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I soldi e la politica [II]
Archivio legislatura 2009 - 2014
Prima delle elezioni regionali Giovanni Favia giurava, dai microfoni di Radio Città del Capo e da ogni altro possibile podio mediatico, che lui si sarebbe accontentato di "uno stipendio per vivere dignitosamente": 1250-1500 euro al mese, cifre comunque mai superiori. Oggi invece Favia preferisce un pudico silenzio. Chi minaccia querele è il suo collega Defranceschi, perché lui a promettere quelle cifre così proletarie non si è mai abbassato e ora quindi spera di potermi intimidire giocando di cavillo. Tranquilli entrambi, comunque, che a tempo debito non mancherò di presentarmi in qualsiasi sede ben munito di dettagli sulle dichiarazioni peri-elettorali non solo degli attuali consiglieri, ma anche di vari altri candidati ed esponenti del Movimento di Beppe Grillo, tanto per fugare ogni dubbio sulla fondatezza delle mie perplessità riguardo alle dinamiche pre- e post-elettorali del costo della vita dignitosa.
Sulle promesse pre-elettorali di autoriduzione degli stipendi ho già detto che gli eletti del Movimento sono stati di parola, anche se riconfermo qualche perplessità sulle cifre del dopo elezioni. Defranceschi invece si ritiene diffamato dal poter essere confuso con chi ha promesso così poco per poi percepire il doppio. Il motivo è, dice lui, "perché ho la cattiva abitudine di non mentire ai miei elettori". Ma se per lui una promessa elettorale di stipendio così basso significa aver mentito ai propri elettori (cosa che io non ha mai detto) non è mica con me che deve prendersela. Stia attento piuttosto che non sia Favia ora a volerlo querelare!
Se non bastasse, mi domanda se non provo "imbarazzo a venire a sindacare sulle scelte interne al Movimento": ma la trasparenza è o non è una delle vostre 5 stelle? Se così è non ci sono scelte "interne al Movimento" ma solo una grande casa di vetro, indipendentemente dalla trasparenza o dall’opacità altrui. Avete cambiato idea anche su questo, o vale solo fino a quando la cosa non diventa scomoda?
Io dico che l'imbarazzo è tutto vostro, per aver contraddetto uno dei mantra identitari da voi più sbandierati: "una testa un voto". Era già successo per la scelta dello stesso Defranceschi, oggi consigliere grazie a una scelta di poche decine di "grandi elettori". Prosegue con l'adozione della media pesata per aumentarvi lo stipendio nelle stesse assemblee dove usate una striminzita maggioranza relativa per risparmiare sui contributi al Movimento nazionale. Il fatto che lo facciate a carte scoperte non cambia le cose.
Al "nostro Valentino Tavolazzi, di Progetto per Ferrara" e alla sua risoluzione sui costi della politica presentata oggi (20dic11) in Consiglio risponderò al più presto, non temete, ora è tardi e sono stanco.