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Ex Discarica Ca Leona. Controdeduzioni e seconda interpellanza alla risposta all’interpellanza PG 22684/17 del 4 Aprile 2017

di Ilaria Morghen - 18.4.2017

PG 45227/2017
                                                                                   
 

Vista la risposta all’interpellanza  PG 22684/17 del 4 Aprile 2017 presentiamo le seguenti controdeduzioni ed ulteriore richiesta di indagine ed approfondimento da parte dell’Amministrazione e delle Autorità competenti in materia.
Punto1. i dati pubblicati sul sito del Comune di Ferrara (http://servizi.comune.fe.it/7194/bonifiche) relativi alle analisi effettuate sono poco leggibili. L’unica scritta a colori che si legge chiaramente in alto a sinistra è HerAmbiente presupponendo quindi che l’ente controllato in quanto proprietario di una parte dell’ex discarica è anche ente controllante, si ritiene in manifesto conflitto di interessi. Inoltre tale controllo che pertanto non riteniamo opportuno, si estende unicamente nell’arco temporale che va  dal 2010 al 2014, mancando i periodi precedenti e quelli successivi, ovvero dal 2015 ad oggi. Chiediamo la ragione di tali vistose anomalie e la correzione.
Le analisi, anche se sono fatte da HerAmbiente e anche se sono limitate ad un breve periodo, sono decisamente preoccupanti: preoccupa in maniera particolare il grave inquinamento dei pozzetti  confinanti con i primi lotti della ex discarica, ora ad uso agricolo:
 
CASAGLIA 5 (zona coltivata ad uso agricolo): proprietà Manuzzi della discarica come risulta dalla planimetria allegata al documento pubblicato sul sito del Comune, in esercizio dal 1970 al 1986 e poi restituita ad uso agricolo, Ennio e Mauro Manuzzi, (rispettivamente vicepresidente Banca Carife e presidente Confindustria Ferrara e vicepresidente Banca Caricento)  proprietaria anche della Ceramica Sant’Agostino, della ceramica Coem e dell’Agricola Tef SNC (vedi visura CCA), che coltiva sull’area della discarica restituita ad uso agricolo.
 
         Nel 40 % delle analisi vi è un superamento dei valori massimi ammissibili dell’alluminio (con effetti sulla salute umana tra cui Sclerosi Laterale Amiotrofica, Morbo di Alzheimer, Demenza, Morbo di Parkinson; (Multifaceted effects of aluminium in neurodegenerative diseases: A review.See comment in PubMed Commons below Biomed Pharmacother. 2016 Oct;83:746-754. doi: 10.1016/j.biopha.2016.07.035. Epub 2016 Jul 29); (sostanza cancerogena Gruppo 1 IARC), con concentrazioni dalle 3 alle 16 volte superiori (nella tabella analisi pubblicata è indicata la quantità, 652 e 3.205, ma non l’unità di misura che supponiamo siano microgrammi a norma di legge, inficiando la corretta lettura del dato).
         Nel 30 % delle analisi vi è un superamento dei valori massimi ammissibili dell’arsenico (sostanza cancerogena Gruppo 1 IARC)
         Nel 100 % delle analisi vi è un superamento dei valori massimi ammissibili del nichel (sostanza cancerogena Gruppo 2B IARC)
 CASAGLIA 7:
         Nel 40 % delle analisi vi è un superamento dei valori massimi ammissibili dell’alluminio (sostanza cancerogena Gruppo 1 IARC) con concentrazioni dalle 2 alle quasi 4 volte superiori (401 e 771, anche qui unità di misura non indicata).
         Nel 20 % delle analisi vi è un superamento dei valori massimi ammissibili dei nitriti (sostanza cancerogena Gruppo 1 IARC) con una concentrazioni 13 volte superiore (6,5 mg/L).
         Nel 20 % delle analisi vi è un superamento dei valori massimi ammissibili del nichel (sostanza cancerogena Gruppo 2B IARC, anche qui unità di misura non indicata).
In attesa di ricevere in dati di ARPA aggiornati, ricordiamo che un documento di ARPA sui siti contaminati del 2005 della Dott.ssa Mazzoni, riporta per Casaglia 7 un valore di inquinamento di PCB pari a 2,51 microgrammi/L (valore limite 0,01).
 
