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Il consigliere Tavolazzi e il nuovo ospedale S.Anna
Archivio legislatura 2009 - 2014
Il consigliere Tavolazzi ha negato più volte di aver contributo al progetto Cona quando era city manager del Comune di Ferrara. Il 17/6/11 ha scritto sul quotidiano online del Comune (www.cronacacomune.it): "è falso che io abbia mai fatto parte di una commissione (?) che vagliò l’iter successivo alla scelta compiuta da Tagliani e Sateriale di realizzare l’ospedale unico a Cona ... dunque non feci mai parte di alcun pool su Cona".
Invece, quando Tavolazzi venne cooptato come city manager dal sindaco Sateriale, tra gli impegni prioritari di quell'Amministrazione c'era già il progetto di trasferire tutto il S. Anna a Cona. Il relativo protocollo d'intesa prevedeva l'istituzione di una "Commissione di supervisione del progetto per l'Ospedale di Cona", definita "organo di garanzia del rispetto dei tempi e dei criteri di sviluppo del progetto". Tavolazzi non poteva non sapere che fu designato da Sateriale (il 5/6/00) a far parte di quella commissione, dunque ha mentito negando di aver mai fatto parte di commissioni o pool su Cona. Solo messo di fronte all'evidenza dei documenti riesumati dagli archivi del Comune, Tavolazzi è stato costretto a ritrattare e ad ammettere un suo ruolo in quella commissione, ma ha continuato a sostenere (v. Cronaca Comune, 22/07/11): 1) di aver partecipato soltanto alla prima riunione della Commissione; 2) di esserne stato subito dopo estromesso per aver scritto "il giorno stesso della prima riunione ... un veloce resoconto manoscritto ... un report non in linea con la propaganda di Palazzo"; 3) che non è mai esistito alcun suo "coinvolgimento nella sciagurata scelta di raddoppiare Cona e chiudere il Sant’Anna".
Invece, 1) le prime due riunioni della commissione si svolsero il 28/06/00 e il 20/12/00; a entrambe ("solo alla prima" è quindi una affermazione smentita dai fatti) Tavolazzi era presente e non sollevava obiezioni a Sateriale che colà ribadiva la convinta collaborazione di tutta la sua Amministrazione al progetto Cona.
2) Dopo la seconda riunione (non il giorno stesso della prima: altra affermazione smentita dai documenti) Tavolazzi testimoniò di suo pugno che il suo impegno per Cona proseguiva organizzando una relazione da inviare a Roma in tempi brevi, sollecitando "un programma di fattibilità tecnica" per "progettare, appaltare e realizzare 138 miliardi di lire di costruzioni in tre anni", includendo espressamente il pronto soccorso tra le opere da realizzare al più presto a Cona: era in ansia per la ristrettezza dei tempi e scriveva "è ancora possibile, ma siamo al limite!". Proprio l'esatto contrario di un atteggiamento “non allineato” e "mai coinvolto".
3) A stroncare ogni dubbio residuo sulla convinzione con cui Tavolazzi lavorava per portare a Cona il S. Anna , basterebbe il comunicato stampa del 24/7/00 in cui Tavolazzi scrive che c'era stato modo di "constatare la complessità delle opere in fase di realizzazione e di apprezzare le scelte funzionali e distributive tese ad assicurare elevati standards di confort alberghiero e ciò anche a fronte della posa di sofisticate componenti tecnologiche finalizzate ad assicurare un ottimale livello di organizzazione delle attività sanitarie". Allineato e coinvolto, dunque, proprio non ci son dubbi.
I documenti provano non solo che Tavolazzi accettò di buon grado una ricca cooptazione politica in un'Amministrazione che di Cona aveva fatto una bandiera, ma anche che partecipò all'impresa di portare via il S. Anna da Giovecca, in modo attivo e almeno per molti mesi, diffondendo anche entusiastiche previsioni sul buon esito che ne sarebbe derivato alla nostra organizzazione sanitaria. Allora, proprio le ripetute affermazioni non vere su fatti che Tavolazzi non può non conoscere, sono la prova schiacciante del desolante livello di onestà intellettuale del consigliere PpF in questa vicenda.