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O.d.G. prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse e delle gravidanze indesiderate negli adolescenti del Comune di Ferrara
di Ilaria Morghen e Paola Peruffo - 7.4.2017
P.G. 40732/2017
Premesso che
l’infezione da HIV è attualmente una malattia prevalentemente a trasmissione sessuale.
Nel 2015, nel mondo, sono state stimate 2,5 milioni di nuove diagnosi di Hiv, un valore in linea con quanto stimato negli ultimi 10 anni.
Vista
la Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione delle strategie attivate per fronteggiare l’infezione da Hiv nel 2014, pubblicata dal ministero della salute il 18 marzo 2016.
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2482_allegato.pdf
Dopo il Portogallo l’Italia presenta la più alta incidenza di AIDS tra i Paesi dell’Europa occidentale. Nel confronto nazionale nell’anno 2014, l'Emilia-Romagna si pone al settimo posto con un tasso di incidenza pari a 1,6 casi per 100.000 abitanti. La regione presenta valori superiori a quelli nazionali.
L’Italia, come gli altri Stati Membri dell’ONU, si è impegnata e vuole continuare a impegnarsi a combattere e arrestare la diffusione dell’HIV entro il 2015, obiettivo 6 del Millennium Development Goals – MDG, sostituito poi dai Sustainable Development Goals (SDG) attraverso il Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors Study (GBD). Questo imponente studio fornisce stime di mortalità e di morbilità per causa, età sesso e nazione. Una fotografia dello stato di salute planetaria e di performance dei singoli stati relativamente agli indicatori di salute. L’Italia si posiziona al 20° posto a causa dei tassi di morte da catastrofi naturali, fumo, inquinamento e nuovi casi di infezione da HIV. Incidono anche l’obesità infantile e la violenza del partner.
Il 27 e il 28 novembre 2014 si è tenuta a Roma, nell’ambito del semestre europeo di presidenza italiana, la conferenza ministeriale “La lotta all’HIV/AIDS dieci anni dopo la Dichiarazione di Dublino” col proposito di rinnovare la dichiarazione d'impegno del 2004.
Gli obbiettivi da raggiungere entro il 2020, prevedono anche che al 90% delle persone appartenenti alle popolazioni chiave sia garantito l’accesso alla prevenzione, alla diagnosi, al trattamento e alla cura dell’HIV e delle co-infezioni; altrettanto importante sarà affrontare i bisogni degli adolescenti di queste popolazioni, secondo le recenti linee guida del luglio 2014 dell'OMS sulla prevenzione, diagnosi, cura e trattamento delle popolazioni chiave.
Visto che
non esiste ancora una cura per l’infezione da HIV, ma un trattamento efficace con medicinali anti-retrovirali (ARV) può mantenere sotto controllo il virus e permettere alle persone infette di condurre una vita pressoché normale. È stato stimato che solo il 51% delle persone infette da HIV è a conoscenza del proprio stato.
Nel 2014, in Italia le regioni con l’incidenza più alta sono state il Lazio, la Lombardia e l’Emilia-Romagna.
Per quanto riguarda la modalità di trasmissione, quella prevalente nel 2014 risulta essere: rapporti eterosessuali non protetti (43,2% dei casi di nuove infezioni), seguita dagli MSM (40,9%). I casi che si sono infettati per uso di droghe iniettive sono pari al 3,8%.(Istat).
Nella Giornata mondiale contro l'Aids, l'Osservatorio nazionale alcol (Cnesps-Iss) pubblica i risultati di un’indagine svolta nell'ambito del progetto “Prevenzione Aids-Problematiche adolescenziali 2010” condotto dall'Unità Operativa Aids dell'Asl RM/C - D11 nelle scuole superiori del Municipio XI: Il 50 % dei ragazzi e delle ragazze dell’ultimo triennio delle scuole superiori non pensa di poter contrarre una infezione da Hiv durante i rapporti sessuali perché ha bevuto troppo per valutare il rischio; il 10% dichiara che non è in grado di percepire il rischio di Aids potenzialmente connesso a un rapporto sessuale non protetto perché sconvolto dall'uso di sostanze. L'analisi di questi comportamenti a rischio ha destato profonda preoccupazione tra i decisori politici, i ricercatori, i professionisti dedicati alla prevenzione delle fasce più vulnerabili come gli adolescenti.
A partire dal 1 gennaio 2009, la Regione Emilia-Romagna, dopo aver consultato anche la Commissione regionale di lotta all’AIDS, ha implementato il sistema di sorveglianza sulla sieropositività da HIV in tutto il territorio regionale. L’obiettivo di questo rapporto è quello di fornire, insieme ad un breve riferimento al contesto internazionale e nazionale, un quadro epidemiologico dell’infezione da HIV in Emilia-Romagna.
