salta i contenuti principali a vai al menu
O.d.G. su rispetto della quota accoglienza migranti
di Claudio Fochi - 7.7.2017
P.G. 80450/2017
Premesso
che al 13 giugno 2017, secondo dati ufficiali relativi all’accoglienza di richiedenti asilo comunicati dal Ministero dell’Interno, per quanto riguarda il territorio del comune di Ferrara, figuravano 736 presenze (666 afferenti ad accoglienza straordinaria (CAS) , 70 afferenti a programma SPRAR ) che corrispondono ad una percentuale del 5.53 per mille della popolazione residente;
Osservato
ohe nella settimana successiva a tali rilevazioni, in particolare il 28 e 29 giugno sono sbarcati sulle nostre coste circa 12 mila migranti dei quali almeno una 40ina verranno presumibilmente accolti localmente nelle prossime due settimane.
Che tale fenomeno migratorio è valutato con stime di proiezione in notevole aumento sia per le buone condizioni climatiche estive e del mare sia per il permanere delle cause e della tipologia di tali spostamenti migratori, ulteriormente incentivato negli ultimi tempi da apporti di navi e imbarcazioni di salvataggio in mare gestite da organizzazioni Onlus di diverse nazionalità.
Per cui è presumibile che ciò avrà sensibili ripercussioni nella ripartizione dei migranti a livello locale;
Visti
- la Direttiva della Ripartizione dei Richiedenti Asilo (11 ottobre 2016) firmata dall’ex Ministro dell’Interno Angelino Alfano;
- il Piano di ripartizione su richiedenti asilo e rifugiati discusso fra il Governo e ANCI che prevede l’accoglienza di una quota di 2,5 migranti per mille abitanti (per i Comuni di dimensione media nei quali rientra il comune di Ferrara);
Preso atto
che tale documento introduce una "clausola di salvaguardia” che rende esenti - recita il testo -
i Comuni che appartengono alla rete Sprar, o che abbiano già formalmente manifestato la volontà di aderirvi (come il Comune di Ferrara, n.d.r.)
dall'attivazione di ulteriori forme di accoglienza";
Considerato
che il recente aumentato afflusso di migranti - destinato ad incrementare significativamente - sta creando notevoli problemi di accoglienza alle strutture locali poste sotto pressione, in tali termini che in questi giorni sentiamo ventilare da figure istituzionali le ipotesi di accoglienza in “tendopoli” o in “container”, soluzioni che, sotto il profilo di civiltà e di rispetto della dignità dell'uomo stesso non possono essere considerate accettabili (sebbene temporanee) poiché lesive degli stessi diritti dei migranti che hanno il diritto di essere ospitati in strutture logistiche adeguate. Che tali strutture presentano inoltre alto rischio sociale nonché il rischio di accentuare l'insofferenza e l'intolleranza della popolazione locale per uno strumento che sarebbe squalificante sia per persone accolte
che residenti;
Considerato altresì
che solo il 3% dei richiedenti asilo, mediamente, ha ottenuto lo status di rifugiato politico, secondo dati resi noti dall'ASP (Centro per i servizi alla Persona) riguardo ai primi sei mesi dell'anno scorso (2016) (sette stranieri a cui sono stati riconosciuti i requisiti per l'asilo politico a fronte di 281 casi esaminati). Le domande respinte sono state 91 mentre i rimanenti migranti sono suddivisi nelle categorie di protezione sussidiaria (56 casi) e protezione per motivi umanitari (127 casi).;
Tenuto conto
che le possibilità di inserire flussi ingenti di migranti e richiedenti asilo in percorsi lavorativi si assottigliano sempre più visto che il tasso di disoccupazione giovanile a livello nazionale si attesta al 37%, in aumento dell’1,8% (solo nel mese di maggio 2017 ci sono stati 51 mila posti di lavoro in meno rispetto ad aprile 2017);
Tenuto conto altresì
che a livello europeo la politica di ricollocamento dei migranti si sta rivelando fallimentare. Infatti al 30 giugno 2017, su 34.950 ricollocamenti previsti dall’Italia verso altri paesi i ricollocamenti sono stati 7396. In Austria, addirittura su 462 ricollocamenti previsti entro il mese di settembre ne sono stati ricollocati “ZERO” (con 16 domande in corso di disamina);
Ricordato
che Emmanuel Macron, presidente Francese (di una nazione confinante con la nostra ) non solo acconsente al respingimento dei migranti alla frontiera di Ventimiglia ma dichiara pubblicamente che la Francia non ospiterà i cosiddetti migranti economici e si limiterà ad accogliere solo i rifugiati politici;
Ricordato altresì
