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E' inopportuno che il Comune venda oggi azioni Hera - 22/02/2010

Archivio legislatura 2009 - 2014
Per decidere se è opportuno che il Comune venda oggi azioni Hera, la prima valutazione riguarda il prezzo. La quotazione di un'azione Hera oggi oscilla tra € 1,50-1,70 ed è quindi particolarmente bassa sia rispetto alle quotazioni sperimentate in passato, sia rispetto alle indicazioni di target price fornite dagli analisti. D'altra parte la sottovalutazione attuale non dipende da difficoltà di Hera (che anzi risulta solida e con buone prospettive future) ma da una scarsità di investitori sul mercato. E' ragionevole prevedere che, una volta superata l'attuale crisi, riprenderà a circolare maggior liquidità e con essa le quotazioni di aziende sane come Hera avranno buone probabilità di raggiungere il valore di equilibrio. E' evidente quindi che svendere oggi sarebbe inopportuno.
La seconda considerazione riguarda a chi vendere oggi. La maggior parte delle azioni Hera è ancora vincolata dal sindacato di blocco, fino alla scadenza del quale può essere venduta soltanto ad un Ente pubblico territoriale o a società da questi controllata. Il problema è che in Italia vige una normativa ("patto di stabilità") che impone ai Comuni nell'arco di ogni anno un limite di spesa pari all'ammontane delle entrate. Di conseguenza, ad investire in azioni Hera un Comune non potrebbe destinare risparmi accantonati in passato, ma dovrebbe sottrarre l'accantonamento azionario dalle sue necessità di spese per l'anno corrente. Un Comune in queste condizioni noi oggi non lo conosciamo. Abbiamo anzi fondati motivi di ritenere che non esista, visto il particolare impegno sociale ed economico che la crisi attuale impone a tutti gli Enti locali. E se ne esistesse uno, sarebbe davvero difficile spuntare da un siffatto acquirente "monopolista" la piena quotazione di listino. Dunque meglio attendere, oggi, non solo un andamento di borsa più favorevole ma, se possibile, anche la fine del patto di sindacato vigente.
La terza considerazione di opportunità attiene all'utilità della vendita e, in particolare, alla destinazione dei proventi all'estinzione anticipata di mutui contratti dal Comune per investimenti precedenti. In linea di massima sarebbe meglio evitare di vendere un patrimonio redditizio per estinguere debiti, anche se esistono condizioni particolari che consentono di derogare da tale principio. Nel caso di un patrimonio azionario, una vendita per estinguere debiti potrebbe risultare vantaggiosa solo in presenza di significativo rialzo del valore del titolo, di libera contrattabilità delle azioni (svincolo dal sindacato di blocco) e di mercato favorevole anche per alti volumi di scambi. La realtà attuale però è ben diversa, come abbiamo già visto, e quindi vendere oggi comporterebbe l'alienazione di un grande numero di azioni in cambio dell'estinzione di una quota di debito proporzionalmente bassa, anche per le eventuali penali da pagare sulle estinzioni anticipate.
Si può allora concludere che non è opportuno che il Comune venda oggi le sue azioni Hera, mentre non si può escludere che tale vendita possa diventare vantaggiosa in futuro.

Ultima modifica: 31-01-2013
REDAZIONE: Gruppo Partito Democratico
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