CASAGLIA 6:
         Nel 20 % delle analisi vi è un superamento dei valori massimi ammissibili dell’alluminio (sostanza cancerogena Gruppo 1 IARC, anche qui unità di misura non indicata).
         Nel 10 % delle analisi vi è un superamento dei valori massimi ammissibili dell’arsenico (sostanza cancerogena Gruppo 1 IARC, anche qui unità di misura non indicata).
         Nel 90 % delle analisi vi è un superamento dei valori massimi ammissibili del nichel (sostanza cancerogena Gruppo 2B IARC, anche qui unità di misura non indicata).
 
Come mai sostanze pericolose e frequentemente trovate come l’alluminio vengono cercate una volta su 2  ed anche una volta su 4 rispetto alle altre sostanze ?
 
E’ stato predisposto ed approvato dalla Conferenza dei Servizi un adeguato piano di investigazione e un adeguato piano di indagini come previsto dalla normativa?
Mancano i dati di due pozzi profondi alfa e beta. (Casaglia alfa e beta proprietà HERA dove sono collocati i pannelli fotovoltaici). Perché?
Chi ha eseguito suddetti campionamenti e chi ha eseguito suddette analisi e con quale metodica? Ci aspettiamo che siano enti di controllo istituzionali e non privati in conflitto di interessi. HeraAmbiente a che titolo esegue controlli anche nella proprietà Manuzzi?Questi dati sono stati validati da ARPA Ferrara e dalla Conferenza dei Servizi?
Nei documenti rilasciati dal Comune (planimetria Ca Leona siti contaminati), a differenza delle proprietà comunali e di HERA, la proprietà Manuzzi, non riporta i periodi di gestione della discarica, e poiché la normativa prevede di riportare la ricostruzione storica delle attività produttive del sito, (Legge 152/06 e successive modifiche), e poiché è anche l’area dai dati forniti più inquinata, chiediamo all’Amministrazione di porre rimedio a questa lacuna legale e informativa.
Punto 2. Come mai non si è fatto riferimento al preoccupante rapporto ARPA n. 5959/05 inviato da ARPA al Servizio Ambiente del Comune di Ferrara, alla Procura della Repubblica, A.U.S.L. e Provincia di Ferrara, relativo a campioni non regolamentari per i PCB (Policlorobifenili) relativi ad acque sotterranee campionate nel luglio 2005 nei pozzetti piezometrici intorno all’area della discarica Ca’ Leona e per precisione di 3 campioni non regolamentari di cui uno con valori di 402 volte ed uno di 251 volte oltre il limite di legge? Si cita il periodo di chiusura del documento: “Si trasmette il tutto agli Enti in indirizzo per i relativi provvedimenti di competenza, visti i valori elevati riscontrati, la messa in sicurezza dei piezometri elencati in tabella”. In merito a questa comunicazione quali provvedimenti il Servizio Ambiente del Comune di Ferrara ha messo in atto?
E’ opportuno rammentare che i PCB sono sostanze tossiche classificate dalla IARC nel Gruppo 1 (agenti cancerogeni per l’uomo), inquinanti molto tossici per l’uomo e per l’ambiente e che sono compresi anche nell’elenco degli Inquinanti Organici Biopersistenti.
Quante volte è stata ripetuta dall’ARPA la ricerca dei PCB e affini negli stessi 3 pozzetti in cui sono stati trovati livelli così elevati di PCB nel luglio 2005 e quante volte sono stati cercati i PCB e affini sempre da ARPA negli altri pozzetti  piezometrici attorno alla ex discarica Ca’ Leona, nelle acque superficiali circostanti, nelle acque di irrigazione dei campi coltivati nell’area e nelle adiacenze dei vecchi lotti utilizzati come discarica dal ‘70 all’86, nei terreni  agricoli e nei prodotti agricoli coltivati ?
