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Un'analisi del bilancio del Comune - 16/02/2010

Archivio legislatura 2009 - 2014
Per paragonare il bilancio ferrarese a quello di altri Comuni della nostra Regione si deve considerare che già rispetto alle medie nazionali i Comuni dell’Emilia-Romagna (compreso quello di Ferrara) presentano comunque una gestione finanziaria più efficiente, con particolare riferimento non solo al mantenimento del patto di stabilità e al contenimento e ristrutturazione del costo dell'indebitamento, ma anche e soprattutto alla quantità e qualità dei servizi resi ai cittadini.
Circoscrivendo poi il confronto ai 13 Comuni con più di 50 mila abitanti della nostra Regione, è vero che il bilancio di Ferrara presenta una certa rigidità strutturale, ma è altrettanto certo che la causa principale sta nella relativa scarsità di entrate (885 nel 2008, contro media regionale di 949 € per abitante; meno entrate hanno solo Ravenna con 775, Reggio Emilia con 790 e Cesena con 828). In effetti dal 2002 al 2008 le entrate correnti a Ferrara sono nettamente diminuite (erano 127,6 e sono 118,9 milioni); d'altra parte, la nostra Amministrazione ha saputo reagire abbassando significativamente anche le spese correnti (123,8 contro 119,0 milioni). E l'ha fatto senza ricorrere a eccessivi prelievi fiscali (anche perché la normativa non lo consentiva), tanto che oggi in Regione solo 4 Comuni su 13 impongono un'aliquota inferiore a quella di Ferrara (pari a 0,5%) per l'addizionale IRPEF. Altri indicatori significativi delle peculiarità del nostro territorio sono il gettito/popolazione delle concessioni edilizie e cimiteriali, inferiore (69) alla media regionale (77) e in calo negli ultimi tre anni (81 a Ferrara nel 2006); stessa cosa per il gettito ICI pro capite: 163 contro media regionale di 218 (era 299 contro 303 nel 2006). Nel 2008 il gettito totale ICI di Ferrara è stato 17,5 volte meno della media regionale. La pressione tributaria è 293 a Ferrara contro una media regionale di 388; anche la capacità di entrate proprie (extra tributarie) è inferiore a Ferrara (25,1) rispetto alla media regionale (29,0).
Sul versante della spesa è vero che il personale rappresenta un capitolo molto rilevante. Ma l'incidenza dei dipendenti sulle entrate correnti è la più bassa di tutta la regione (76603 contro una media regionale di 107673), mentre la spesa media per dipendente (€32872) è poco più bassa solo a Modena (€32421) e Imola (31307), contro una media regionale ben superiore (€37392).
Poi, un'analisi comparativa degli investimenti non può trascurare che a Ferrara, nel quinquennio 2004-2008, il totale degli investimenti per abitante è stato superiore alla media regionale (1493 contro 1477 migliaia di €), mentre nel 2008 è risultato poco inferiore (229 contro 253).
Anche sul debito per investimenti i dati non giustificano alcun allarmismo; perché il punto non è se abbiamo più debiti degli altri, ma se ce li possiamo permettere. Il limite posto dalla normativa all'incidenza degli interessi passivi sul totale delle entrate correnti è pari al 15%: a Ferrara è 6,4%. E' vero che il debito residuo su popolazione è 1238 contro una media regionale di 813 migliaia di €. Tuttavia, se si vuole affrontare il tema con competenza e serietà e non con approssimazione come viene spesso fatto, occorre ricordare che per valutare la gravità del problema non bisogna guardare semplicemente allo stock del debito nominale ma ad altri indicatori: 1) lo stock del debito in termini reali (al netto cioè della dinamica dell’inflazione), 2) il rapporto tra stock del debito e risorse di parte corrente o, ancora più correttamente, il rapporto tra servizio del debito e entrate correnti. Per quanto riguarda il Comune di Ferrara, il rapporto debito/entrate correnti è passato dal 128% del 2000 al 117% del 2008; allo stesso modo, è diminuito il peso degli interessi sulla parte corrente (nel 2010 è inferiore al 2009 in termini addirittura assoluti, nonostante il flusso negativo del derivato); allo stesso modo, lo stock del debito in termini reali è diminuito nell’arco dell’ultimo decennio.
La conclusione è che nessuna voragine è presente nel nostro bilancio e che le politiche di questa Amministrazione hanno permesso di mantenere gli standard dei servizi a livello regionale, pur in condizioni economiche locali più sfavorevoli. Perché, quando si paragonano Comuni diversi anche della stessa Regione, non si possono trascurare i tanti fattori di diversità in grado di influire in modo differenziato su entrate, spese correnti e investimenti. Mancare di tenerne conto porta inevitabilmente a conclusioni sbagliate e fuorvianti.
Ultima modifica: 31-01-2013
REDAZIONE: Gruppo Partito Democratico
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