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Le astensioni di Pd e Pdl
Archivio legislatura 2009 - 2014
(23-2-10) A colpi di astensioni si è celebrato il “processo a porte aperte” di Hera. Il Pd si è astenuto sul documento Pdl e viceversa. Grande disponibilità del sindaco a rivedere il sistema di rapporti con l’azienda, dichiarazioni di intenti a tutto campo, primi impegni significativi, anche se insufficienti, contenuti nel documento del Pd. Meno male che il consiglio straordinario, non promosso dalla maggioranza, ha fornito l’occasione per discuterne. Ppf ha proposto un’analisi del sistema di rapporti tra Comune, Hera, ATO e cittadini, oltre ad azioni importanti, regolarmente bocciate dal Pd. Prendiamo il ciclo idrico integrato.
A Ferrara esistono situazioni critiche legate a numerosi scarichi di pubblica fognatura non depurati (San Bartolomeo, Porotto, Spinazzino, Torre Fossa, Marrara, ecc…) e a tratti obsoleti della rete idrica (Pontelagoscuro, Barco, Villanova, Albarea, Torre Fossa, Gaibana). L’Amianto è bandito da molti anni e anche se le analisi di Hera indicano l’assenza di fibre di amianto nell’acqua, esiste pur tuttavia il fattore tempo che fa aumentare il rischio che le tubazioni in cemento amianto rilascino tali fibre, a seguito dell’aggressività dell’acqua nei confronti della matrice cementizia. Pontelagoscuro e Porotto sono serviti da tubazioni in fibrocemento del 1955 per un totale di 6 km.
Per la determinazione della tariffa 2010 applicata da Hera, secondo il metodo di calcolo regionale, l’ATO ha considerato costi operativi per 21,6 milioni di euro, ammortamenti per 6,3 milioni (4% di investimenti piano d’ambito, beni di proprietà e assets di società), remunerazione del capitale investito per 3,2 milioni (7,073%), canone di concessione per 3,9 milioni, per un totale costi pari a 35 milioni di euro. Il volume di acqua fatturato previsto per il 2010 è di 20,65 milioni di metri cubi, dal quale discende una tariffa (TRM) 2010 pari a 1,696 euro/mc, con un incremento rispetto al 2009 del 4,69%. A fronte di tale aumento nelle casse di Hera entrano 1,5 milioni di euro in più rispetto al 2009. Nel 2006 sono stati immessi in rete 31,8 milioni di metri cubi di acqua, ne sono stati fatturati 20,7 milioni (perdite 35%). Oggi Hera dichiara di avere perdite di rete attorno al 30%, circa 8,5 milioni di metri cubi di acqua potabilizzata.
A Ferrara la tariffa dell’acqua è tra le più elevate nel paese (fonte Cittadinanzattiva, 350 euro/anno per famiglia, media regionale 304, media nazionale 253). La cosiddetta “area ciclo idrico integrato” rende ad Hera quasi 60 milioni di margine operativo lordo nel solo primo semestre 2009, pari al 27,1% dei rispettivi ricavi (a fronte di 26,9% nei rifiuti, 12% nel gas, 2,8% nell’energia elettrica; fonte bilancio Hera 30.6.09). Se la tariffa dell’acqua produce utili elevati ad Hera ed alti dividendi per il Comune, ne consegue che i cittadini sono indirettamente ed inconsapevolmente tassati, anche attraverso il pagamento di un servizio primario.
Nella nostra provincia, acquedotti ed impianti di potabilizzazione sono di proprietà dei Comuni, tramite le società pubbliche Acosea Impianti e Cadf (che oltretutto ha un laboratorio con 7 addetti per il controllo della qualità dell’acqua). Nulla vieta la fusione tra gli assets delle due aziende pubbliche, il trasferimento della gestione dell’acqua al Cadf o ad altra società pubblica e l’integrazione degli attuali laboratori.
Le proposte Ppf.
Assicurare da parte dei gestori gli investimenti necessari per l’adeguamento della rete acquedottistica, fognaria e dei relativi impianti, allo scopo di ridurre al minimo le perdite di acqua potabile, di sostituire rapidamente tutte le condutture in cemento amianto, di garantire in tutti i quartieri del Comune e delle frazioni la giusta pressione di erogazione dell’acqua potabile.
Apportare allo statuto del Comune le modifiche atte a definire la produzione e la distribuzione dell’acqua potabile un servizio pubblico privo di rilevanza economica.
Promuovere insieme agli altri Comuni della Provincia la riorganizzazione industriale e l’integrazione dei soggetti operanti nella gestione del servizio idrico integrato, allo scopo di creare un unico gestore provinciale del servizio acqua pubblica.
Agire in sede ATO affinchè siano rinegoziati con i gestori i costi considerati per la determinazione della tariffa del sistema idrico integrato, allo scopo di ridurla sensibilmente a partire dal 2010, senza penalizzare gli investimenti.