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ATO e conflitto di interessi
Archivio legislatura 2009 - 2014
Può valere la pena rileggere, alla luce della vicenda del laboratorio di Pontelagoscuro, un approfondimento cruciale sui sistemi di affidamento e regolazione del servizio idrico integrato, tratto dalla relazione del 25.6.2009 dell’Associazione nazionale autorità ed enti di ambito (ANEA), intitolata “I servizi idrici a 15 anni dalla riforma”.
La riforma ha affidato un ruolo centrale agli ATO nella riorganizzazione dei servizi idrici. In particolare, viene loro affidato il compito di programmare gli investimenti, determinare la tariffa e controllare la realizzazione degli interventi e il raggiungimento dei livelli di servizio che il gestore deve assicurare all’utente, nonché la corretta applicazione della tariffa. In queste attività si sostanzia il compito di regolazione locale affidato agli ATO, chiamati quindi a disciplinare quasi interamente l’attività del gestore. Ciò da un lato è funzionale ad adattare la regolazione alle esigenze locali, ma dall’altro lato rischia di indebolire la regolazione, se non è attuata con sufficiente indipendenza.
Per alcuni osservatori un simile schema di regolazione presenta numerosi punti deboli, fra cui il principale è sicuramente quello del conflitto di interessi che sorge nel caso di affidamento diretto a società interamente pubblica o mista. Gli ATO sono infatti espressione diretta dei comuni, che provvedono a nominarne gli amministratori e ne approvano e condizionano le decisioni. Gli stessi comuni poi sono anche soci del gestore, nelle cui vesti tendono ovviamente a rappresentarne gli interessi. In queste circostanze, l'attività di regolazione degli ATO non può essere svolta con la sufficiente indipendenza. Tale assenza di indipendenza è particolarmente critica e rischia di compromettere l’intera attività di regolazione. Il "cortocircuito istituzionale" che si viene a creare amplifica le probabilità di "cattura" del regolatore, sia da parte dei politici che da parte del gestore, a danno degli utenti.
Valentino Tavolazzi
Progetto per Ferrara