Punto 3. Quante volte il preoccupante cromo esavalente (i composti a base di cromo esavalente sono sostanze tossiche classificate dalla IARC nel Gruppo 1 (agenti cancerogeni per l’uomo), inquinanti molto tossici per l’uomo e per l’ambiente, è stato cercato dall’ARPA e dall’AUSL nelle matrici suddette ?
Il cromo esavalente è poi stato cercato nei campioni di grano del 2009 come da richiesta dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) nella sua nota Prot 18/11/2009-0057272 inviata all’AUSL di Ferrara?
Nella risposta all’interpellanza non viene riportato l’esito specifico delle analisi sul grano citate all’anno 2009 facendo unicamente menzione di non presenza di “criticità tali da implicare l’interdizione all’uso agricolo di tali aree”, che non consente un controllo terzo della metodica e del risultato delle analisi condotte.
Si fa presente che documentazione successiva alla data indicata dall’Assessore nella risposta, ovvero il 2009, indica invece la necessità di approfondimenti ulteriori:
“la problematica era già stata segnalata alle Autorità competenti con l’esposto PROT. 69/09/GL del 15 giugno 2009 a firma Dott. Luigi Gasparini sul grano coltivato su “presunti siti contaminati” e che in quell’occasione il Dott. Orazio Buriani, il Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda U.S.L. di Ferrara, aveva prodotto una relazione (All. 23: Prot. Gen. A. USL n. F PG 78709 del 14/07/09 trasmessa dal Comune di Ferrara con PG Cod AMC. FE. A01 del 22/09/10) che a pag. 7 così concludeva: “I 5 campioni di grano campionati come rappresentativi dei campi di Ca’ Leona, …. sono da considerarsi regolari, con riserva di effettuare un controllo aggiuntivo limitatamente al parametro Cr esavalente per il campione di Ca’ Leona presso CAPA” (COOP. PER L'ASSISTENZA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE SOC.COOP.)
 In effetti lo stesso Istituto Superiore di Sanità nella sua nota Prot 18/11/2009-0057272 aveva ribadito la necessità di una verifica analitica di conferma per ricercare il cromo esavalente che nelle indagini precedenti non era stato cercato. Nella stessa risposta dell’Assessore si fa esplicito riferimento a “mancati riscontri di superamento di Cromo VI nei campioni esaminati, e non già della sua assenza, senza indicare il quantitativo riscontrato. Chiediamo in visione i referti analitici specifici.
Pertanto si chiede di  verificare se questo controllo aggiuntivo è poi stato fatto e se sui prodotti agricoli coltivati in suddetta ex-discarica Ca’ Leona e destinati all’alimentazione umana e/o animale siano state ripetute negli anni successivi al 2009 le indagini eseguite nel 2009, compresa la ricerca del cromo esavalente che aveva destato preoccupazioni sanitarie sia all’ISS sia al Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda U.S.L. di Ferrara.
La presenza di cromo esavalente nei prodotti agricoli non è da escludersi visti i rapporti di prova  di campionamenti eseguiti da Stefano Bulzoni il 28/03/11 sui fanghi (sedimenti) e sulle acque superficiali vicine a 2 pozzi piezometrici e sul grano coltivato nell’area suddetta: la concentrazione di cromo esavalente è risultata rilevante e ampiamente fuori norma nel sedimento del fosso vicino al pozzo 1, come viene scritto a pag. 224 di suddetto esposto di Bulzoni del 18/07/2014, di cui si riporta un estratto:
“In data 11.4.2011 Este Lab forniva i seguenti referti di analisi su campioni Amici della Terra, inerenti altri luoghi della discarica Casaglia.
Il fango prelevato dalla sponda Fosso Crespano in prossimità pozzo 6 (per la sua posizione vedi allegato 14 A) ha dato questi valori:
 
