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Risposta a intervento di un cittadino su sanità e ospedali
Archivio legislatura 2009 - 2014
Tra la fine delle ferie pasquali ed un incombente viaggio di lavoro, rispondo al sig. Giardini che, essendo inciampato nelle leggi dell'aritmetica prima ancora che dei posti letto ospedalieri, reagisce inserendomi in una "genìa di irresponsabili politicanti". Giardini ha una lunga tradizione di affermazioni apodittiche, basate sull’ignoranza della realtà. Come quando scriveva che gli utenti del gas nella nostra città sono centomila (sbagliato di qualche decina di migliaia), che la maschera Sandrone è originaria di Bologna (sbagliato di qualche decina di chilometri), o che "qualcosa è innocuo o non lo è!" (provi allora a mangiare in un giorno cento uova sode e veda se non fa alcuna differenza dal mangiarne una sola metà). Questa volta (lettera al Carlino del 23/4 u.s.) Giardini vorrebbe spacciare come vera una sua visione onirica dove gli ospedali e le facoltà mediche si auto-dimensionano senza "impropri legami con i limiti demografici di luogo d'insediamento" e "indipendentemente dalla mutevolezza di regole formali imposte da personaggi avulsi dalla storia locale". Peccato che sia vero l'esatto contrario: le dimensioni di una moderna facoltà di medicina (e la regola formale del numero chiuso dei suoi studenti) sono innegabilmente e saggiamente proporzionali al numero e alle dimensioni degli ospedali e delle altre strutture sanitarie disponibili nel suo territorio. Queste strutture, a loro volta, sono dimensionate sui rispettivi bacini d'utenza, perché prima di tutto una facoltà medica studia e insegna come trattare malati; dunque svincolarla dalla propria utenza sanitaria sarebbe assurdo e inefficiente come il porto di Gioia Tauro.
Giardini afferma poi, come fanno periodicamente capipopolo in cerca di notorietà a buon mercato e opinionisti interessati a dirottare consensi elettorali, che l’ospedale ove afferiscono tutti i casi più gravi della provincia sarebbe solo una “convenzione trappolona” e una “foglia di fico apposta dai politicanti”. Personalmente non coltivo ambizioni profetiche, né leggo il futuro come fanno Giardini e i suoi colleghi quando preannunciano ad ingresso continuato l’apocalisse della nostra sanità. Posso solo confermare l’impegno del Sindaco e di tutto il PD a lavorare responsabilmente per l’apertura del nuovo ospedale a Cona e di una casa della salute con assistenza continuativa nell’anello storico di Giovecca. E’ vero, non c’è tribuno o demagogo che non esalti le virtù degli ospedali di vicinanza e la fierezza di chi li difende ad ogni costo. Ma una cosa è certa: non è mai successo che anche uno solo di loro, trovandosi in provincia in occasione di un malanno acuto e grave trattabile al meglio solo al Sant'Anna (perché persino chi abita a Ferrara può, ad esempio, avere un infarto mentre s’abbuffa alla fiera di Casumaro o passeggia al Lido di Spina), si sia accontentato delle cure disponibili nell'ospedale più vicino (a Comacchio, Copparo, Argenta o persino al Delta o a Cento), Tutti corrono invece a Ferrara contraddicendo nei fatti il disprezzo che quando erano sani mostravano a parole verso il concetto stesso d’ospedale di riferimento.