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Replica all'intervento del prof. Casaroli pubblicato sul Resto del Carlino il 09/06/2011 sul doppio pronto soccorso a Ferrara
Archivio legislatura 2009 - 2014
Vorrei replicare al Prof. Casaroli che non si limita a riproporre, in favore di un doppio pronto soccorso a Ferrara, vecchie argomentazioni già respinte da tutti i massimi responsabili della sanità regionale, provinciale e locale, ma accusa politici e amministratori che spostando il Sant’Anna a Cona commetterebbero un reato contro la salute dei cittadini.
Tra le vecchie argomentazioni si fa dire al direttore dell’Ausl Saltari che "il minuto fa la differenza" nel tragitto verso l’ospedale, mentre il vero riferimento è sempre stato ai tempi di intervento sul luogo di chiamata. Si annovera poi il sindacato dei medici ospedalieri tra gli oppositori di Cona, mentre è vero l'esatto contrario (29/4/11: "Non ci siamo mai scostati da quella scelta: unico ospedale e unico pronto soccorso: a Cona"). Ma la contraffazione più posticcia è nell’attribuire al progetto del nuovo Sant’Anna una logica esclusivamente "mercantile". In realtà, le ragioni di un nuovo e unico ospedale per Ferrara sono state spiegate pubblicamente innumerevoli volte e attengono alla necessità di fornire prestazioni ospedaliere di maggior qualità, con una nuova organizzazione articolata in aree omogenee per funzioni ed intensità assistenziale, migliore appropriatezza delle cure, percorsi ottimizzati, aumentato confort alberghiero e rispetto della dignità del malato, più sicurezza per degenti e operatori, e più agevole accessibilità da parte della maggioranza dell'utenza provinciale: un insieme di cose impossibili da realizzare nell’area di Giovecca -troppo piccola, strozzata e vincolata- mentre la suddivisione in due poli del nostro ospedale comporterebbe inevitabilmente minor qualità e sicurezza delle prestazioni in entrambe le sedi. La miglior sostenibilità economica della soluzione più efficiente scelta per Ferrara è pertanto solo un bonus aggiuntivo, anche se certamente non disprezzabile.
Resterebbe allora il "reato" derivante dal fatto che Ferrara "sarà l'unica città capoluogo di provincia in Italia priva di un ospedale urbano". Verrebbe da ribattere che se davvero contasse la distanza in minuti, tante città con ospedali fuori dal centro urbano (talora capoluoghi di provincia, basta informarsi) dovrebbero lamentare incidenti per la salute di chi abita nella periferia opposta. Ma quando il Prof. Casaroli afferma che prima di tutto viene "la salute degli abitanti di Ferrara, Ponte, Barco" (e San Bartolomeo o San Martino no?) egli denuncia un potenziale pericolo per chi abiterà a distanza variabile all'incirca tra 7 e 17 km dall’ospedale di Cona. Eppure nessuno ha mai rilevato -è solo un esempio dei tanti possibili- danni alla salute di chi abita intorno a Parasacco, frazione di Ferrara da sempre a 20 km dall’ospedale di Giovecca. Non credo che un giurista intenda discriminare il diritto alla salute in base al luogo (o capoluogo) di residenza, ferma restando la variabilissima distanza tra il luogo ove avviene un'urgenza e l'ospedale di riferimento per quell'urgenza (che non è necessariamente il più vicino). Invece, avendo ogni vita umana ugual valore, ciascun individuo ha diritto a essere soccorso in tempi ragionevolmente uniformi. Ovunque lo si metta, però, l’ospedale non sarà mai equidistante da tutti, mentre sarebbe disastroso (per qualità, sicurezza, appropriatezza ed efficienza) averne tanti piccolini sparsi ogni 10 km. Ma proprio per questo esiste il 118, con la sua distribuzione strategica su tutto il territorio dei mezzi di soccorso, che la legge italiana non a caso impone debba garantire tempi prestabiliti d’arrivo in qualsiasi luogo di chiamata, ma senza alcuna pre-determinazione dei tempi del successivo trasporto del malato in ospedale.
Stando così le cose, quando il Prof. Casaroli farà il dettagliato esposto alla Procura che ha annunciato, abbia la cortesia di indicarmi tra i corresponsabili del reato, se non altro per averne io fatto ripetutamente pubblica apologia. Potrò così contribuire anche in quella sede a rettificare le notizie non vere da lui diffuse e a smontare le sue infondate accuse.