salta i contenuti principali a vai al menu
Centrali a biogas e risposte ai cittadini
Archivio legislatura 2009 - 2014
Dopo aver partecipato all’assemblea promossa dalla Circoscrizione a Ravalle, ho avuto la conferma di quante preoccupazioni e timori stanno vivendo i cittadini che vedono profilarsi nel loro territorio l’insediamento delle centrali a biogas ed anche di quanto sia stata opportuna la scelta del PD di chiedere la discussione d’urgenza su questo tema; dispiace che qualcuno come al solito strumentalizzi questo, come altri temi, per propri piccoli vantaggi di bottega.
La percezione avvertita da molti, è stata la pressante richiesta di un maggiore coinvolgimento dei cittadini e nel contempo dell’impotenza, da parte di amministratori locali e tecnici, di riuscire a governare questi insediamenti che vanno inevitabilmente ad impattare su svariati fronti: politiche agricole, paesaggio, qualità dell’aria, rumore, viabilità, ecc..
Curioso è stato poi ascoltare in moltissimi interventi, la giusta lamentela sullo scarso peso che in questa vicenda hanno Circoscrizioni e Provincia, organismi che guarda a caso il governo Berlusconi e ora il Monti, hanno deciso di eliminare per ridurre, dicono loro, i costi della politica, quando invece proprio questi due enti se opportunamente coinvolti o dotati delle informazioni necessarie potrebbero svolgere un ruolo decisivo per risolvere molte controversie. Rimane solo da augurarsi che non siano le stesse persone quelle che l’altra sera invocavano a ruolo più autorevole questi organismi di rappresentanza e in altre assemblee di partito o al bar, chiedono di eliminarli.
In attesa comunque che arrivino risposte dalla Regione all’ordine del giorno approvato a larghissima maggioranza lo scorso consiglio e venga delineato un piano energetico regionale che tenga conto delle recenti scelte raffrontandosi anche con le politiche agricole, non si può assolutamente rimanere alla finestra. Occorre mettere in campo ogni possibile azione per limitare i danni che questa legislazione ha già prodotto in altri comuni e rischia ancora di produrre.
La proposta che suggerisco e che è anche emersa durante il confronto, è che si attivi a livello provinciale un maggiore coordinamento con le amministrazioni comunali per:
- scongiurare che soprattutto nelle zone di confine tra i comuni, si concentrino più impianti, congelando ove possibile le richieste in essere, in attesa di avere un quadro complessivo delle domande, in particolare per quelle soggette a DIA e comunque fino a 1 MW;
- studiare quali garanzie richiedere ai realizzatori degli impianti rispetto all’approvvigionamento della biomassa (da dove viene, la tracciabilità), le tecnologie impiegate nell’impianto, i dispositivi messi in campo per evitare cattivi odori, rumore, elettromagnetismo;
- concordare quali garanzie chiedere agli imprenditori per la rimessa in pristino dello stato dei luoghi a fronte della futura dismissione dell’impianto;
- migliorare la trasparenza amministrativa informando i cittadini mediante i siti web di Comune e Provincia, con la pubblicazione delle richieste che vengono presentate e la mappa della zone dove non è possibile insediarsi.
Questo migliore coordinamento, unito ai provvedimenti già approvati dalla giunta, possano fornire maggiori garanzie e risposte ai cittadini.
Penso anche sia necessario ricercare una collaborazione su questo tema con le associazioni di categoria del mondo agricolo, per capire come e quanto la presenza di questi impianti va ad incidere sulle produzione delle nostre campagne, sugli allevamenti di bestiame e sui relativi prodotti lavorati.