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Sanità, petrolchimico e conflitti di interesse (VII)

Archivio legislatura 2009 - 2014
Il consigliere Tavolazzi non risponde e tenta di sottrarsi all’evidente infondatezza delle sue accuse di “pesante conflitto d’interessi” a vari consiglieri PD, pretendendo che soltanto il sottoscritto sia tanto ottuso da non capire che ha ragione lui.
Così ho risposto io stesso alle domande fondamentali che lui continua ad eludere, spiegando che tra le potestà del consigliere comunale non esiste quella di controllare le aziende del servizio sanitario regionale, tanto meno quella di controllare la Regione. A Tavolazzi invece "sembra evidente che tra i compiti dei consiglieri comunali vi sia il controllo dell’operato delle aziende sanitarie e della Regione cui appartengono", ma quando gli chiediamo su quale norma basa questa sua sensazione non sa rispondere. E’ chiaro allora che se manca potestà di controllo non ci può essere alcuna "commistione controllore-controllato", e l'accusa di conflitto d'interesse non ha fondamento. Ciononostante, Tavolazzi pretende di vedere nei consiglieri medici del PD “un vulnus della democrazia rappresentativa", in forza di un suo personale giudizio "etico e politico", anche se non sa dire a che titolo esercita a sua discrezione la funzione di giudice etico.
A sua discrezione: anche perché in vari candidati della sua lista civica erano presenti le stesse condizioni di conflitto d’interessi che oggi Tavolazzi pretende d'individuare soltanto nei consiglieri PD che gli danno più fastidio, oltre tutto senza considerare altri consiglieri, anche dell’opposizione. Da questo arbitrio traspare, allora, anche l’intento strumentale delle sue accuse infondate.
In occasioni diverse Tavolazzi ha messo in dubbio la professionalità e la correttezza deontologica dei consiglieri medici PD, negando loro legittimazione ad intervenire in ambiti "non di competenza"; poi ha mentito (e mai smentito) dicendo che avrebbero "discusso e DELIBERATO su servizi sanitari erogati ai cittadini (esempio il 118) di cui sono dirigenti responsabili". Ora vorrebbe addirittura impedire a me (che oltretutto non ho mai lavorato per il 118 o il PS) e ad altri del PD di illustrare e sostenere in pubbliche iniziative di partito le nostre idee e programmi per la sanità locale, perchè riguarderebbero “scelte e progetti di cui sono titolari le aziende da cui i consiglieri PD dipendono”. Secondo lui avremmo dovuto sederci tra il pubblico “ed eventualmente fare domande nell’esclusivo interesse dei cittadini”. Peccato che in democrazia gli eletti, oltre al diritto di creare consenso illustrando le proprie posizioni, hanno il preciso dovere di dare risposte, tanto meglio se con competenza diretta. Ma poi, chi decide quali domande sarebbero “eventuali” e quali “nell’esclusivo interesse dei cittadini”? Forse quel Tavolazzi secondo il quale io dovrei tacere sulle questioni non di mia competenza e dovrei anche star zitto su quanto di mia competenza?
Se non bastasse, per potermi tacciare –come ha fatto– di subordinare il mio ruolo di consigliere ad interessi personali di “carriera e stipendio”, Tavolazzi continua a spacciarmi per dipendente dall’azienda S. Anna, anche se ho già spiegato di essere un dipendente dell’Università di Ferrara, dove la mia carriera è stata scandita da concorsi pubblici nazionali esclusivamente universitari e dalle attribuzioni didattiche e di ricerca che la Facoltà di Medicina mi ha nel tempo affidato in totale autonomia dall’azienda S. Anna.
In preda all’imbarazzo di chi ha lanciato accuse infamanti senza poterle poi sostenere, ora Tavolazzi ha fretta di chiudere questa vicenda, che sarà bene invece mantenere aperta finche tutti gli aspetti non ne saranno chiariti. Una delle conclusioni possiamo già anticiparla: Tavolazzi è disposto a tutto pur di zittirci, ma non ha alcuna possibilità di riuscirci.
Ultima modifica: 31-01-2013
REDAZIONE: Gruppo Partito Democratico
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