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Intervento in Consiglio comunale del 31/08/09

Archivio legislatura 2009 - 2014
Anzitutto volevo ringraziare i colleghi Consiglieri che hanno voluto, con la richiesta di una seduta straordinaria, porre all’attenzione di questa assemblea un tema certamente importante e che coinvolge indistintamente tutti i cittadini. La ritengo la giusta interpretazione del ruolo delle opposizioni, di attenzione e di controllo.

Vi ringrazio dicevo, perchè se nelle intenzioni di qualcuno vi era l’intento, approfittando del periodo estivo, di effettuare interventi di riorganizzazioni aziendali che in qualche modo possano variare la condizione di vita e confort della collettività, sia in meglio che i peggio, è bene che questo qualcuno sappia che il Consiglio Comunale è attento e vigile non disposto a rimanere spettatore di iniziative altrui seppure legittime.
Ritengo in effetti che una azienda come Hera avrebbe dovuto sentirsi in dovere di avvertire anticipatamente le istituzioni, sia l’Amm.ne Comunale che ATO6 ed ASL, informando su modalità e tempi di attuazione di un progetto come questo, con il quale se ho ben capito, ha deciso autonomamente di modificare a livello organizzativo le attività di analisi dell’acqua potabile, attività che attualmente viene svolta a Pontelagoscuro e con ottimi risultati.

Ben venga quindi questo confronto per capire meglio a quale operazione stiamo assistendo ed eventualmente quali iniziative insieme possiamo mettere in campo per il mantenimento della eccellente qualità dell’acqua che oggi esce dai nostri rubinetti.

In questi giorni, ho visto anche quanto riportato dalla stampa che, raccogliendo le dichiarazioni di questo e quel esponente, ne ha fatto scaturire un quadro eccessivamente allarmistico.

Personalmente respingo con forza l’immagine che si vuole far passare, quasi vi fosse una maggioranza silenziosa e immobile che accetta passivamente le decisioni di Hera. Alcuni appelli apparsi in questi giorni ci accusano di rinunciare “a qualsiasi iniziativa di contrasto nell’interesse della cittadinanza” e invitano “i consiglieri comunali della maggioranza affinché riflettano con la massima attenzione sui propri orientamenti e valutino le gravi responsabilità che da essi discenderebbero ove non si impedisse la realizzazione dei piani di Hera”
Da queste considerazioni pare quasi che sia stato architettato un disegno criminale con il quale, per portare a compimento un piano di riorganizzazione aziendale, qualcuno sia disposto ad avvelenarci tutti (compresi i cittadini degli altri comini del contratto di servizio) peggiorando la qualità dell’ acqua che beviamo, che l’Amministrazione comunale accondiscenda a questo piano ed infine che tutto ciò possa avvenire tranquillamente senza che gli effettivi organi che hanno autorità di controllo ATO e ASL, possano in nessun modo intervenire a causa dell’atteggiamento disumano di questa maggioranza.

Io rifiuto queste affermazioni perché non mi sento di rappresentare gli interessi di nessuna azienda se non l’assoluta difesa dei diritti e della salute dei cittadini, affermazioni che tra l’altro, pregiudicano ogni presupposto per avviare un proficuo dibattito.
Credo che tutti abbiamo a cuore la qualità dell’acqua che beviamo e non vogliamo in alcun modo che si verifichi alcun peggioramento, lo dimostra il lavoro di questi giorni che ha portato alla sottoscrizione del documento condiviso da tutti e letto in apertura dal Presidente.





Anche io ritengo che l’acqua sia un bene da rispettare, patrimonio dell’umanità, un bene comune, un diritto inalienabile di ogni essere vivente.

Rivolgo un invito quindi ad affrontare il tema con meno allarmismo, meno demagogia e con maggiore realismo.

Conclusa questa premessa, veniamo ai fatti.
Il gestore HERA del servizio idrico integrato, ha avviato l’attuazione di un progetto di riorganizzazione del laboratorio analisi sulla base di una propria delibera del’aprile 2006.
All’epoca della sua approvazione, tale progetto prevedeva di fatto la chiusura del laboratorio di Ponte ed il trasferimento delle attività di analisi presso la sede di Sasso Marconi. Tutto questo a fronte, si diceva, di una ottimizzazione delle analisi in termini di precisione, di frequenza dei controlli e di maggiore rapidità delle risposte analitiche e soprattutto per la certificazione delle analisi eseguite.
Le attività analitiche di laboratorio si intendono: gli impianti derivazione dell’acqua greggia e gli impianti di potabilizzazione, la rete di distribuzione dell’acqua potabile (condotte e serbatoi), la rete fognaria e gli impianti di distribuzione.

Successivamente, l’attuazione di tale progetto è stata sospesa dopo le osservazioni sollevate da più parti: associazioni sindacali, Amm.ne Comunale, comitati di cittadini e non ultima ATO che già dal 2006 rilevava con preoccupazione la proposta di allontanamento di alcune attività dall’intero processo di potabilizzazione, oltre alla esigenza di avere vicino a determinate strumentazioni personale qualificato di supporto per la gestione degli impianti di potabilizzazione e per una veloce gestione della emergenze.