Per una valutazione della diffusione dell’infezione da un punto di vista spaziale, è stata analizzata l’incidenza media nel periodo 2006-2014 per provincia di residenza. Dal confronto tra le diverse realtà territoriali emerge che le province di Rimini (11,4 casi per 100.000 abitanti), Parma (10,2) e Ravenna (9,4) riportano incidenze più alte, mentre le province nelle quali il fenomeno è meno diffuso sono quelle di Ferrara e Piacenza (7,3 casi per 100.000 abitanti).
L’incidenza media annuale di nuove diagnosi di infezione da HIV registrate tra i residenti in Emilia-Romagna nel periodo 2006-2014 è pari a 8,5 casi per 100.000 abitanti; i dati desunti dal sistema di sorveglianza delle nuove diagnosi di HIV evidenziano che, ancora oggi, a circa 300-400 persone residenti in Emilia-Romagna, viene diagnosticata ogni anno la condizione di sieropositività HIV. Le persone sieropositive osservate nel periodo 2006-2014 sono prevalentemente: maschi (73,5%), di età compresa tra i 30 e i 39 anni (33,1%), di nazionalità italiana (70,9%).
La modalità di trasmissione principale risulta essere nell’86,8% dei casi quella sessuale (53,1% eterosessuale e 33,7% omo-bisessuale) valore che sale al 91,7% nell’anno 2014.
Ancora una volta vale il richiamo a rapporti sessuali protetti e al ricorso precoce al test HIV per una diagnosi tempestiva ed eventuale successivo trattamento, per proteggere se stessi e gli altri. Sono queste le principali azioni da promuovere e incentivare, soprattutto tra i giovani, al fine di contrastare l’infezione da HIV e l’AIDS.
Il Piano Regionale della Prevenzione 2015-2018 fa proprie queste indicazioni.
( LO STATO DELL’INFEZIONE DA HIV/AIDS IN EMILIA-ROMAGNA
Aggiornamento sull’epidemia al 31/12/2014)
Ai rischi del mancato uso del profilattico si aggiungono anche altre malattie sessualmente trasmesse: Candida, Chlamydia, Epatite B e C, Gonorrea, Herpes Genitale e Sifilide.
Infine le gravidanze indesiderate nelle adolescenti. L’allarme è lanciato dalla Società Italiana di Ginecologia, per cui il tasso di gravidanza nelle under 18 negli ultimi anni è cresciuto ancora. Una gravidanza su cinque, cioè il 20%, in Italia è indesiderata, e quasi sempre si conclude con un'interruzione volontaria di gravidanza se riguarda le più giovani. Per favorire una migliore cultura della sessualità, affettività e contraccezione consapevole la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia promuove dal 2005 la campagna Scegli Tu. è www.sceglitu.it.f
Tasso di abortività volontaria tra i 15-49 anni (Istat pubblicazione 2014): le tre regioni con il tasso più elevato sono, nell’ordine, la Liguria (10,2 per mille), la Puglia (9,6) e l’Emilia Romagna (9,1). Risulta stabile negli ultimi anni il ricorso all’aborto volontario da parte di donne minorenni: nel 2012 si sono registrati 3,9 casi ogni 1.000 donne di età 15-17.
Visto inoltre
che presso le farmacie italiane è acquistabile da ogni maggiorenne, senza ricetta medica, un kit per un test diagnostico sull’hiv. Il test in questione consiste in un minimo prelievo di sangue da effettuare autonomamente attraverso una piccola puntura sul polpastrello. Se effettuato dopo 90 giorni dal possibile contagio, il test ha un’attendibilità prossima al 100%.
che malgrado il test diagnostico sull’hiv sia disponibile nelle farmacie dal primo dicembre 2016, la stragrande maggioranza degli utenti non è a conoscenza di questo importante strumento di auto-diagnosi.
Visto
Tutto ciò premesso
si impegna
il Sindaco e la Giunta:
- ad aderire alla campagna informativa della SIGO per promuovere la contraccezione sicura negli studenti della scuola secondaria;
- di promuovere opportune attività di comunicazione per informare i cittadini dell’esistenza di un test di autodiagnosi sull’hiv, in modo tale che chi è incerto sulla possibile contrazione del virus, anche senza recarsi presso una struttura sanitaria, può verificare in piena autonomia il proprio stato e, in caso di positività, provvedere alle cure immediate, oltre a cessare possibili comportamenti idonei a trasmetterlo ad altre persone.
Consigliere Comunale M5S Consigliere Comunale FI
Ilaria Morghen Paola Peruffo
migliore cultura sulla sessualità, affettività e
Consigliere Comunale