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Un tentativo inutile e pericoloso di forzare il regolamento

Archivio legislatura 2009 - 2014
Per qualche settimana PpF ha lottato strenuamente per consentire a chiunque le riprese televisive del Consiglio Comunale. Nessuno si lasci ingannare, il principio di trasparenza delle sedute consiliari era già ampiamente salvaguardato e ben tutelato da un regolamento già aggiornato in proposito appena un anno fa.
Infatti da molto prima dell'iniziativa di PpF, secondo quel regolamento, le sedute del Consiglio sono sempre aperte a chiunque voglia accomodarsi in uno spazio dell'aula appositamente riservato. Inoltre, chi non potesse o volesse venire di persona alla residenza comunale può ricevere da qualsiasi postazione informatica collegata a internet audio e immagini webcam (riprese e trasmesse dal Comune stesso) di tutto quel che succede in aula. Infine, in alternativa alla diretta, è possibile scaricare in qualsiasi momento dal sito del Comune la registrazione audio completa, attingendo da un archivio comprendente tutte le sedute dal 2006 in poi. Dall'anno scorso altre riprese video in aula (oltre alla webcam, quindi) sono consentite anche alla stampa accreditata.
Con tali premesse è chiaro a tutti che il principio di trasparenza delle sedute consiliari era già efficacemente tutelato e di certo non abbisognava di modifiche urgenti in proposito. Ciò nonostante, il Consigliere Tavolazzi ha insistentemente preteso che chiunque potesse effettuare riprese video senza aspettare una modifica del regolamento in tal senso. PpF ha addirittura incitato la cittadinanza ad una "operazione fiato sul collo" che, per quanto sopra ricordato, era semplicemente inutile a meno che l'obiettivo di trasparenza non fosse in qualche camicia di Consiglieri e Consigliere. Invece, il tentativo di forzatura di PpF è risultato in contrasto con il principio di legalità. Si è allora deciso di rispettare la normale procedura di modifica del regolamento, attuata poi all'unanimità e forse anche a tempo di record, tanto per fugare dubbi di intenti censori.
Il rispetto delle regole è un valore culturale di primaria importanza. Serve al buon funzionamento di ogni comunità civile. Riduce la discrezionalità di chi governa e quindi garantisce la tutela di tutti, in particolare delle minoranze. Le istituzioni come il Comune non possono sottrarsi alla responsabilità, tra le altre, di promuovere la cultura della legalità. Allo stesso tempo, nessun principio può essere difeso con credibilità da chi pretende di calpestarne impunemente altri.
L'individuazione di regole di produzione di buone regole è uno dei presupposti fondamentali della democrazia, anche se forse di meno agevole apprezzamento come dimostrano le "querule" (l'aggettivo è di un noto giornalista) insistenze di PpF. Il metodo democratico ammette spazi di regolamentazione bipartisan (ovvero decisioni da assumere di volta in volta con contrattazione tra maggioranza e opposizione), mentre altre materie sono invece apartisan, cioè sottratte alle parti (anche se, per ipotesi, concordi) se non per limitati ed eccezionali interventi di precisazione dei principi ivi affermati, come nel caso della autorizzazione a videoriprendere concessa al pubblico per il Consiglio straordinario del 31 agosto. Ed è indubbio che le norme statutarie rientrino a tutto gli effetti nello spazio apartisan. Per questo in democrazia le regole vanno rispettate finché non sono state modificate nelle forme e nelle garanzie previste. Pertanto ha fatto benissimo il Presidente Colaiacovo a difendere il regolamento, preoccupandosi al contempo di accelerare le procedure: a lui va per questo la gratitudine di tutti i democratici, quindi anche nostra.
Resta solo da rilevare con disappunto quanto poco valesse la pena di sprecare tempo in una modifica irrilevante ad un regolamento già ampiamente garantista, mentre questioni ben più urgenti e sostanziali per molte famiglie ferraresi (come le mense o i trasporti scolastici) hanno dovuto per questo essere rimandate ad altre sedute consiliari.

Francesco Portaluppi, Consigliere Comunale PD
Ultima modifica: 31-01-2013
REDAZIONE: Gruppo Partito Democratico
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