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Ospedale S.Anna: modalità, tempi d'intervento, assistenza, popolazione e territorio
Archivio legislatura 2009 - 2014
Vorrei replicare al consigliere comunale di PpF che ripetutamente mi coinvolge come consigliere medico del PD nel suo intervento di ieri. Anzitutto va detto che le "gravi emorragie" (shock emorragici) si affrontano in emergenza (tra l'altro) con flebo di fluidi per boli sequenziali di cristalloidi. Solo così si può sperare di non perdere il paziente nel giro di minuti. Le trasfusioni in ambulanza non si fanno perché impiegherebbero ore a fare effetto e quindi vengono comunque rimandate alla successiva fase ospedaliera.
L'angioplastica primaria non c'entra niente con le cardiopatie, ma solo con le occlusioni acute di una coronaria (infarto). Negli infarti acuti le linee guida internazionali (non il PD ferrarese) ne prevedono l'esecuzione entro 90-120 min dall'arrivo dei soccorsi del 118, quindi un tempo ampiamente sufficiente a raggiungere il pronto soccorso (sia in Giovecca oggi, che domani a Cona) da qualunque punto del Comune di Ferrara. Per i casi più distanti della provincia o per quelli che hanno indugiato troppo a lungo prima di chiamare il 118 (6-12 ore dall'inizio dei sintomi) è anche possibile praticare già a casa del paziente o in ambulanza il corrispettivo farmacologico (fibrinolisi), che non esclude la successiva angioplastica. Invece, per ogni emergenza cardiovascolare che comporti interventi cardiochirurgici urgenti, tutti i casi vanno e continueranno ad andare fuori dalla provincia di Ferrara (il Sant'Anna non avrà mai una cardiochirurgia).
I quartieri più popolati del Comune non sono quelli del centro storico (35 mila) e del nord-nordovest (25 mila) che insieme totalizzano 60 mila abitanti, ma quelli della zona sud (40 mila) ed est-nordest (35 mila) che dunque già oggi totalizzano 75 mila abitanti e continuano a crescere più velocemente degli altri. Dovendo trovare una nuova sede al Sant'Anna, dunque, l'unica direzione giustificabile era verso est-sudest, dove appunto è Cona, anche perchè in quella direzione abitano altri 146 mila abitanti della provincia, quasi il doppio di quelli che stanno invece a ovest del comune di Ferrara (77 mila).
Numerosi ospedali sono stati trasferiti fuori dalle città (pronto soccorso compreso) senza problemi: basti qui citare quello di Mestre (città di 176 mila abitanti) tanto ammirato dal Consigliere di PpF.
E' bene infine precisare che per definizione i codici bianchi e verdi sono situazioni cliniche per le quali il ricorso al pronto soccorso ospedaliero è classificato come inappropriato. Ferrara ricalca la situazione nazionale, come emerge da una recente (15/7/10) analisi elaborata per l'Adnkronos Salute dalla Simeu (Società italiana medicina emergenza urgenza). Questo significa che 8 persone su 10 pur potendo rivolgersi al proprio medico di famiglia o alla guardia medica, finiscono invece per intasare il pronto soccorso a danno di chi ne ha realmente bisogno. Assicurando una continuità assistenziale in Giovecca con il progetto di Casa della Salute, dopo il trasferimento delle funzioni ospedaliere a Cona, si renderà un doppio servizio alla cittadinanza: il pronto soccorso (a Cona) verrà decongestionato e restituito con miglior efficienza alla funzione più propria, mentre gli abitanti della città avranno tutti i servizi sanitari per le situazioni non critiche (quelle di gran lunga più comuni) continuando a rivolgersi alle strutture di Giovecca sia di giorno che di notte.