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Piano casa, no almeno nei siti inquinati
Archivio legislatura 2009 - 2014
Non è semplice interpretare la linea politica dei partiti, soprattutto quando si cerca coerenza nelle scelte. Nella vicenda del cosiddetto Piano Casa ne abbiamo viste di tutti i colori.
Prima Pd e Idv, a livello nazionale, hanno attaccato la legge di Berlusconi, definendola giustamente un immenso condono preventivo. Poi il presidente della regione Vasco Errani ha deciso di varare la legge 6/09, che recepisce in toto il provvedimento sciagurato, mascherandolo sotto il nome di “Governo e riqualificazione solidale del territorio”.
A Ferrara la maggioranza non sapendo che pesci pigliare, ha recepito in toto la legge regionale, inserendovi alcune modeste limitazioni nell’applicazione. E la settimana scorsa, nel presentare la delibera in commissione 3a, la neo assessora all’urbanistica Roberta Fusari, per non uscire dai ranghi, ha parlato di “grande opportunità di riqualificazione del territorio”!
In verità il titolo III della legge regionale 6/09, prevede che i Comuni possano escludere, per ragioni di ordine ambientale, l’applicabilità del Piano Casa in ambiti del territorio di competenza. E proprio in forza di tale norma, Ppf ha chiesto di escludere i siti contaminati, portando la discussione nelle circoscrizioni.
Sarebbe davvero incomprensibile aggiungere altre costruzioni là dove l’autorità sanitaria ha dovuto bloccare l’apertura dell’asilo nuovo fiammante di via del Salice, per la grave contaminazione riscontrata nella falda sottostante l’intero quadrante est.
In effetti lunedì scorso, nei consigli di circoscrizione 3 e 4, sono affiorate le prime fratture politiche nella maggioranza. Su proposta di Ppf (presentata dai consiglieri Tommaso Mantovani e Valerio Tavolazzi), di escludere i siti contaminati (Quadrante est, Pontelagoscuro, via del Lavoro, ecc.) dall’ampliamento dei volumi delle abitazioni esistenti, previsto dal Piano Casa, Pd e Idv si sono astenuti nella Nord, mentre hanno votato contro la risoluzione nella Est.
In altri termini, con l’astensione alla Nord, la maggioranza ha avvallato lo stop all’ampliamento dei volumi nei siti inquinati, mentre alla Est ha dato via libera, non senza dover ricorrere alla sospensione della seduta, con annessa riunione in separata sede, per blindare il proprio voto contrario alla risoluzione. Insomma, prima la tempesta contro il Piano Casa di Berlusconi, poi la sua applicazione anche nei siti inquinati. Tutto fuorché coerenza!
Ci auguriamo tuttavia che la commissione 3a, deputata a valutare il testo della delibera prima che arrivi in consiglio il 18.9, trovi il coraggio di integrarlo con le limitazioni proposte da Ppf.