quanto tale va tutelato.
· L’appena istituito Ministero della Salute avrà un importante ruolo sulla determinazione dei livelli essenziali di assistenza da garantire a tutti i cittadini italiani; sul coordinamento e sulla programmazione sanitaria in tutto il territorio nazionale raccordandosi con le regioni e nel rispetto del titolo V e delle competenze gestionali delle regioni.. Dovrà anche favorire un maggiore controllo nazionale della spesa sanitaria e il passaggio dalla spesa storica alla spesa standard.
Fra le tante dichiarazioni sulla necessità di avere un Ministero della Salute scorporato da quello del Lavoro e delle Politiche Sociali, riportiamo quelle di Carlo Lusenti Segretario Nazionale del Maggior Sindacato dei Medici Ospedalieri (Anaao Assomed)
Il ministero della Salute "svolge un ruolo insostituibile per affrontare gli urgenti problemi che gravano sul Ssn e che chiedono immediate soluzioni".
L'Anaao Assomed "ritiene che il ritorno di un ministero con piena autonomia possa contribuire a garantire al Servizio sanitario nazionale il suo carattere di unitarietà in un Paese in cui le differenze tra i vari servizi sanitari regionali tendono ad ampliarsi: è sempre più necessario mantenere un organismo che funga da baricentro, per assicurare il coordinamento programmatorio e di salvaguardia dei criteri di uniformità assistenziali ed evitare pericolose derive che negano il riconoscimento del diritto alla salute su tutto il territorio nazionale".
DICHIARAZIONE DI VOTO
Come PdL non possiamo che dichiarare il voto contrario all’Ordine del Giorno in oggetto, non solo perché ci sembra a dir poco “originale”, ma soprattutto perché non vogliamo mettere il Signor Sindaco in condizioni di imbarazzo di fronte ai parlamentari ferraresi.
Vengono riproposte le stesse osservazioni abbondantemente discusse nei due rami del Parlamento dove il Decreto Legge è stata approvato con questi risultati: il 30 Settembre al Senato con 136 voti favorevoli, 15 contrari e 89 astenuti su 240 votanti, l’11 Novembre alla Camera con 252 voti favorevoli, 63 contrari e 156 astenuti su 315 votanti
Inoltre, se da una parte si considera fra i costi della politica l’istituzione del Ministero della Salute e l’aumento del numero dei Ministri e dei Sottosegretari, dall’altra si “invita i parlamentari nazionali a chiedere al Presidente del Consiglio dei Ministri di recedere dall'applicazione di questo provvedimento anche in ossequio al dettato dell’art. 17 Titolo V della Costituzione Italiana che riserva alle Regioni, in un’ottica federalistica, compiti e funzioni proprie nelle scelte delle politiche sanitarie territoriali”. Forse sarebbe stato meglio chiedere la non applicazione del provvedimento anche per problemi di finanza e di economia.
Infine, nell’ipotesi in cui l’Ordine del Giorno fosse approvato da questo Consiglio, come può il Signor Sindaco chiedere ai parlamentari ferraresi di sconfessare oggi, di fronte al Presidente del Consiglio, il loro operato, quando durante la discussione del Decreto Legge nell’iter parlamentare hanno avuto un comportamento di tutt’altro spessore? Infatti non risulta che abbiamo votato contro il provvedimento, anzi qualcuno ha espresso con certezza un voto favorevole, altri con altrettanta certezza un voto di astensione.