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O.d.G - Difesa della Costituzione
di Claudio Fochi - 14.11.2016
P.G. 129056/2016
Trattazione ex art. 101 comma 3 del Regolamento del Consiglio Comunale di Ferrara (“
Ogni Gruppo consiliare ha, una volta ogni otto mesi, la facoltà di presentare un ordine del giorno la cui discussione avvenga nella prima seduta del Consiglio Comunale successiva alla presentazione”) del seguente
Ordine del Giorno, sul testo di legge costituzionale approvato in seconda votazione a maggioranza assoluta, ma inferiore ai due terzi dei membri di ciascuna Camera, recante: “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”, sottoposto a Referendum Costituzionale nella giornata del 4 dicembre 2016, come da Decreto del Presidente della Repubblica 27 settembre 2016, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale - Serie generale n. 227 del 28 settembre 2016;
PREMESSO CHE:
• spetta unicamente al Parlamento, e non al Governo, la revisione costituzionale, così come previsto dall’articolo 138 della nostra Carta Costituzionale che, appunto, fissa tempi e procedure per la propria modifica;
• l’attuale Parlamento, eletto con un sistema elettorale (c.d.
Porcellum) dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale (con sentenza n. 1/2014), ha approvato una legge elettorale, c.d.
Italicum, che non rispetta le indicazioni della stessa sentenza e, fatto ancor più grave, ha approvato una riforma costituzionale destinata, in combinazione con l'Italicum, ad incidere pesantemente sull'assetto democratico del nostro paese;
CONSIDERATO CHE:
• la Carta fondamentale, che regola il modello di Stato e l'intero ordinamento democratico della nazione, voluta e condivisa dai nostri Padri costituenti in rappresentanza di tutte le forze democratiche, dovrebbe rappresentare un bene condiviso ed alla cui modifica si debba concorrere nella maniera più larga possibile;
RITENUTO CHE:
la legge elettorale e la riforma del Senato andranno a ledere profondamente i diritti costituzionali dei cittadini in quanto:
• il Senato della Repubblica non sarà più eletto direttamente dai cittadini (art. 58 della Costituzione) ma sarà ridotto ad un’assemblea di soli 100 senatori di cui 5 nominati dal Presidente della Repubblica e 95 (74 consiglieri regionali e 21 sindaci), scelti dai Consigli regionali (nei quali figurano attualmente diversi politici indagati dalla magistratura ), con doppio incarico e immunità parlamentare;
• la legge elettorale (
Italicum) ricalca, peggiorandolo, l’anticostituzionale
Porcellum e disattende la sentenza della Consulta perché continua a negare il voto diretto dei cittadini ed il loro diritto ad esprimere senza vincoli le proprie preferenze (artt. 1, 3, 48, 56, 58 della Costituzione). Tale legge, dunque, ripristina un Parlamento di politici nominati dai partiti e ripropone un sistema fortemente maggioritario, senza prevedere una soglia minima e con un altissimo premio di maggioranza;
RITENUTO INOLTRE CHE:
il combinato disposto tra queste riforme, quella della legge elettorale e quella costituzionale:
• consegnerà un potere praticamente assoluto al partito o alla lista che, con solo il 40% dei voti, conquisterà il 55% dei seggi alla Camera dei Deputati (340 seggi) ed avrà una maggioranza tale da poter condizionare l'elezione del Presidente della Repubblica, dei giudici della Corte Costituzionale e dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura, organi di garanzia e di controllo fondamentali per la vita della democrazia costituzionale;
• consegnerà, nel caso assai probabile in cui nessun partito o coalizione di partiti dovesse raggiungere il 40% dei voti, nel successivo turno di 'ballottaggio', la maggioranza assoluta dei seggi ad un solo partito, indipendentemente dai voti ottenuti al primo turno (che potrebbe anche rappresentare solo un 20% degli elettori) e dal numero dei votanti;
• comprimerà ulteriormente la "sovranità popolare" modificando e mortificando gli strumenti costituzionali di democrazia diretta, fra i quali il Referendum, tendendo ad innalzare il numero di firme necessario per richiederli;
CONSIDERATO INOLTRE CHE:
- la riforma costituzionale proposta mira al depotenziamento delle prerogative delle Regioni a statuto ordinario e impatterebbe inevitabilmente e negativamente sui processi di interlocuzione fra Regioni e Comuni che sarebbero inevitabilmente spinti a maggiore interlocuzione con le autorità statali centrali su diversi temi anziché con le istituzioni regionali, più vicine al territorio;
- dopo anni di sforzi e di sentenze della Corte Costituzionale nel dirimere contenziosi fra Stato e Regioni , essi sarebbero vanificati e si correrebbe il rischio (con dispendi di costi e tempi istituzionali) di ritornare su questioni già sanate e chiarite dalla giurisprudenza istituzionale in materia di competenze e prerogative;
- si creerebbero ulteriori pasticci e confusioni, nonché incertezze istituzionali, sulla normazione e implementazione delle cosiddette Aree Vaste anche relativamente al profilo istituzionale delle ex province;
IL CONSIGLIO COMUNALE:
• esprime motivata e pubblica preoccupazione nei confronti delle modifiche costituzionali poste in essere sostanzialmente dall’attuale Governo e si impegna a sensibilizzare l’opinione pubblica alla salvaguardia della nostra Costituzione;
IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA A:
• esprimere motivata e pubblica preoccupazione nei confronti delle modifiche costituzionali poste in essere dal presente Governo;
• ribadire che l’obiettivo della “
stabilità del governo del paese e dell'efficienza dei processi decisionali nell'ambito parlamentare” non può "produrre un'alterazione profonda del principio di rappresentanza democratica, sul quale si fonda l'intera architettura dell'ordinamento costituzionale vigente" come ha scritto la Consulta nella sentenza n.1/2014;
• inoltrare il presente atto consiliare al Presidente della Camera dei deputati, al Presidente del Senato, ai capigruppo parlamentari di Camera e Senato noché all'Anci nazionale.
Il consigliere comunale del M5S di Ferrara
Claudio Fochi