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Sul referendum autogestito di PpF
Archivio legislatura 2009 - 2014
Ieri (12 aprile 2011) duplice lezione di demagogia in vista del finto referendum sul Sant'Anna. Il sig. Giardini, già candidato in una lista che alle ultime comunali ha avuto il 3% dei voti (e 12 preferenze per lui), ha esternato un comprensibile rancore per chi invece è stato eletto, confondendo "tirannia" con "maggioranza". Sempre ieri il sig. Storari, portavoce della stessa lista, ha accusato la maggioranza di fascismo ("degna del pensiero unico di buona memoria") per essersi permessa di far notare non solo che tutte le forze politiche cittadine eccetto la loro, ma anche e principalmente tutti gli addetti ai lavori della sanità ferrarese (gente che ragionevolmente si può considerare davvero esperta in materia), giudicano inutile e poco sicuro un ospedale con pronto soccorso in Giovecca dopo l'apertura di Cona. Così i sig.ri Giardini e Storari citano Tocqueville e Cristoforo Colombo, dichiarando di non voler rinunciare alle proprie convinzioni solo "per il fatto di aver tutti, o molti, contro". Poi però, in stridente contrasto con se stessi, l'organizzazione sanitaria ferrarese la vorrebbero affidare a “la voce del popolo". I due evidentemente ignorano che fu proprio Tocqueville a scrivere di non essere "disposto a infilare la testa sotto il giogo solo perché un milione di braccia me lo porgono". Dunque non è il primato della ragione sul potere delle maggioranze che essi difendono con Tocqueville; semmai è il primato delle masse sulla verità, una degenerazione della democrazia che già Polibio individuava come figlia inevitabile della demagogia.
In realtà la questione oggi è così riassumibile: a Ferrara l'efficacia, l'efficienza, la sicurezza e la sostenibilità dell'assistenza ospedaliera sarà assicurata meglio mettendo finalmente in funzione un unico grande ospedale moderno a Cona e lasciando a Ferrara una casa della salute, come sostengono tutti gli esperti? Oppure sarebbe migliore con (per citare il portavoce "referendario") "alcuni reparti a Ferrara ed altri a Cona, eccezion fatta per ciò che è indispensabile al funzionamento di un vero ospedale e di un vero pronto soccorso in Corso Giovecca"? Nella loro proposta è evidente l'inutile duplicazione che si verrebbe a creare: ovunque lo si metta, un pronto soccorso può funzionare solo con un ospedale completo alle spalle, e quindi in un eventuale secondo polo distante solo pochi chilometri non potrebbero che esserci "doppioni ospedalieri". Fare paragoni con province grandi il doppio o il triplo della nostra non ha alcun senso, come anche sostenere che altrove si costruiscono parcheggi, si mettono a norma vecchi edifici, si ammodernano sale operatorie, o si costruiscono case della salute senza un disegno programmatorio complessivo, ma solo per soddisfare le esigenze clientelari di chi è più potente. Che non sia così è testimoniato dalla qualità del sistema sanitario della nostra regione (il migliore in Italia) pur in presenza di un bilancio regionale in sostanziale pareggio, cosa impossibile senza un'efficace programmazione (chiedetelo alla Polverini, che ha appena deliberato la chiusura di 24 ospedali per riportare il deficit del Lazio sotto il miliardo di euro!). I populisti preferiscono gridare che i ferraresi saranno costretti "a percorrere domani migliaia di km per andare a Cona". Noi abbiamo già spiegato come intendiamo rimediare ai disagi di un ospedale distante 7 km dalla città creando in Giovecca una casa della salute in grado di ridurre drasticamente la necessità di recarsi a Cona, oltre ad una adeguata accessibilità di Cona. Quindi facciano pure il loro finto "referendum". Noi continueremo a lavorare responsabilmente per la città.