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I piani di recupero urbanistico nelle aree dismesse, via Padova e via Marconi
Archivio legislatura 2009 - 2014
Lo scorso Consiglio comunale - 30 gennaio - è stato approvato, con il solo voto del PD, un importante intervento di recupero di un’area tra Via Padova e Via Marconi, fortemente degradata ed al momento pressoché inutilizzata.
L’iter autorizzativo di questo piano particolareggiato è iniziato addirittura nel 2003 ed ha dovuto superare diversi ostacoli prima di giungere alla attuale definizione. Ostacoli presumibilmente dovuti sia alle modifiche che in questi anni ha subito la normativa urbanistica, sia perché questo piano propone anche importanti novità nel sistema della viabilità con l’introduzione di una nuova strada di collegamento tra via Padova e Via Marconi proprio in corrispondenza con l’incrocio con Via Michelini, prevedendo la realizzazione di due nuove rotatorie e l’eliminazione del semaforo.
Il piano regolatore prevede che in quella vasta area (7.5 ettari) possano trovare posto edifici ad uso commerciale di dimensioni medio grandi, un nuovo insediamento abitativo a completamento del “quartiere del D’Oro”, alcuni edifici da ristrutturare per destinarli prevalentemente ad uffici-direzionale, oltre ad ampie aree verdi, alla viabilità interna e ai parcheggi.
Come quasi sempre accade in occasione di delibere in tema di riqualificazione urbanistica, durante il consiglio si è assistito ad un rifiuto dei gruppi di centro-destra che hanno votato tutti contro, gridando all’ allarme cementificazione, rischio idrogeologico, inquinamento, consumo di territorio e via di seguito.
Invito i lettori a provare con lo strumento di Google Earth, a volare sopra quella zona per rendersi conto che buona parte di queste affermazioni sono infondate e nel contempo, constatare quanto sia opportuno provare a recuperare un’ area che versa in stato di abbandono e degrado.
Il piano presentato in realtà, come ha ben spiegato l’Ass.ra Fusari, è un tassello di un progetto di città ben più ampio che disegna il PSC e che, sin dal documento preliminare, evidenzia proprio l’importanza e la necessità di ricercare una compatibilità tra le zone di produzione industriale e la residenza, garantendo una continuità nel sistema ambientale.
E’ importante che queste zone di cerniera tra la città industriale ed il centro più densamente abitato, che hanno in questi anni perso una loro identità, possano essere bonificate e diventare oggetto di interventi di riqualificazione per restituire dignità e funzioni a questi luoghi, non solo per i cittadini che già vi risiedono o vi lavorano e che già oggi vivono i maggiori disagi, ma anche per poter attivare interventi di bonifica del sottosuolo o non solo.
Diversamente, bocciare l’intervento ha come unico risultato concreto, lasciate tutto nello stato di fatto in cui si trova.
E’ noto infatti che per attivare opere di bonifica o indagini più approfondite sui terreni piuttosto che sul rumore, qualunque l’imprenditore oltre a richiedere qualche certezza sull’investimento che vuole eseguire, deve necessariamente avere un progetto planivolumetrico definito di come operare e solo successivamente potrà compiere tutte le indagini che la legge prescrive prima di iniziare le opere, introducendo nel progetto definitivo tutti quegli elementi di mitigazione ambientale necessari e prescritti dagli enti preposti al controllo.
E’ proprio nella fase successiva all’approvazione del piano, che occorrerebbe avere la massima attenzione circa i metodi d’indagine, le procedure di bonifica dell’area od anche il progetto esecutivo della viabilità.
In conclusione ritengo che anziché respingere ogni proposta ventilando possibili catastrofi, che non porta a nessun risultato, sarebbe ben più utile che per interventi di questo genere, i consiglieri una volta approvato il Piano potessero venire aggiornati, eventualmente in commissione ambiente o tramite la circoscrizione, su come procedono le indagini di caratterizzazione e su i provvedimenti di bonifica prescritti dalle autorità competenti.