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Il trasferimento S.Anna e le decisioni consiliari.
Archivio legislatura 2009 - 2014
Il Consigliere PpF Tavolazzi denuncia inesistenti decisioni consiliari di “ribaltare la condanna del Sant’Anna”, ove la condanna sarebbe il trasferimento a Cona che consentirà invece un salto di qualità. Premetto che, come testimoniano i tecnici responsabili, è razionale trasferire a Cona tutte le funzioni di pronto soccorso e ricovero del Sant'Anna lasciando in Giovecca una struttura sociosanitaria territoriale; perché nella nostra realtà provinciale duplicare anche solo parzialmente il Sant'Anna in due sedi distanti 7,4 km sarebbe inefficiente e inutile per la qualità delle cure.
Il problema di Tavolazzi è ignorare che il Country Hospital non è affatto (cito le sue parole) "una struttura ospedaliera attrezzata per l’assistenza ed il ricovero degli anziani", ma è invece (cito la definizione del Sindacato Italiano Medici del Territorio) "una struttura sociosanitaria territoriale dedicata a chi non necessita, a giudizio del Medico di Famiglia, della complessità del secondo livello assistenziale, ma nel contempo non può vedere risolti, per i motivi più vari, tutti i propri problemi sociosanitari in ambito domiciliare o in una residenza sanitaria assistita". A riprova della sua natura extraospedaliera, il Country Hospital ha come primo obiettivo (cito ancora i Medici del territorio) proprio "filtrare i ricoveri ospedalieri impropri", utilizzando "medici esclusivamente di famiglia e di continuità assistenziale e consulenti specialisti individuati di volta in volta in base alle esigenze del singolo paziente". A dispetto del nome, quindi, il Country Hospital è una struttura territoriale a tutti gli effetti, non "una struttura ospedaliera" come dice Tavolazzi.
Ora non è il caso che mi dilunghi qui a dimostrare perché anche la Casa della Salute è una struttura territoriale. Invece ricordo che, rispetto al Country Hospital, oggi è proprio la Casa della Salute il modello più avanzato di organizzazione dell'assistenza territoriale, concepito per dare risposte globali, coordinate, appropriate e tempestive alle esigenze di cure extraospedaliere (molto più frequenti di quelle ospedaliere) di una comunità.
Allora alle domande di Tavolazzi "Come si è giunti alla cancellazione dell’ospedale in città? Chi ha deciso, quando ed in quali sedi istituzionali?" si risponde facilmente: l'11/1/2000, Regione, Provincia, Comune, Università degli Studi, Azienda Usl e Azienda Sant'Anna hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa in cui convenivano di considerare superata l’ipotesi di mantenere due ospedali a Ferrara e ratificavano il trasferimento di tutte le funzioni ospedaliere a Cona. Da allora nessuna delibera ha mai cambiato questo accordo, mentre sul come riorganizzazione l'assistenza territoriale cittadina dopo il trasferimento dell'ospedale a Cona i progetti si sono evoluti nel tempo con il progredire delle conoscenze e delle esperienze. Così è un problema solo di Tavolazzi non aver "rintracciato delibere di consiglio che abbiano modificato la scelta" di mettere una Casa della Salute in Giovecca invece di un Country Hospital, visto che invece il Consiglio comunale, in data 28/6/2010, ha impegnato Sindaco a Giunta (tra l'altro) proprio a "realizzare in Corso Giovecca una Casa della Salute".
In conclusione, ancora una volta il Consigliere Tavolazzi discute del Sant'Anna lanciando accuse tanto fantasiose quanto infondate. Resta semmai da capire perché egli non avesse nulla da eccepire al fatto di essere membro della Commissione di Supervisione del Progetto espressamente incaricata (cito testualmente dal suddetto documento dell'11/1/2000) di "garantire il rispetto dei tempi e dei criteri di sviluppo del progetto" del polo unico di Cona e "funzionare da interfaccia tra chi lavorerà alla realizzazione del progetto ... e i cittadini": quello stesso progetto che Tavolazzi oggi chiama "la condanna del Sant'Anna" e contro il quale organizza finti referendum.