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Cona. I rottamatori della sanità
Archivio legislatura 2009 - 2014
Evidentemente voi della Nuova preferite rispondere con insulti a chi contesta certe vostre prese di posizione. Inutile dire che dei vostri insulti a me importa nulla: sarebbe come se Renzi si offendesse perché, dopo che un giornalista in vena di facezie ha deciso di affibbiargli il soprannome di "rottamatore di politici", un povero di spirito lo accusasse per questo di essere un esperto serial killer.
Con questo messaggio vorrei solo far capire che io posso tranquillamente tacere quando la Nuova afferma che a Cona ci sono gli stessi problemi di parcheggio che c'erano in Giovecca, quando fotografa normalissime pozzanghere per sostenere che Cona sprofonda, e via di qesto passo (la lista è lunghissima, ma lei la conosce bene). Queste "verità" ciascuno può verificarle da solo.
Non posso invece tacere anzitutto quando la Nuova recepisce e diffonde come incontrovertibili le tesi infondate di chi vorrebbe un ospedale in ogni paese per piccoli interessi di campanile, con grave danno per la sostenibilità, qualità e sicurezza delle cure ospedaliere nella nostra provincia. Il danno non è immediatamente comprensibile a chiunque, occorre conoscere vari fatti che è bene allora discutere pubblicamente.
In secondo luogo non posso tacere se lei incita la gente a preferire l'ospedale di Rovigo a quello di Cona. Primo perché so con certezza che Cona è migliore, poi perché il danno che si provoca in questo modo non solo all'ospedale, ma a tutta la città di Ferrara, è incalcolabile. Non so lei, ma io come ferrarese che lavora a Cona, tengo molto a questo ospedale, alla sua importanza inestimabile per la qualità (ma anche per la dignità) delle cure dei ferraresi, al suo ruolo insostituibile per la facoltà di medicina, ma anche per l'intera economia della città.
L'ultima questione, quella della distanza di Cona dal centro di Ferrara, serviva solo a ribadire che dobbiamo smettere di ragionare su cose inesistenti: la scusa che i chilometri sarebbero 12 "in media" è ridicola, perché se il centro geometrico dell'abitato di Ferrara è a 9 km, ci sarà chi abita a Mizzana, ma anche chi abita a Villa Fulvia, dunque la distanza media resta sempre 9 km; mentre se per "media" intende la possibilità di scegliere tragitti diversi, allora si può andare a Cona anche passando da Bologna, ma conta solo il tragitto più breve. L'importante per un ricoverato è essere finalmente in un ospedale moderno e (speriamo presto) a pieno regime funzionale, non il numero di porte antincendio che i suoi parenti devono aprire per andarlo a trovare (ebbene si, abbiamo letto anche questa lamentela).
Poi lei è padrone di pensare e dire quel che vuole su qualsiasi argomento, ma come giornalista credo dovrebbe confrontarsi con chi contesta le sue affermazioni argomentando le sue opinioni con fatti, non leggende, e tanto meno con infelici battute su chi esercita l'altrettanto legittimo diritto di critica.
Questo intervento è stato pubblicato a pag. 40 del quotidiano La Nuova Ferrara il 14/12/12.
In coda il Direttore, Paolo Boldrini, ha così risposto:
"Torno a risponderle, spero per l'ultima volta per non tediare i lettori, ripetendo concetti già espressi. Il problema vero della sanità ferrarese è che nessuno spiega con chiarezza che per tenere in vita Cona devono chiudere alcuni ospedali minori. Se Comacchio scende in piazza per difendere il San Camillo, i sindaci del Delta alzano la voce per non perdere la Pediatria, è nostro dovere darne notizia. Quanto al problema di Occhiobello, anche in questo caso abbiamo riportato preoccupazioni degli abitanti e dell'amministrazione comunale per i collegamenti con Cona. E' vero che la distanza dal Castello al nuovo ospedale è di nove chilometri. E' altrettanto vero, però, che io ho parlato di centro e a Ferrara c'è un parcheggio in via Kennedy che è stato denominato "Centro storico". Un consigliere comunale farebbe bene a interrogarsi sul motivo che spinge chirurghi e medici stimati a lasciare il Sant'Anna, sul perché una struttura nuova costata fior di milioni abbia tanti guai: pannelli che crollano, sotterranei che si allagano, stanze al freddo e altro. Fatti che un giornale ha il dovere di raccontare".