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Il consiglio comunale lavora poco e male

Archivio legislatura 2009 - 2014

C’è uno squilibrio tra l’attività del Consiglio ed i bisogni della popolazione. La produttività dell’organo, intesa come varo di politiche per la città, per le famiglie, per le imprese, è del tutto inadeguata. Per legge il Consiglio è l’organo di indirizzo e controllo politico-amministrativo, deputato ad elaborare, discutere e prendere decisioni sui temi sensibili per la cittadinanza (gli altri organi sono sindaco e giunta).

Da quando si è insediata, oltre cinque mesi fa, l’assemblea dei 40 consiglieri più sindaco, si è occupata di ordinaria amministrazione, oppure ha ratificato decisioni prese altrove (Giunta, Provincia, Regione). Il Palazzo (politica, partiti, macchina comunale) declassa il Consiglio ad organo senza poteri, non determinante nelle scelte strategiche, di norma fatte fuori dal Comune. Troppo spesso lo usa per suggellare proprie decisioni. Queste le delibere più importanti votate: piano casa (obbligo di legge regionale); Dup (provvedimento regionale), vendita delle reti gas (accordo preelettorale Hera-sindaco), assestamenti di bilancio (obbligo di legge), delibere urbanistiche e/o di lavori pubblici, nei cassetti da mesi.

Raramente il Consiglio ha affrontato temi sensibili quali economia, lavoro, beni comuni, trasparenza e partecipazione. Quando è accaduto lo ha fatto grazie all’iniziativa di Progetto per Ferrara e degli altri gruppi di opposizione, che hanno richiesto due consigli straordinari (chiusura del laboratorio di Ponte e misure contro la crisi economica ed occupazionale). Occasioni perdute dalla maggioranza: l’unanime delibera sul laboratorio è stata disattesa dal sindaco, con buona pace del Pd; le proposte di Ppf, in aiuto alle famiglie ed a sostegno delle imprese, del petrolchimico e del centro storico, sono state bloccate da Pd ed alleati, che hanno invece approvato un documento inconcludente. Occasioni perdute anche le mozioni Ppf sulle reti del gas, sulla vendita delle azioni Hera, sul derivato Dexia, che nel 2010 sottrarrà alle casse del Comune un milione di euro.

In cinque mesi nessuna seduta di consiglio su risanamento ambientale (quadrante est), rifiuti, salute, prevenzione sanitaria, Cona-Sant’Anna. Nemmeno su tariffe, servizi pubblici, rapporti con Hera, debito comunale. Né sono stati affrontati temi quali efficienza e costi della macchina comunale, consulenze ed appalti, sprechi, qualità dei servizi a cittadini e imprese. In una città paralizzata dal traffico non si è mai discusso di mobilità urbana, trasporto pubblico, sosta, ztl. Nessun confronto è in atto tra le proposte politiche in campo. Da mesi Ppf chiede la pianificazione e l’agenda dei lavori del consiglio, che non può rimanere inerte in attesa dei provvedimenti di sindaco e giunta, portati al suo avvallo a singhiozzo.

Cinque mesi di ritmi blandi, tempi dilatati, produzione scarsa. Pure la giunta, sui temi sensibili, appare inattiva o non si fa sentire. Dov’è la spinta propulsiva del nuovo sindaco e dei nuovi assessori? Dov’è il coraggio evocato da Tagliani? Alla città serve una scossa! Con questi ritmi e in assenza di iniziativa politica da parte del Pd ed alleati, i problemi dei cittadini non verranno mai affrontati e risolti. A Ferrara la crisi economica, occupazionale e di partecipazione è profonda. Le famiglie sono in difficoltà. Il bilancio comunale è schiacciato dai debiti. Inquinamento e sanità sono ormai emergenze. Imprese e negozi chiudono. Il turismo langue. Il petrolchimico è al collasso. I vecchi equilibri, garantiti da accordi trasversali tra classe politica dominante e poteri forti della città, non sono più in grado di garantire gli attuali posti di lavoro, tantomeno creano sviluppo e prospettiva. Pochi non possono più decidere per tutti. Se si vuole risollevare la città, vanno investite le istituzioni ed i loro organi, i cittadini singoli o associati, le categorie.

Una mobilitazione straordinaria, che va comunicata ai cittadini per favorirne la partecipazione. In tale direzione si muove l’ultima proposta Ppf, tra le tante: regolare la comunicazione istituzionale, come servizio alla collettività, per interrompere la propaganda somministrata alle famiglie dal Palazzo, sulla carta patinata pagata da tutti noi (Piazza Municipale). Occorre dare ai ferraresi le informazioni necessarie per l’utilizzo dei servizi e per favorirne la partecipazione alla vita dell’ente, e chi amministra deve conoscere le posizioni, le critiche, i suggerimenti, le istanze provenienti dalla città.

Valentino Tavolazzi, consigliere comunale Ppf
Ultima modifica: 30-01-2013
REDAZIONE: Gruppo Progetto per Ferrara
EMAIL: gruppo-progettoperferrara@comune.fe.it
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