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Intervento in Consiglio Comunale del 25/10/2010 sul "Borgo Solare"

Archivio legislatura 2009 - 2014
Aut. a presentare P.P. a Cocomaro di Cona “BORGO SOLARE” – CONSIGLIO DEL 25/10/2010
La richiesta che oggi viene sottoposta all’approvazione del consiglio, cioè l’autorizzazione a presentare il piano particolareggiato di iniziativa privata, come abbiamo sentito è l’ultimo o meglio il penultimo atto di una interminabile vicenda che nasce nei primi anni 2000, nel 2001
In quel‘epoca, un po’ in ritardo rispetto a molti paesi europei, si iniziava anche qui a maturare la convinzione che attraverso nuove tecnologie costruttive, era possibile ridurre sensibilmente i consumi di energia degli edifici, mantenendo comunque eccellenti livelli di confort abitativo.
Da quello che mi è stato possibile ricostruire, questa travagliata vicenda nasce su questa spinta, un imprenditore locale affiancato dal dipartimento di ricerca energetica del Politecnico di Milano, ha proposto all’allora Amministrazione provinciale e comunale un’area, che per il suo orientamento e per caratteristiche morfologiche, potesse essere oggetto di un intervento edilizio ad alta valenza eco-sostenibile, nella convinzione che tale operazione diventasse in qualche modo un esempio ed una sollecitazione nei confronti di tutto settore delle costruzioni, oltre che una possibilità di studio, sperimentazione, ricerca applicata di nuove metodologie, vi era anche l’opportunità di poter richiedere finanziamenti della Comunità Europea per progetti dimostrativi a beneficio delle istituzioni coinvolte (si legge nella delibera). Addirittura si pensava allora che tale intervento potesse essere un fondamentale terreno di sperimentazione (prova sul campo) per il costituendo RUE. Una proposta con caratteri di eccezionalità e originalità.
L’area era all’epoca classificata dal PRG vigente zona G “area per servizi” e quindi si rendeva necessario adeguare lo strumento urbanistico con una variante, nel contempo il nuovo piano urbanistico comunale i PSC rendeva l’area compatibile con l’intervento proposto.
Nel 2005 veniva approvata dal Consiglio la variante al PRG e la nuova scheda di sottozona C8 – nuovi insediamenti con specifici caratteri di sostenibilità ambientale- , di recepire un accordo con la proprietà come prevede per questi casi all’art. 18 la legge Reg. 20/2000 .
Da questo momento quindi proprio in base a questo accordo sottoscritto, la proprietà si impegna a realizzare un opera con determinate caratteristiche e al contempo acquisisce dei diritti importanti nei confronti del comune e quindi della collettività.
Ritengo pertanto legittima la richiesta che nel 2008 hanno presentato e Provincia e Regione, alcuni consiglieri che chiedevano che non venisse adottata la variante perché la ritenevano basata in qualche modo su presupposti non legittimi.
Una cosa mi incuriosisce di questa vicenda: sapere se per caso avevate presentato anche una richiesta per contestare la destinazione urbanistica di zona G, perché senza la controversa variante al PRG proposta e approvata si potevano se non sbaglio costruire 150 mila mc, non mi pare che la situazione precedente fosse migliorativa, l’ho letta attentamente la richiesta e non chiedevate infatti di trasformare l’area a verde, ma di non approvare la variante e quindi lasciare la zona G!! sento tanto parlare di salvaguardare l’area, ma con la vostra azione si preferivano 150 mila mc contro i 48 mila che ora sono possibili.
A questa, ci dite, non avete ricevuto risposa diretta, ma vi è stata o ci è stata data comunque una inequivocabile risposta indiretta, che ha ritenuto opportuna la variante e fattibile la proposta, non solo da parte di Provincia e Regione ma soprattutto dalla conferenza dei servizi, Consorzio di Bonifica, l’Autorità di Bacino, Circoscrizione, Hera ecc.
Oggi quindi non ci troviamo qui per rimettere in discussione queste scelte fatte da altri, è assolutamente inutile come ha confermato anche il cons. Dragotto, sono eventualmente altri i luoghi in cui ci si può opporre se si ritiene che sia stato commesso un abuso od un illecito, se usassimo infatti questo criterio ogni volta che ci viene presentato un piano, perché non si condividono i contenuti a monte delle strumento urbanistico, di fatto si bloccherebbe ogni iniziativa.
Ritengo quindi che il nostro dovere oggi, sia quello di permettere alla proprietà di formulare una proposta per la quale ha già, come dicevo, acquisito dei diritti con il documento che prima richiamavo (allegato alla variante) e non viceversa di aprire un contenzioso senza avere alla base nessun elemento concreto di irregolarità che si conosca.
Siamo mi pare tutti consapevoli che alcuni presupposti, che all’inizio avevano innescato delle forti motivazioni a questo tipo di progetto, siano state oggi in parte superate dalla straordinaria innovazione tecnologica. Adottare nelle nove costruzioni accorgimenti di questo tipo è diventata una prassi abbastanza comune e in certi casi obbligatoria, vedi gli ultime modifiche introdotte nel R.E., ( ma “la burocrazia non è eco-sostenibile” o non ha certamente il passo della scienza, se da 8 anni si parla di questo intervento).
L’unica realistica possibilità che abbiamo in questo momento quindi, è quella di tentare di restituire all’intervento quelle caratteristiche di straordinaria efficienza energetica e bassissimo impatto ambientale che aveva in origine e che sostanzialmente ne giustificavano i motivi.
E’ per questo che la risoluzione che abbiamo presentato, vuole rilanciare a livelli ancora più performanti le prestazioni energetiche che all’epoca erano state proposte, ampliando per es. i concetti di sostenibilità anche alla fase di realizzazione dell’intervento od anche anticipando i contenuti del POC, obbligando cioè il costruttore a realizzare importanti opere aggiuntive di carattere compensativo.
Per queste ragioni ritengo che sia giusto autorizzare il proponente a presentare il piano con prescrizioni decisamente più limitative e virtuose rispetto alla proposta iniziale: sia in termini di volumi con il ridimensionamento voluto nel PSC, sia rispetto della distanza dal fiume col vincolo dei 10 ml voluto dalla Regione, sia infine con le numerose prescrizioni contenute nella risoluzione che ha presentato il collega Pavoni.
Grazie.
Ultima modifica: 30-01-2013
REDAZIONE: Gruppo Partito Democratico
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