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Proposte del candidato Anselmi per il rilancio delle imprese e del territorio
di Vittorio Anselmi - Maggio 2014
Ho volentieri partecipato all’incontro organizzato da Confartigianato sul tema del sostegno alle imprese e del rilancio del territorio.
L’incontro è stata l’occasione, per ascoltare le istanze e le richieste che il comparto della piccola e media impresa avanza alla politica ed alla pubblica amministrazione, anche locale.
Come già successo durante il recente Ascom-day in Castello, le categorie imprenditoriali chiedono cose ben precise: meno regole, meno tasse, meno vincoli.
Non mi è difficile affermare che queste richieste sono da noi completamente condivise: da sempre sosteniamo la logica che debbano aumentare gli spazi di libertà d'impresa.
La sussidiarietà è da sempre uno dei punti cardine della nostra visione politica, che si riassume in una frase, che abbiamo apprezzato sia stata usata dal Direttore di Ascom Davide Urban: non faccia il pubblico quello che il privato sa già fare bene.
Durante l'incontro con Confartigianato, l'assessore Marattin (a titolo personale si è premurato di precisare), si è anche spinto ad alcune affermazioni che mi sentirei di condividere, se poi non fossi sicuro che il Sindaco Tagliani non le metterà mai in pratica: vendere le ultime azioni Hera ora bloccate, e privatizzare quasi tutte le aziende di servizi; si domandava retoricamente Marattin perché il Comune deve gestire farmacie, onoranze funebri e trasporti pubblici locali? Sono le stesse domande e sollecitazioni che da vent'anni noi poniamo al Comune, chiedendo più privatizzazioni e meno invadenza del pubblico, per tagliare così i costi e i ricatti della politica che tutto pervade.
Ma noi, oltre a ciò, vogliamo di più, consci ovviamente dei limiti e delle regole del gioco: sappiamo che sul fronte della tassazione locale i margini operativi sono ridotti, in termini assoluti, ma alcune proposte potrebbero aiutare segmenti economici strategici; abolire ad esempio la doppia imposizione sullo smaltimento dei rifiuti speciali e l'odiosa tassa di soggiorno darebbero un segnale di inversione di tendenza perlomeno culturale, così come una completa rivisitazione delle tasse di occupazione suolo pubblico e degli altri balzelli che gravano sul commercio e i pubblici esercizi, che oggi limitano e penalizzano queste attività.
Ma il lavoro più serio e incisivo, in caso di vittoria alle prossime elezioni, lo vogliamo dedicare a disboscare l'enorme mole di regole e burocrazia che ingessa lo sviluppo di una sana economia d'impresa. Le piccole e medie aziende soprattutto, anche per la loro dimensione, quasi sempre familiare, non possono essere messe in condizione di dover percorrere una estenuante corsa ad ostacoli (vigili del fuoco, USL, Arpa e così via...) per aprire, modificare o ampliare la propria attività, o semplicemente per stare al passo con infiniti successivi adempimenti burocratici.
Per questo, partendo dalla riorganizzazione dello Sportello Unico Attività Produttive, ed arrivando alla ridefinizione completa degli strumenti urbanistici ed edilizi, intendiamo mettere mano alla macchina burocratica, perché diventi realtà il nostro sogno di un Comune amico dei cittadini, che si mette al loro fianco per agevolarli nella loro vita, personale, familiare e lavorativa. Sul serio, e nel senso che gli associati di Confartigianato mi pare giustamente auspicano.