Ora il progetto che Hera intenderebbe portare a compimento ci dicono essere cambiato anche se non vi è alcun nuovo documento che ci descriva esattamente come e che impegni l’azienda ad un preciso protocollo operativo delle analisi.

Mi risulta che la giunta nella persona del Sindaco pur non avendo ricevuto alcuna comunicazione da Hera non sia rimasta così immobile, ma abbia immediatamente richiesto informazioni ad ATO6 e ASL, che sono i veri controllori dell’attività del gestore, per avere maggiori ragguagli e soprattutto per sapere se ciò che stava avvenendo era legittimo o violava in qualche modo il contratto di servizio. I due enti consultati non avrebbero rilevato violazioni.

Perché, a volte è bene ricordarlo, un conto sono le cose che si desiderano o che ci piacerebbero, altra cosa sono i diritti che stabiliscono leggi e regolamenti o contratti di servizio. In altre parole è assolutamente giusto che comitati o forze politiche auspichino una diversa gestione del bene acqua, altra cosa sono le istituzioni a cui spetta in prima istanza quella di verificare che non vi siano violazioni del contratto né peggioramenti del servizio e subito dopo, sentita anche questa assemblea, mettere in atto eventuali iniziative per mantenere il livello di qualità dei controlli e quindi dell’ acqua ottimale come ora.

Appare credibile che un eventuale sfasamento di 1 o2 ore per al trasporto dei campioni a Sasso M. non possa costituire di per se l’elemento che mette a repentaglio né la sicurezza di tutto il sistema di potabilizzazione, né la qualità dell’acqua potabile. Senza dubbio tuttavia si può affermare che il laboratorio di Ponte costituisce oggi una ricchezza per tutto il territorio ed una sua chiusura sarebbe certamente la perdita di un patrimonio di conoscenze, di esperienze che è auspicabile non avvenga.
E’ lecito che una azienda decida in autonomia di modificare i propri assetti organizzativi, alla Giunta comunale spetta il compito di vigilare ed impedire che talune decisioni possano in qualche modo danneggiare diritti della collettività.
L’importante a mio parere è che prima di tutto vengano salvaguardati i posti di lavoro e le professionalità di tutti i lavoratori coinvolti e che tale ristrutturazione non pregiudichi in alcun modo la qualità dell’acqua che beviamo.

In un quadro legislativo nazionale e regionale come quello attuale trovo assolutamente sbagliato che per ovviare al problema il Comune acquisti il laboratorio analisi per svariate ragioni, ne cito solo 2 :
- ammesso e non concesso che si trovino in questo momento di crisi centinaia di migliaia di € dei contribuenti per divenire proprietari del laboratorio è bene ricordare che non si potrà poi obbligare Hera a servirsi di questo laboratorio;
non solo ammesso che si trovasse un accordo sul prezzo delle prestazioni, Hera non potrebbe comunque acquistare le analisi fatte da terzi, in quanto proprio sulla base di direttive regionali e nazionali (art.7 comma 5 D.Lgs.31/2001), il contratto di servizio vieta all’art 26 il subaffidamento per determinate attività, proprio come i controlli analitici di laboratorio delle acque, che il contratto di servizio ha ritenuto giustamente debbano far parte integrante del servizio idrico e che in fondo è la stessa ragione per cui ci si trova ora contrari alla separazione delle due attività.
Questa scelta a mio parere, sarebbe percorribile solamente se il Comune ritornasse ad essere il gestore unico di tutto il ciclo dell’acqua.

In conclusione quindi condivido gli impegni indicati nel documento, firmato da tutte le forze politiche, che agiscono in 3 direzioni :
nei confronti di ATO6 per
- assicurare il proprio intervento affinché rimanga presso la struttura di Pontelagoscuro del personale professionalmente qualificato non solo per una rapida gestione delle emergenze, ma per fare in modo che vi siano garantite le attività fondamentali e necessarie per un ottimale gestione del ciclo continuo, proponendo nel contempo la sottoscrizione con il gestore di una appendice integrativa al contratto per stabilirne modalità operative delle analisi e che impegnino in gestore per tutta la durata del contratto ad un protocollo operativo ben preciso;

nei confronti di ASL e ARPA
- richiedere una costante vigilanza sui controlli

nei confronti di HERA
- per lamentare la tardiva ed quindi incompleta informazione, invitandola ad un più puntuale e collaborativo rapporto verso gli organi istituzionali, ed inoltre a sollecitarla per concordare questa integrazione al contratto con ATO6, richiedendo inoltre la sospensione del progetto fino al chiarimento definitivo di tutti questi aspetti.

Queste ritengo che siano le azoni più corrette da intraprendere per assicurare il mantenimento dei livelli di qualità attuali.

Ferrara, 31/08/2009

Ultima modifica: 30-01-2013
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