Alluminio                 6.340  mg/kg;
Cromo esavalente    7,9      mg/kg,  limite D. lgs 152/06,   2 mg/kg;
Ferro                        11.000 mg/kg;
Manganese               257       mg/kg.”
 
Non si evince dalla risposta all’interpellanza se sia stata effettuata anche da ARPA la ricerca in suddette acque sotterranee del cromo esavalente, ricerca da ritenersi indispensabile in quanto il cromo esavalente è una  sostanza classificata dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), organismo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), d’ora in poi chiamata solo IARC, nel Gruppo 1 (agenti cancerogeni per l’uomo) ed è assimilabile dalle colture vegetali. Dai dati pubblicati dal Comune risulta che le quantità di Cromo totale e Cromo VI sono spesso equivalenti e non se ne comprende la ragione che andrebbe esplicitata.
 Pertanto, alla luce della non conformità sopra esposte, secondo il Dlgs 152/06 e sm delle CSC (Concentrazioni Soglia di Contaminazione)  delle acque sotterranee per l’uso agricolo di suddetta ex-discarica Ca’ Leona e dell’area adiacente, rimane valida la richiesta di eseguire una determinazione delle CSR (Concentrazioni Soglia di Rischio) sito specifica su suddetta ex-discarica Ca’ Leona e sulle aree adiacenti e sugli altri siti potenzialmente contaminati. 
L’assoluta trasparenza impone la pubblicazione sul sito internet istituzionale del Comune di Ferrara in maniera leggibile e integrale (e cioè non in tabelle) di tutti i referti analitici di ARPA e AUSL e chiaramente anche quelli  citati nelle interpellanze in oggetto completi di data e protocollo indirizzati a suo tempo al Servizio Ambiente del Comune di Ferrara e di conseguenza anche al Sindaco del Comune di Ferrara;  in particolare dovrebbero essere resi pubblici tutti i referti analitici relativi ai campionamenti eseguiti da istituzioni pubbliche, come ARPA e AUSL, sulla varie matrici ambientali e alimentari , ed in particolare quelli in cui sono stati cercati il cromo esavalente, i PCB e affini e tutte le altre sostanze cancerogene e molto tossiche con i verbali di campionamento.
Da tener presente che le sostanze trovate da ARPA dal 2003 al 2015 in concentrazioni superiori ai limiti di legge nelle acque di falda dei pozzetti adiacenti la ex discarica Ca’ Leona, come PCB, cromo esavalente, arsenico, CVM (monocloruro di vinile), alluminio, 1-2 Dicloropropano, tetracloroetilene, nitriti, piombo, nichel, triclorometano, benzo (g,h,i) perilene, manganese, zinco e solfati, indipendentemente dalla loro origine e cioè da come si sono formate nell’acqua di falda, sono comunque sostanze cancerogene  e molto tossiche di cui bisogna evitare la diffusione ambientale e l’entrata nella catena alimentare secondo i principi della PREVENZIONE PRIMARIA.
La legge contempla il superamento o meno dei limiti fissati per l’uso del suolo residenziale e di conseguenza anche agricolo e non contempla parole soggettive e/o di ambigua interpretazione come “superamento sistematico” ma contempla invece l’analisi di rischio.
L’affermazione “Il superamento dell’arsenico rimane contenuto, non è da ritenersi accettabile: 33 volte oltre i limiti di legge per la sostanza cancerogena arsenico, classificata dalla IARC nel Gruppo 1, (agenti cancerogeni per l’uomo), per noi cittadini non è “un superamento contenuto”.
Anzi, se venisse applicato anche a Ferrara il decreto-legge n. 136 del 2013 (cosiddetto decreto “terra dei fuochi”), in caso di superamenti delle CSC di oltre 10 volte i limiti di legge, come proprio nel caso di Ca’ Leona, non basterebbe un normale monitoraggio delle acque di falda ma dovrebbero essere presi dei provvedimenti  restrittivi  di uso dell’area a tutela della Salute Pubblica e il monitoraggio dovrebbe essere esteso a tutte le matrici ambientali e  alimentari dell’area e anche delle “particelle catastali confinanti”.
Riteniamo non sia sufficiente la semplice osservazione.
Aggiungiamo che per correttezza, anche statistica, i dati non possono essere scorporati dall’indicazione dei livelli e dalle direzioni delle acque di falda nei momenti dei campionamenti. La motivazione risiede nella assoluta necessità di non diluire dati rilevanti con dati irrilevanti.
Torniamo a chiedere se vi sono già dei pareri tecnici scritti dai competenti organi tecnici dell’AUSL (non solo del Servizio Igiene Pubblica ma anche del servizio Veterinario) che dichiarino che la coltivazione nei vecchi lotti della ex-discarica Ca’ Leona non comporta nessun rischio aggiuntivo per la Salute Pubblica rispetto alla coltivazione in altre zone di Ferrara e qualora non ci siano già suddetti pareri tecnici chiediamo al Sindaco che, in qualità di Autorità Sanitaria Locale, li acquisisca dalla competente AUSL.
Riassumendo:
  • Come mai non risulta corrispondenza  tra i valori dei parametri presenti nella tabella delle analisi presentata nella conferenza stampa del 31/03/17 e successivamente pubblicata sul sito internet del Comune e i valori di almeno 6 trasmissioni di rapporti da ARPA a Comune, Provincia, AUSL e Procura dal 2010 al 2014 ?
  • Come mai non sono state rese pubbliche le analisi effettuate dal 2003 al 2009 e le analisi dal 2015 in poi ?
  • Dove sono visionabili i verbali di campionamento eseguiti da ARPA?
  • Le prime analisi sarebbero più vicine nel tempo e comunque più pertinenti  rispetto al periodo di gestione dei primi lotti della ex discarica Ca’ Leona (gestione 1970/1986) e le altre dal 2015 in poi sarebbero più rappresentative della situazione attuale.
  • Come mai nell’elenco non compaiono le analisi relative al Pozzetto Esterno P1 trovato non regolamentare da ARPA il 29/03/10 per Arsenico e Manganese, l’11 e 12/04/11 per Ferro e Manganese, il 10/04/12 per Arsenico, Ferro e Manganese, il 09/10/12 per Alluminio, Arsenico, Ferro e Manganese, il 15/04/13 per Arsenico, Ferro e Manganese e il 20/10/14 per Arsenico, Ferro e Manganese?
     