che in molti altri paesi europei confinanti e non (Francia, Spagna, Austria, Germania, Austria, Svizzera, Portogallo, paesi scandinavi, paesi balcanici, per citarne solo alcuni ), come è stato anche recentemente ribadito all’incontro dei ministri dell’Interno a Tallin (6 luglio 2017) adottano una politica di accoglienza che in pratica chiude le frontiere ai migranti e se ne guardano bene dal derogare in solidarietà - per chi potrebbe farlo - al trattato di Dublino, rifiutandosi di accettare di aprire nuovi porti, ciò che di fatto condanna l’Italia ad un flusso di migranti ormai giudicato incompatibile con le sue capacità ricettive;
Constatato altresì
che il Parlamento Europeo ha approvato un emendamento del gruppo Efdd - MoVimento 5 Stelle, al
mandato per il trilogo del bilancio 2018, dove riconosce un finanziamento al nostro paese per copertura spese relativa ai migranti che copre solo il 3% delle spese effettivamente sostenute e che quindi lo Stato italiano (con i soldi delle tasse dei cittadini) ha finanziato (si spera non a fondo perduto) il 97% delle spese sostenute per la gestione della crisi migratoria e che ciò non può non aver avuto un impatto sul trasferimento di fondi alle amministrazioni locali (salvo future integrazioni a livello nazionale da parte dell’AMIF). Infatti:
il Parlamento europeo "
si rammarica - recita l'emendamento approvato dall'aula -
dell'assenza finora di un sistema efficace di redistribuzione, che ha provocato un carico disomogeneo per alcuni Stati membri, segnatamente Italia e Grecia; ricorda che nel 2016 sono arrivati nell'Unione europea 361.678 rifugiati e migranti, di cui 181.405 in Italia e 173.447 in Grecia, e che finora nel 2017 l'Italia ha già accolto l'85% dei rifugiati e migranti arrivati nell'Unione europea; si rammarica che l'Italia abbia ricevuto finora solo 147,6 milioni di euro a titolo dell'AMIF (Asylum, Migration and Integration Fund) , importo che copre solamente il 3% delle spese totali sostenute dal paese per la gestione della crisi migratoria".;
Convinti
che confondere la VOLONTA’ di accoglienza con la CAPACITA’ di accoglienza possa costituire una pericolosa miopia potenzialmente foriera di acuire criticità di tipo economico, sociale ed occupazionale presenti sul territorio del comune di Ferrara che vanno ben oltre l’aspetto logistico, poiché nel nostro territorio infatti persiste un elevato tasso di disoccupazione giovanile, il più alto ricorso alla cassa integrazione ordinaria ( per il quale la nostra città detiene il primato regionale), e di conseguenza un tessuto economico che in prospettiva potrebbe non offrire sbocchi occupazionali a giovani migranti previsti in forte aumento;
Consapevoli inoltre
- che un afflusso sempre più incrementale di migranti e richiedenti asilo contribuisce a mettere sotto pressione le Forze dell’Ordine che lamentano cali di organici (come si evince da dichiarazioni dei rappresentanti sindacali delle stesse rilasciate alle istituzioni nei giorni scorsi durante incontri con Prefetto, Questore e Sindaco) non solo per la difficoltà di espletare le procedure di identificazione degli stranieri interpellati ma anche per scarsità di personale necessario al monitoraggio del territorio, in particolare di alcune zone dove si concentrano grandi percentuali di immigrati e richiedenti asilo);
- che il sistema di accoglienza a Ferrara è ormai saturo, come ha dichiarato la dirigenza ASP;
il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta
a farsi portavoce presso le autorità competenti, per tutti i motivi espressi nei paragrafi precedenti al fine di evitare la concentrazione di un alto numero di migranti, per prolungati periodi di tempo, in strutture che possano determinare situazioni di insofferenza, malessere e tensioni sia tra migranti stessi sia nella popolazione ospitante e di optare per l´accoglienza di quote di migranti proporzionale al numero di abitanti secondo i criteri stabiliti dal Piano nazionale di riparto dei richiedenti asilo concordato tra l'ANCI ed il Ministero dell'Interno, il quale prevede indicativamente 2,5 posti per ogni 1.000 abitanti, proporzione già abbondantemente superata nel nostro territorio;
a farsi portavoce nei confronti della Prefettura e del Ministero dell´Interno di una richiesta di piena osservanza della clausola di salvaguardia che rende esenti i Comuni come Ferrara, che hanno manifestato la volontá di aderire alla Rete Sprar, dall´attivazione di ulteriori forme di accoglienza (direttiva del Ministero dell´Interno dell´11ottobre 2016), in particolare di carattere straordinario, e di una dichiarazione ufficiale che evidenzi come le strutture presenti sul nostro territorio non siano in grado di fornire un livello di accoglienza logistica accettabile e dignitosa per i migranti (dal momento che si parla di tendopoli e container) e compatibile con la situazione economico, sociale, occupazionale e di pubblica sicurezza del territorio comunale.
Il Consigliere comunale M5S
Claudio Fochi