Il pozzetto esterno P1, esterno dell’area di Ca’ Leona,  molto inquinato, preoccupa.
 
  • Le frequenze di superamento dell’alluminio (sostanza cancerogena del gruppo 1 IARC) sono preoccupanti in particolare nel pozzetto Casaglia 5, Casaglia A e Casaglia G dove il ritrovamento di una concentrazione rispettivamente di  3.205 del 08/04/14, di 2.770 dell’11/04/11 e di 3.045 del 11/04/11 (stesso giorno del l’altro pozzetto) meriterebbero come minimo un approfondimento.
 
  • Le frequenze di superamento dell’ Arsenico (sostanza cancerogena del gruppo 1 IARC) sono preoccupanti anche perché riguardano in particolare alcuni pozzetti ed in particolare Ca’ Leona 3, Ca’ Leona 6: il ragionamento sull’ormai ubiquitarietà dell’arsenico in grandi concentrazioni portato avanti in conferenza stampa è molto forzato e non credibile; se fosse veramente ubiquitario come mai in alcuni pozzetti è a basse concentrazioni e in altri pozzetti è ad alte concentrazioni; comunque una sostanza cancerogena, indipendentemente da come si è formata nell’acqua di falda, è pericolosa per la salute se entra nella catena alimentare.
  • Anche le frequenze di superamento del Nichel (sostanza cancerogena del gruppo 2B IARC ) sono preoccupanti.
Punto 4. Chiediamo di prendere visione del parere tecnico dell’ASL relativo alla restituzione all’attività agricola dei vecchi lotti della ex discarica Ca’ Leona e i verbali delle Conferenze dei Servizi che hanno trattato l’argomento dei vecchi lotti.
Visto il DECRETO 18 settembre 2001, n. 468 (Delibera del Presidente del Consiglio del 3 Febbraio 1989), che ha inserito il distretto ceramico di Modena e Reggio Emilia ma non quello di Ferrara, nei siti da bonificare a causa del preoccupante livello di inquinamento di alcuni siti utilizzati come discariche anche dalle aziende produttrici di ceramiche, tra gli anni 70-90,
 (https://www.arpae.it/cms3/documenti/_cerca_doc/ecoscienza/ecoscienza2010_3/boraldicapuanoes3_2010.pdf)
tuttavia rimanendo valido l’utilizzo dell’art 6.: “Qualora   la  destinazione  d'uso  prevista  dagli strumenti  urbanistici  in  vigore  imponga  il rispetto di limiti  di accettabilità di contaminazione che non possono essere  raggiunti neppure con l'applicazione delle migliori tecnologie     disponibili     a     costi    sopportabili, l'autorizzazione   di  cui  al  comma  4  può prescrivere l'adozione  di  misure di sicurezza volte ad impedire danni derivanti  dall'inquinamento  residuo,  da  attuarsi in via prioritaria  con  l'impiego  di  tecniche  e  di ingegneria ambientale,  nonché  limitazioni  temporanee  o permanenti all'utilizzo  dell'area bonificata rispetto alle previsioni degli  strumenti  urbanistici  vigenti,  ovvero particolari modalità   per   l'utilizzo   dell'area   medesima.   Tali prescrizioni  comportano,  ove  occorra,  variazione  degli strumenti urbanistici e dei piani territoriali”.
 
Con osservanza
Ilaria Morghen
Consigliera Comunale M5S

 
 
                                                                                                  
 
Ultima modifica: 03-07-2018
REDAZIONE: Gruppo Consiliare Movimento5Stelle
EMAIL: gruppo-movimento5stelle@comune.fe.it